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Il Parco ora c’è, ma quanto al resto…

Approvata la Variante al Prg di Trento, con la maggioranza che fa marcia indietro, approvando il parco allo Scalo Filzi. Ma il giochino della speculazione viene riconfermato: infatti al Magnete...

Alla fine è stata approvata rapidamente la Variante al Piano Regolatore di Trento. Dopo un mese e più di dibattiti aspri e minacce di ostruzionismo ad oltranza, si è arrivati a una facile e larga approvazione.

L'arch. catalano Joan Busquets, estensore della Variante.

Motivo? La contesa si era focalizzata sulle aree dell’attuale Scalo Filzi: previste a parco dal vecchio Prg, e che invece la giunta comunale, dopo il previsto interramento della ferrovia e lo spostamento dello scalo all’interporto, voleva destinare a zona edificabile. Con motivazioni francamente peregrine ("un parco avrebbe interrotto la continuità urbana", argomento in base al quale si dovrebbero cementificare tutti i parchi di tutte le città); in realtà per creare le convenienze economiche che dovrebbero supportare i costi dell’interramento. Su questo punto si creava una contrapposizione tra la Giunta (centrosinistra) e le opposizioni (centrodestra + il consigliere verde). Con le opposizioni che rivendicavano il diritto alla vivibilità dei cittadini, e la Giunta che rispondeva che ci si poteva mettere d’accordo, che si poteva trovare un compromesso. Insomma, il centrodestra veniva a rappresentare le esigenze della popolazione, il centrosinistra, dicendosi disposto a "concedere" qualcosa anche a queste esigenze, si poneva di fatto come rappresentante del partito del mattone. Una posizione semplicemente demenziale; denunciata anche dalla stampa (L’Adige oltre a QT). E quindi insostenibile. E difatti alla fine il centrosinistra, in crisi al suo interno, finiva con il cedere: allo Scalo Filzi si farà il parco.

(Su questo va registrata la successiva posizione bizzarra di Italia Nostra: che in nome della salvaguardia delle aree agricole, criticava il tutto, proclamandosi contro i parchi urbani e a favore di una città più densa e compatta. Boh…)

Incassato il risultato positivo sullo Scalo Filzi, rimane da valutare l’insieme della Variante, e il processo di avvicinamento al Prg. Diciamo che il discorso è aperto, ma le premesse non sono buone. C’è il progetto di Parco Fluviale, che sarebbe una grande oasi di vivibilità a ridosso del centro storico (anche se non proprio integrata al centro, causa la scelta scellerata dell’allora sindaco Dellai di cedere l’area Michelin ai poteri forti di Iniziative Urbane). Ma al Parco Fluviale (come per quello allo Scalo Filzi) è bene crederci solo quando lo si vede: il suo progettista, arch. Bocchi, è stato liquidato tra mille critiche, il partito del mattone ha già allungato gli occhi, all’interno del parco è previsto il Nuovo Ospedale di cui non si capisce proprio la necessità se non gestire un giro d’affari di un migliaio di miliardi (ed è facile prevedere che per finanziarlo si possa pensare di rendere edificabili le aree circostanti)…

C’è poi l’area ex Italcementi, dove è stato impostato lo stesso meccanismo dell’ex Michelin: il pubblico si ritira, lasciamo spazio ai privati.

Solo che gli esiti di questo giochino li abbiamo (ri)visti proprio in questi giorni: la Provincia ha acquistato a Trento Nord il complesso del Magnete per piazzarvi gli uffici dell’Agenzia delle Entrate, 25 milioni di euro al noto speculatore Pietro Tosolini. Qui appunto casca l’asino: i 25 milioni allegramente sborsati ora, sono esattamente la stessa cifra che quattro anni fa il Comune dichiarava impossibili a reperire per acquistare gli 11 ettari dell’intera ex-Michelin. Insomma, è il solito gioco: l’ente pubblico (Provincia e Comune) quando ha a disposizione un’area, afferma sempre che non le interessa o che non ha i soldi (così è stato per l’area del Centro Europa, per quella dell’ex-Sordomuti, per le attuali aree inquinate – tutte finite poi in mano a Tosolini - per la Michelin e ora per l’Italcementi); quando poi i privati – soprattutto speculatori ammanicati – costruiscono, saltano fuori "improcrastinabili esigenze" di nuovi edifici pubblici, e si pagano fior di miliardi (che subito, per miracolo diventano disponibili).

Insomma nessuna pianificazione della città, bensì una rincorsa delle offerte proposte dalla speculazione. E paga Pantalone.

Il nuovo Prg del sindaco diessino Pacher non fa altro che seguire in pieno questa linea.

"E’ vero, questo è un peccato originale del Piano – ci dice Luigi Calzà, consigliere comunale dei Ds-Solidarietà – Infatti non sono previste le varie funzioni pubbliche, anzi a tutt’ora mancano le previsioni anche del fabbisogno di edilizia privata. La Variante per intanto va a tutelare alcuni interessi economici; speriamo, nel tempo che ci resta, di riuscire a armonizzare il Piano vero e proprio con i più generali interessi dei cittadini."