Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 6, 20 marzo 2004 Servizi

La Chiesa cattolica e le sètte evangeliche

Paolo Moiola

Durante gli anni della guerra civile, la Chiesa cattolica fu duramente perseguitata: migliaia di catechisti, dirigenti delle comunità cristiane, agenti pastorali, sacerdoti furono assassinati. Nonostante l’altissimo prezzo pagato, le diocesi continuarono ad emanare documenti che denunciavano le vessazioni contro la popolazione. Così come faceva la Conferenza episcopale.

L'arcivescovo Rodolfo Quezada Toruño.

Chiediamo a padre Rigoberto se l’attuale gerarchia della Chiesa guatemalteca abbia proseguito sulla strada segnata da mons. Gerardi, anche dopo il suo assassinio. "Io vivo tra la gente e non nei palazzi - si schermisce -. Certo, la chiesa si è fatta dei nemici, soprattutto nel potere economico e in quello militare. Tuttavia, mi sembra che in quest’ultimo periodo sia diventata un po’ silenziosa rispetto a prima, quando era guidata da Prospero Penados del Barrio, che fu praticamente annientato. Oggi è in pensione, molto malato; io lo definirei un martire vivente, che continua ad essere molto amato dalla gente".

Attualmente, la carica di arcivescovo primate e di presidente della Conferenza episcopale sono concentrate in una sola persona, l’arcivescovo Rodolfo Quezada Toruño. "Forse - chiosa il sacerdote - c’è troppo potere concentrato in una persona sola".

Abbiamo già spiegato nel numero scorso (Guatemala 2004: a sette anni dalla pace) in che modo il generale Rios Montt abbia utilizzato le sètte evangeliche. "Le sètte - ricorda Rigoberto - entrarono nel paese nel 1891. Venivano dagli Stati Uniti su impulso delle famiglie più potenti, interessate a trasformare i paesi dell’America Latina in luoghi ideali per lo sfruttamento. Il loro imperativo era: dividi e vincerai. Si moltiplicarono enormemente durante gli anni di maggiore violenza politica, cioè a partire dal 1980; ed è inutile fare nomi, dato che esistono più di 4.000 denominazioni differenti".

L'arcivescovo Prospero Penados del Barrio.

Il giudizio di padre Rigoberto è durissimo. "Le sètte utilizzano la religione per contrastare la forza profetica della Chiesa cattolica e per giustificare i crimini commessi durante il conflitto armato e oggi vorrebbero perpetuare quel sistema che tanti danni ha prodotto. Io credo che il compito fondamentale delle sètte sia di produrre inganno e confusione tra la gente e, soprattutto, anestetizzarla davanti alla realtà. Purtroppo, la religione mal utilizzata può diventare uno strumento molto utile per il dominio delle coscienze e quindi delle persone".