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Il trionfo dimezzato di van Staa

Ai popolari la maggioranza assoluta non basta e chiedono soccorso ai “compagni”.

Gerhrad Fritz

Martedì 21 ottobre il nuovo Consiglio provinciale, eletto il 28 settembre, ha avuto la sua prima seduta ed ha eletto la nuova (per modo di dire) giunta. Dopo settimane di estenuanti trattative, all’ultimo momento (il 17 ottobre), un accordo per un governo di coalizione è stato trovato fra i popolari del Capitano van Staa e i socialdemocratici. Accordo per modo di dire: ai "compagni", come van Staa ama chiamarli, le poltrone sono apparse più importanti delle regole della democrazia: e cioè che chi ha avuto la maggioranza assoluta dei seggi se ne assuma la responsabilità e governi, per poi essere giudicato dagli elettori.

Il Capitano del Tirolo Herwig van Staa.

Il Tiroler Tageszeitung (giornale di quasi-monopolio in provincia, e filogovernativo, che però, dopo queste elezioni, aveva orchestrato un fortissimo pressing verso una giunta monocolore, a dispetto delle intenzioni del gran Capo) sentenziò che i socialdemocratici avrebbero avuto una micidiale paura di dover competere, sui banchi dell’opposizione, con i verdi, e perciò si sarebbero dati alla fuga in avanti verso i banchi della maggioranza. Il che, come spiegazione, non è male.

Con il 49% dei voti, i popolari si erano aggiudicati una sicura maggioranza assoluta dei seggi, anche se erano rimasti ben al di sotto delle aspettative. Con un record storico di astensioni (il 40%), evidentemente molti elettori popolari hanno voluto esprimere un non-voto di protesta contro il Capitano. I Freiheitliche sonoquasi spariti (2 miseri seggi, invece dei 7 di prima), i socialdemocratici hanno guadagnato qualche punto, i verdi sono raddoppiati (dall’ 8% al quasi 16%, da 3 a 5 consiglieri, e con altri 160 voti avrebbero fatto il 6°).

Ma perché il Capitano ha dichiarato, già la sera delle elezioni, di mirare ad una riedizione della coalizione coi socialdemocratici, quando poteva anche governare da solo? Elementare, Watson: i popolari sono organizzati secondo la logica delle "Bünde" (federazioni clientelari: degli agricoltori, degli imprenditori, dei lavoratori dipendenti, e cosi via). Per controllare questo mercato delle pulci di federazioni, cordate e correnti (tutte unite nel grido di "A chi le poltrone? A noi!"), per proteggersi contro eventuali manovre di sabotaggio, il Capo aveva bisogno di una maggioranza più ampia. Serve sempre poter dire a riottosi agricoltori che dei loro voti, in Consiglio, si può anche fare a meno, visto che ci sono i cari "compagni" ad assicurare la maggioranza della giunta. Mentre con una giunta monocolore, il singolo consigliere popolare ha un (troppo) grande peso ed un gran potere contrattuale.

C’era da scommettere sulla vocazione governativa dei culi di piombo socialdemocratici. Ma il Capitano ha cominciato la partitacon una mossa apparentemente troppo aggressiva perfino per i bravi "compagni". Ha voluto cancellare il principio (scritto nella Costituzione provinciale) dell’ unanimità nella giunta. Far parte di una coalizione senza nemmeno la possibilità di bloccare decisioni della giunta e di costringere il grande fratello a ricominciare le trattative, questo nemmeno i socialdemocratici potevano digerirlo. E il loro leader e futuro vicecapitano Gschwendtner era sotto il tiro della base; così come il Capitano era sotto il tiro dei franchi-tiratori degli agricoltori ed imprenditori. Per quasi una settimana, le trattative per la formazione della giunta sembravano in una situazione di stallo, poi al punto di rottura.

Al momento di scrivere, non conosciamo ancora il programma della nuova giunta. Si sa soltanto che van Staa e Gschwendtner avrebbero trovato un salvagente: il principio dell’unanimità rimane, ma sarà controbilanciato da uno "spazio libero" di questioni e tematiche dove quel principio non vale più, dove cioè i partiti della coalizione potranno seguire vie diverse. Secondo indiscrezioni, si tratterebbe di una lista di circa 100 punti, ma il Capitano si è riservato di spiegarlo meglio con il suo discorso di investitura. E poi, avrebbero concordato delle nuove regole per risolvere, in caso di crisi, eventuali divergenze.

Visto che i 2 consiglieri dei Freiheitliche non conteranno più un fico secco, il dovere democratico di fare l’opposizione resta ai verdi, gli unici ad aver guadagnato in termini di numeri assoluti, e non solo in punti percentuali, rispetto alle elezioni nazionali del 2002. Sono cresciuti ovunque, nelle città come nelle valli, perfino nei piccoli paesi. Con punti-record nella cintura di Innsbruck (oltre il 30%) e nella capitale, dove il 27% conseguitone fa il partito-campione verde dell’Europa. In tre distretti della città sono diventati il partito di maggioranza relativa, in una circoscrizione (il rione centrale di St. Nikolaus) hanno sfiorato il 47% dei voti, in numerose altre hanno fra il 30% ed il 35%.

A Innsbruck, oggi, ci sono tre grandi partiti: i popolari al 35%, i socialdemocratici al 28%, i verdi al 27%. Per le comunali del 2006 la partita è già cominciata. Non dovrebbe dormire bene, la sindaca Zach.