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Per qualche euro in più

La battaglia per gli aumenti ai sindaci.

Dopo Bezzi, Dellai e Pacher, anche il più modesto Giorgio Lunelli, capogruppo della Margherita in Consiglio regionale, ha avuto la sua citazione sui media nazionali. Magari non proprio lusinghiera, ma comunque ad opera di un giornalista prestigioso come Gianantonio Stella. Il quale ha preso spunto dall’infelice tentativo del Lunelli di inserire, all’interno della nuova legge sull’ordinamento dei Comuni, un emendamento teso a raddoppiare (e anche più) le indennità dei sindaci trentini, in modo da equipararle ai compensi percepiti dai colleghi altoatesini. "La sua proposta - scrive Stella - è indecente. Dimentico delle accuse apocalittiche quotidianamente lanciate sulla situazione disperata in cui versano lo Stato, le Regioni ed i Comuni, ha proposto, in gioiosa alleanza con la SVP, di raddoppiare le indennità ai sindaci, ai vicesindaci e agli assessori dei Comuni trentini".

Giorgio Lunelli, capogruppo della Margherita in Regione.

Come si giustifica Lunelli? Spiega che l’aumento sarebbe stato una sorta di danno collaterale rispetto alla lodevole idea di fondo, quella di unificare i compensi nelle due Province; e visto che non era pensabile abbassare i ricchi stipendi dei bolzanini, non restava che dare più soldi ai trentini. "Ma visto che questo nostro tentativo si presta a fraintendimenti e sospetti - quanta cattiveria c’è in giro!, n.d.r. -, penso sia meglio tenere le cose separate, quindi propongo due tabelle distinte per i sindaci del Trentino e dell’Alto Adige".

Ancor meno rassegnato all’odiosa discriminazione è il consigliere Claudio Molinari, il quale, dopo aver meritoriamente combattuto contro la concessione di ulteriori privilegi ai consiglieri provinciali, adesso, bizzarramente, parla amareggiato di sindaci di serie A e di serie B, suscitando il commento ironico di Dellai: "Non mi piace chi si indigna a corrente alternata".

E il 15 dicembre, cioè subito dopo l’approvazione della legge sui comuni (orfana dell’emendamento Lunelli), Molinari, non ancora rassegnato, esprime "l’auspicio che l’assessore presenti al più presto un nuovo disegno di legge sulle indennità dei sindaci".

Sul Trentino, Franco De Battaglia, dando ragione ad un lettore arrabbiato, ricorda: "Già sono diversi i sistemi elettorali, non cambia molto se sono diverse le indennità ai sindaci". D’accordo, "occorre rimettere in campo legami nuovi con Bolzano, ma bisognerebbe esplorarli nella sanità,, nelle banche, nella cooperazione, in agricoltura…"

Insomma, ci hanno provato, ma stavolta l’assalto alla diligenza è stato respinto. Fino a un certo punto, però… Infatti - leggiamo sul Trentino del 15 dicembre - "la legge ha esteso le indennità anche alla marea di assessori - tra i 600 e i 700 - dei Comuni sotto i 2.000 abitanti, i quali avranno diritto al 30% di quanto prende il sindaco. E lo stesso compenso spetterà anche al presidente di Consiglio comunale (per i Comuni sopra i 3000 abitanti) che oggi ricevono solo il gettone di presenza".

E il giorno dopo, sull’Adige, Pierangelo Giovanetti ci ricorda che i sindaci, oltre all’indennità, percepiscono degli abbondanti rimborsi-spese: "In provincia di Trento si spendono annualmente 7 milioni di euro per le indennità di sindaci, vicesindaci e assessori, e altri sette milioni per i rimborsi-spese". Questi ultimi, oltre ad essere esentasse, nel caso di "missioni politiche" non hanno bisogno di pezze d’appoggio né di autorizzazioni di sorta.

Appena il tempo di rifiatare, ed ecco che la battaglia si riaccende, nuovamente sul fronte del Consiglio regionale, dove uno dei pochi risultati positivi della recente regolamentazione in tema di soldi era stato l’eliminazione dell’aggancio dei vitalizi (o pensioni che dir si voglia) degli ex consiglieri agli stipendi dei deputati, facendoli invece dipendere dall’indice Istat: "Sembra che l’assemblea degli ex - scrive Enrico Pucci sul Trentino di martedì 21 - si sia spaccata sulla linea da tenere, ma alla fine hanno prevalso i duri (qualche nome: Ferretti, Paolazzi, Matuella, Spoegler, n.d.r.). La riforma viene giudicata illegittima perché avrebbe toccato i diritti acquisiti".

E dunque si ricorrerà in tribunale.