Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 7, 6 aprile 2002 Servizi

L’inflazione dei commissari

Sindaci, assessori e consiglieri comunali discutono col vicepresidente della Giunta Pinter di piani di fabbrica e del nuovo Piano urbanistico provinciale

Cosa si attendono gli amministratori locali dal nuovo Piano Urbanistico Provinciale? Difficile capirlo dagli interventi seguiti alla riunione organizzata dalla Provincia presso l’aula magna dell’Istituto Agrario a beneficio degli amministratori della piana Rotaliana, dell’altopiano della Paganella, della Val di Cembra e di Lavis.

Cembra.

All’invito dell’assessore Pinter hanno risposto in molti, più di centocinquanta i presenti tra sindaci, assessori, consiglieri comunali e tecnici, ma pochi hanno chiesto di parlare una volta esaurita la relazione dell’assessore provinciale e del suo tecnico.

Ad aumentare le difficoltà, forse, anche il fatto che nell’arco di alcuni mesi, sul tavolo della discussione sono stati calati più argomenti, seppure tutti attinenti la variante al "vecchio" PUP, il documento preliminare del nuovo Piano provinciale, e la revisione della legge urbanistica. Un malloppo pesante anche per gli amministratori più esperti.

Il sindaco di Cembra ha aperto gli interventi con un lungo discorso del quale il cronista non è riuscito a cogliere il filo, se non nella raccomandazione finale all’assessore di confezionare un PUP un po’ più largo di manica di quello attuale. Il sindaco di Cavedago, che è pure assessore comprensoriale all’urbanistica, teme che sull’argomento non si riesca a sviluppare un dibattito sufficientemente approfondito all’interno delle comunità locali: "La partita è complessa e il tempo è poco" - ha affermato riferendosi alle elezioni provinciali del 2003. Però ha concluso sottolineando il grande ritardo (quasi dieci anni) con il quale si è iniziato il lavoro per il nuovo PUP. Un consigliere di opposizione di Roverè della Luna ha lamentato invece la pesante ipocrisia rappresentata dalla "moda" dei commissari ad acta, il metodo oramai utilizzato in forma ricorrente per l’approvazione dei piani di fabbrica comunali.

Succede, in sostanza, - ha ricordato il consigliere - che le giunte comunali affidano l’incarico per la revisione dei piani ad un proprio tecnico di fiducia al quale danno indirizzi e direttive (a volte anche puntuali) e poi, al momento di approvare formalmente il piano, "scoprono" di essere incompatibili, cioè di avere interessi diretti o indiretti. A quel punto gli amministratori che si sono autodichiarati incompatibili chiedono alla Provincia l’invio di un commissario ad acta, un funzionario o un professionista che in forma burocraticamente indipendente porta a piena approvazione il piano, avviato di fatto da altri. E’ chiaro che tale metodo espropria dal dibattito l’organo più rappresentativo della comunità, il consiglio comunale.

Ultimo intervento, quello dell’assessore di Andalo, preoccupato per aver visto, nel documento preliminare del PUP, il proprio Comune collocato tra quei centri la cui criticità è data dalla presenza eccessiva di seconde case.

La riunione di San Michele era iniziata con un’analisi generale delle criticità, ma anche dei punti di forza di questa zona del Trentino ed era proseguita con l’illustrazione delle linee guida alle quali è ispirato il documento preliminare alla revisione del Piano urbanistico provinciale. Si tratta, come noto, di un documento elaborato da un’équipe di esperti ed adottato dalla Giunta provinciale.

"Uno strumento - ha spiegato Pinter - utile ad avviare un confronto con le comunità alle quali il governo provinciale rinnova l’invito a stringere un nuovo patto sociale per ridisegnare il profilo del Trentino del futuro".

Pinter, nella replica seguita agli interventi, ha riconosciuto il diritto dei consiglieri di minoranza di poter partecipare attivamente al processo di adozione degli strumenti urbanistici, cosa che di fatto non avviene, a causa del ricorso al commissario ad acta (vedi i casi di San Michele o di Mezzolombardo); per cui le linee di riforma della legge urbanistica indicano la possibile soluzione, laddove si riuscirà a distinguere tra documento di indirizzo e scelte puntuali. "In quest’ultimo caso - ha detto Roberto Pinter - è ovvio che potranno ancora verificarsi situazioni di incompatibilità, ma questo dovrà riguardare solo episodi circoscritti, mentre deve essere garantita la partecipazione più ampia possibile alla definizione dei capisaldi dello sviluppo di un’area territoriale".

La soluzione potrebbe essere, secondo l’assessore provinciale all’urbanistica, quella di adottare, anche a livello locale, un documento urbanistico preliminare, una sorta di cornice generale che permetta il confronto e la partecipazione a tutta la comunità.

Riprendendo un’altra questione sollevata dagli amministratori locali, l’assessore provinciale ha confermato la necessità di una dimensione progettuale che vada al di là del singolo territorio comunale: "Temi come la viabilità, l’economia, la scuola, il turismo non possono che essere affrontati su scala adeguata, per rispondere a criteri di economicità amministrativa e per liberare potenzialità del territorio che si esprimono solo in una dimensione d’ambito omogeneo. E la Provincia di Trento - ha aggiunto Pinter - incentiverà una programmazione di sviluppo per ambiti sovracomunali , anche se le scelte urbanistiche specifiche saranno lasciate ai singoli comuni".

Il vicepresidente della Giunta si è quindi soffermato sul concetto di programmazione sostenibile: "Disponiamo di una serie di indicatori che ci vengono forniti da strumenti come il programma di sviluppo provinciale che si integreranno con valutazioni di tipo ecologico. Con questi indicatori che puntano più sul concetto di qualità si misurerà la coerenza dei singoli progetti con le indicazioni generali espresse dalla Provincia. Nel nuovo Piano la Provincia intendei proporre poche regole, ma con valore di prescrizione e dunque inderogabili, per mettere comunque un limite nell’utilizzo del terreno, o dell’acqua, o nella trasformazione del paesaggio. Ci saranno, invece, delle regole di indirizzo in base alle quali potrà svilupparsi con grande autonomia la pianificazione dei Comuni".