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QT n. 21, 6 dicembre 2003 Servizi

A proposito di Teroldego…

Le vicende della Cantina Rotaliana di Mezzolombardo.

Soddisfazioni e crucci per la Cantina Rotaliana di Mezzolombardo. Le soddisfazioni derivano dai buoni risultati aziendali che in parte sono riassunti nella scheda e che hanno trovato il riscontro positivo da parte dell’assemblea sociale, che ha approvato all’unanimità il bilancio della cooperativa. Anche l’incremento delle adesioni (in pochi anni i soci sono passati da 270 a 300) conferma il trend positivo dell’azienda, ma una punta di insoddisfazione ha caratterizzato l’ultimo periodo.

Nel corso della recente assemblea di Cavit (il consorzio di secondo grado al quale partecipano tutte le cantine cooperative trentine tranne quelle di Mezzocorona ed Ala), il presidente della Cantina Rotaliana aveva avanzato, senza risultati, la sua candidatura alla vice presidenza. Carlo Malfatti, insegnante e contadino a tempo parziale, aveva cercato alleanze per rinnovare, in parte, gli organi di Cavit, accusati dallo stesso Malfatti di "oligarchia". Ma l’esito della votazione è stato sfavorevole e le promesse di voto che sembravano assicurate non hanno trovato espressione.

In seno a Cavit, le discussioni e le tensioni non sono una novità: si pensi all’abbandono del consorzio da parte della più grande cantina trentina, quella di Mezzocorona che, anni fa, aveva sbattuto pesantemente la porta non rientrando più. Ora, quelli di Mezzolombardo, accusano Cavit di non tutelare a sufficienza il prodotto principe della viticoltura locale. Infatti, non sono mai state perdonate al presidente di Cavit, Sartori, le aperture verso la possibilità di coltivare il Teroldego, vigneto autoctono per eccellenza della piana Rotaliana, anche in altre zone del Trentino. Se si pensa che quest’anno, ai soci della cooperativa di Mezzolombardo, il Teroldego è stato pagato oltre 200 euro al quintale, è facile comprendere la delicatezza della questione. "Il problema - sostiene Malfatti - è che la tutela di un prodotto che rappresenta il vino trentino più di altre qualità, deve essere particolarmente rigorosa, pena spiacevoli conseguenze".

Il Teroldego, dicono gli esperti, è un prodotto unico la cui qualità è dovuta alle antiche alluvioni del Noce e ciò spiega anche la tenacia con la quale i più avveduti (paradossalmente più a Mezzocorona che al di qua del Noce) si sono impegnati nella difesa dei vigneti dalla ventilata bretella autostradale che sta per trovare una soluzione meno impattante.

Per fare un esempio di quanto sia riconosciuta la qualità del vino locale, quelli di Mezzolombardo, ricordano con orgoglio che le loro bottiglie di Teroldego sono state servite in occasione del summit dei ministri degli esteri dell’Unione Europea di Riva."Ma c’è dell’altro - aggiunge Malfatti - Anche se i conti di Cavit sono buoni, come lo sono peraltro in questo momento quelli di molte cantine, non condividiamo che quasi tutto il mercato del consorzio sia diretto verso gli Stati Uniti; bisogna differenziare gli sbocchi commerciali per non rischiare troppo. E poi, pensiamo, che negli organi direttivi sia opportuna una rotazione; ma evidentemente pochi condividono quest’impostazione".

A margine, ricordiamo che nell’assemblea della Cavit sono volate anche accuse di nepotismo: sono infatti stati recentemente assunti in ruoli importanti parenti di dirigenti e amministratori.

Tornando a Mezzolombardo, l’assemblea dei soci ha ringraziato il direttore Luciano Lunelli sulla via della pensione. Il tecnico ha contribuito non poco al successo della Cantina Rotaliana; a Lunelli va anche il merito di aver creato il primo Teroldego Novello, il vino giovane, frutto di un particolare procedimento di vinificazione, la macerazione carbonica, che negli ultimi anni è diventato di moda.

La Cantina Rotaliana di MezzolombardoCompagine Sociale: 300 soci ( provenienti prevalentemente da Mezzolombardo, Grumo, San Michele, Nave San Rocco e Trento)Vigneto totale: 320 ettari coltivati a pergola trentina Vendemmia 2003: 45.071 quintali di uva conferiti in cantina (+15,4 % rispetto al 2002)Fatturato: 8,2 milioni di euro Utile di esercizio: 305.700 euroGuadagni per i soci: liquidati 5,87 milioni di euro per il conferimento delle uve con una media di liquidazione delle uve sale 151 euro a quintale (+17,7 % rispetto allo scorso anno).Aziende partecipate: Cavit e Concilio Vini