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QT n. 7, 3 aprile 2004 Servizi

La parola all’avvocato

A chi comunica il disagio la coppia in procinto o in fase di separazione? Le ricerche (Barbagli-Saraceno) dicono che i partner si confidano con un numero molto esiguo di persone per non subire condizionamenti sulla scelta. La consulenza dello psicologo, ad esempio, è diffusa per lo più fra i ceti medio-alti, perché costa. Così l’avvocato diviene spesso l’unico confidente e dispensatore di consigli, anche se va detto che non sempre è la persona più adatta dal punto di vista della preparazione psicologica.

Abbiamo sentito il parere dell’avvocato matrimonialista e per i minori di Trento Alda Rimer, per conoscere qualche aspetto della specificità trentina in tema di separazioni.

Quali sono i motivi principali che portano la coppia trentina a sciogliere il matrimonio?

"Anche se la separazione coinvolge ogni fascia d’età, va detto che nei giovani ciò avviene con maggior facilità. Il giovane è meno legato al concetto di matrimonio come istituzione. Automaticamente la fine dell’amore significa fine dell’unione. Spesso vedo legami recisi sul nascere perché i partner non hanno elaborato un progetto di crescita condiviso; o meglio, nessuno ha comunicato all’altro i desideri sul proprio progetto di vita. Oppure affiora la delusione per l’immagine idealizzata del partner che non corrisponde alla realtà. Dunque, non soddisfa più.

Nel caso invece di matrimoni ‘datati’ (15, 20 anni o più) troviamo coppie, spesso con figli adolescenti, che trascinano un legame sbiadito, privo di passione e complicità. Talvolta perché il sentimento d’amore iniziale non si è tramutato in affetto maturo. Un’erosione del legame che apre la strada a relazioni extra-coniugali ed incompatibilità. Ecco allora che il matrimonio si dissolve non appena i figli escono dal nido famigliare, perché viene meno il perno su cui si reggeva.

Naturalmente ci sono anche i casi di scioglimento per maltrattamenti e violenze, non solo a danno delle donne, ma anche dei figli. E sono casi, non infrequenti, che rientrano nella separazione giudiziale, in cui uno dei coniugi fa ricadere la responsabilità, che si chiama oggi ‘addebito’ sull’altro.

In Trentino, comunque, la rottura del legame avviene per lo più in forma consensuale: la coppia, di comune accordo, sottopone al Presidente del Tribunale le condizioni di separazione alle quali è giunta"(secondo i dati ISTAT, nel 2000, le separazioni giudiziali in Trentino-Alto Adige sono state il 6,9% su un totale di 1.137 separazioni, n.d.r.).