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QT n. 20, 27 novembre 2004 Servizi

Vigo di Fassa: un paese diviso

Alle comunali vincono ancora i poteri forti locali, ma per poco. Avanza una visione più partecipata.

Gino Fontana ritorna dopo sei anni a ricoprire la carica di sindaco a Vigo di Fassa; ha infatti battuto l’albergatore Celestino Lasagna nella recente consultazione elettorale. L’ufficiale dell’esercito in pensione, l’albergatore ed ex assessore regionale che in via Dante a Trento ha lasciato un passaggio anonimo di efficacia politica, uscito sconfitto da Luigi Chiocchetti nella lista dell’Unione Autonomistica Ladina alle elezioni regionali, è così riuscito a ritrovare un ruolo nella vita sociale della valle di Fassa. Dopo l’imprevista sconfitta alle regionali, infatti, aveva rilasciato dichiarazioni sconcertanti, arrivando a pensare di ritagliarsi un nuovo lavoro come maestro di sci. Con questa vittoria sicuramente ha messo all’angolo una depressione che ci stava seriamente preoccupando.

Vigo di Fassa.

Fontana ha vinto di misura, con soli quaranta voti di vantaggio. Eppure la sua lista civica trovava appoggi forti nella U.A.L., nella Margherita, ma anche nei poteri veri del paese, impiantisti ed imprese edili. Il suo era un programma ambizioso: nuove aree artigianali, realizzazione della contestatissima ed inutile circonvallazione del paese che porta a Passo Costalunga, nuovi servizi e parcheggi per la funivia del Catinaccio (potenziando così il traffico in centro paese), sala multiuso, nuova sede dei vigili del fuoco. Ma anche intervento nel sociale: la solita populistica rincorsa del volontariato, un nuovo circolo anziani, il servizio Tagesmutter invece di pensare all’asilo nido.

L’altra lista civica era guidata dall’albergatore Celestino Lasagna, una lista che invitava alla sobrietà amministrativa e che motivava la popolazione alla partecipazione: niente megaprogetti, ma luoghi di ritrovo per i giovani, per la cultura, una attenzione particolare alla qualità urbanistica del paese, blocco delle seconde case. Non ha potuto vincere l’impossibile sfida, ma non è uscito sconfitto. Il risultato di quasi parità fa capire come nel paese sia maturata una forte credibilità nei suoi confronti, come sia presente una sfiducia non prevista verso Fontana.

Se Lasagna avrà la forza di continuare l’opposizione tenace che ha attuato nella passata legislatura riuscirà senz’altro ad incidere nell’amministrazione con scelte importanti, a modificare le volontà dei soliti poteri che in questa sono stati abituati a trovare amministrazioni servili, addomesticate. Certamente il segnale partito da Vigo dovrebbe far riflettere la U.A.L.; i tempi d’oro, nei quali era sufficiente avere come slogan vincente la tutela della cultura ladina sono terminati. Sembra che la popolazione voglia anche altro: democrazia, servizi sociali, blocco dello spreco di denaro pubblico in opere superflue.