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QT n. 1, 15 gennaio 2005 Servizi

La città: vista da destra

Risponde Ettore Zampiccoli, coordinatore di Forza Italia.

Grande è la confusione sotto il cielo della Casa delle libertà. Litigi continui, il penoso gioco del cerino per cui nessuno degli esponenti di spicco vuole candidare, quelli di mezza levatura che vengono via via impallinati da una serie di veti ecc. Tutto questo ci sembra figlio non solo dei pronostici, che danno il sindaco Pacher inattaccabile; ma del fatto che il centro-destra sia clamorosamente mancato sul campo: nelle proposte e nell’identità. Su questo ragioneremo meglio in altra occasione. Qui invece diamo spazio al coordinatore di Forza Italia, Ettore Zampiccoli, probabile candidato sindaco (per obtorto collo) per gli azzurri.

Rivolgiamo anche a lui le stesse questioni programmatiche che abbiamo sviluppato nelle pagine precedenti.

Ritiene che il Trentino possa puntare sulle tecnologie ambientali?

"Può in effetti essere una strada percorribile. Il punto è vedere se riusciamo ad essere concorrenziali con i grossi centri di ricerca."

Ettore Zampiccoli, coordinatore di Forza Italia.

Però si entrerebbe in contraddizione con un tipo di investimenti tutto incentrato su PiRuBi e autotrasporto. 

"Il punto è migliorare la mobilità salvaguardando l’ambiente. Dobbiamo capire che sviluppo turistico vogliamo: invece di aumentare i numeri, dovremo puntare sulla qualità; e su un allungamento delle stagioni."

Non le sembra che il Trentino privilegi le esigenze degli autotrasportatori?

"Beh, è un discorso nazionale. Si è sempre privilegiato la gomma rispetto al ferro."

Ma noi, non stiamo andando in controtendenza rispetto ai paesi alpini? Loro non vogliono i Tir; noi con la PiRuBi li vogliamo attirare, per poi farli salire sui treni all’interporto. E un Tir che manovra inquina molto più di uno che transita. Non sarebbe più logico far imbarcare i Tir a Verona o Padova?

"Posso essere d’accordo. La questione da valutare è se si vuole o non si vuole potenziare la Valsugana."

Quali rapporti vede con Bolzano e Innsbruck?

"Con Bolzano siamo obbligati a confrontarci per razionalizzare servizi ed iniziative di scala regionale: aeroporto, interporto, Fiere. Ad esempio è fuori di ogni logica economica che noi vogliamo duplicare l’aeroporto a Mattarello.

Con Innsbruck invece vedo soprattutto rapporti culturali, di scambi tra le Università e iniziative di valorizzazione dell’ambiente."

Quali politiche verso le categorie deboli?

"C’è un’attenzione intermittente: per un po’ si parla di disagio giovanile, poi di affitti; poi si tace. C’è il rischio che queste aree di disagio crescano e i problemi si acuiscano. Come prima cosa secondo me si dovrebbe affrontare il problema della casa."

Magari con un’Ici differenziata, che penalizzi i tanti che lasciano le case sfitte?

"La leva della defiscalizzazione per chi affitta mi sembra un buon strumento."

E la leva della superfiscalizzazione per chi non affitta?

"Secondo me non cambia le cose. Sarebbe più produttivo che l’ente pubblico fornisse garanzie per tutelare dalle morosità degli inquilini."

Come valuta il fenomeno dell’immigrazione?

"Non mi pare proprio che sia un problema. Anche i fenomeni di delinquenza, se analizzati, si vedono che sono trasversali. Se noi garantiamo assistenza, lavoro, diritti, e parimenti richiediamo doveri, non ci dovrebbero essere problemi."

Lo diamo il voto agli immigrati?

"Dopo un certo numero di anni dovrebbero averlo. Anche la consulta degli immigrati sarebbe una cosa positiva."

Vogliono la moschea.

"Se se la pagano, perché no? Sarebbe tutto da discutere se fosse l’ente pubblico a doverla finanziare."

Veramente chiese e parrocchie vengono lautamente sovvenzionate. Un cittadino islamico ha meno diritti di uno cattolico?

"Bisogna stare attenti: i trentini non capirebbero. Andiamo avanti con gradualità."

Nella progettazione urbana sono apparsi i grandi nomi dell’architettura internazionale. Il pubblico ha mantenuto la regia?

"Il sindaco è stato abile e lungimirante a coinvolgere questi architetti. Sull’area Michelin mi sembra però che la cosa gli sia sfuggita di mano: su un uso dell’area a favore della città hanno prevalso gli interessi immobiliari. Nonostante il pubblico abbia fatto sostanziosi e poco giustificati regali, come spostare il forno crematorio a Ravina per non far deprezzare gli immobili della Michelin. Insomma, abbiamo visto una regia privata, non pubblica."

E a Trento Sud, c’è un disegno pubblico?

"Sullo sviluppo della città ci vuole un momento di riflessione. Anche per valutare i rapporti con i Comuni vicini, dove forse è il caso di ridislocare una serie di attività. Altrimenti Trento rischia di diventare un contenitore di qualsiasi cosa, congestionato ed inquinato."