Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Trentino, Sudtirolo, Tirolo, due anni dopo

Tornano finalmente a riunirsi i Consigli delle tre province. E, alla buon'ora, non si parlerà più di grazia ai terroristi.

La prossima seduta congiunta delle assemblee legislative di Trentino, Alto Adige e Tirolo finalmente si terrà, dopo due anni di sospensione, e non verrà "disturbata" dalla mozione sulla grazia ai terroristi. Si tratta di pene accessorie inflitte a persone condannate per delitti gravissimi e che non hanno mai scontato un giorno della loro condanna. Gli altri sono stati già tutti graziati, e di per sé la questione ha un significato esclusivamente ideologico, non trattandosi certo né di fare giustizia né di restituire la libertà a persone che non l’hanno mai persa.

Attentato terroristico degli anni '60.

Dal punto di vista formale, ciò era chiaro fin dal principio. Ma, chi ci tenga ad un miglioramento dei rapporti fra le regioni contenute nell’area alpino-trentino-tirolese, è bene non dimentichi quanto accadde a Riva del Garda nel 2002. La seduta congiunta delle tre assemblee legislative, organizzata dal Trentino, fu interrotta bruscamente e violentemente dalle accuse letteralmente urlate dagli esponenti più in vista della SVP ai consiglieri e alle consigliere trentini, di essere "come al solito" mancanti della parola data. Ma era davvero così?

Chi aveva seguito i lavori della commissione preparatoria, la Commissione interregionale, composta di consiglieri e consigliere di Tirolo, Sudtirolo e Trentino, rimase a bocca aperta. Infatti, nel corso dei lavori, era stato lo stesso capogruppo della SVP a spiegare come il suo partito fosse in imbarazzo di fronte alla mozione dei partiti della destra tedesca che chiedevano che le assemblee congiunte si pronunciassero senza distinzioni a favore della grazia ai terroristi. Il presidente della giunta provinciale di Bolzano, Durnwalder, aveva per parte sua dichiarato all’emittente privata Video Bolzano 33 che si doveva "distinguere caso per caso". E’ evidente inoltre che l’iniziativa non era intesa a portare da nessuna parte, se non a porre all’attenzione dei media un tema emozionante e capace di creare conflitti e riscaldare l’elettorato della destra nazionalista sudtirolese. La grazia è infatti un potere del Presidente della Repubblica e di solito viene concessa dopo trattative e ragionamenti che più riservati sono, più sono efficaci. Quindi, il timore del partito di maggioranza era esclusivamente di carattere elettorale, il timore di vedersi portare via i voti dalla destra dell’Union e dei Freiheitlichen.

Nella riunione della Commissione, fra la sorpresa generale, una parte della delegazione trentina non si era opposta alla presentazione della mozione, chiedendo solo qualche modifica, e mettendo così in difficoltà i rappresentanti del Tirolo, i quali, ben convinti che la materia non avesse e non abbia nulla a che fare con le competenze attribuite a quel consesso, erano pronti a trarre dall’imbarazzo i cugini sudtirolesi. Invece di respingere fin da subito la mozione, dichiarandola non ammissibile, si incaricò il presidente del Consiglio provinciale di Trento di modificarla, per renderla in qualche modo accettabile. Tuttavia quando si andò in seduta plenaria, sulla riunione pesavano da un lato la convinzione di molti sulla non competenza del luogo e le pressioni espresse anche in forma pubblica da parte di parenti delle vittime di feroci attentati i cui responsabili in nessun modo hanno pagato alla giustizia, e dall’altro lato l’interesse elettorale, cui notoriamente la SVP è abituata da sempre a sacrificare moltissimo. Due equivoci incrociati.

A Riva del Garda, dopo il dibattito in cui le posizioni erano scontate, si arrivò dunque al voto, che veniva effettuato separatamente, assemblea per assemblea. Primo a votare fu il Trentino. In parte per convinzione e in parte pensando di togliere le castagne dal fuoco agli amici della SVP, i consiglieri e le consigliere trentine/i votarono in maggioranza contro la proposta. Secondo lo scarno ma chiarissimo regolamento, la proposta doveva essere considerata respinta, in quanto bocciata da parte di una delle tre assemblee. E questo è ciò che è di fatto avvenuto, ma la storia si è conclusa solo pochi giorni fa. In mezzo ci sono stati i fattacci di Riva del Garda. Infatti nella sala dei congressi in riva al lago, invece di trarre un sospiro di sollievo nel vedere respinta la scomoda proposta, senza averla bocciata direttamente, la SVP si unì, come ricordato sopra, agli insulti rivolti ai trentini, e Durnwalder fu inflessibile nel respingere ogni tentativo di composizione dei tirolesi esterrefatti e dei trentini increduli e dispiaciuti dell’esito della loro "buona azione". Le ragioni elettorali e di immagine una volta di più furono determinanti per il comportamento del partito etnico tedesco, indifferente ai guasti istituzionali.

Ora, trascorso il tempo necessario a far dimenticare quanto accaduto (si sa che i giornalisti di oggi e l’opinione pubblica dimenticano rapidamente), la seduta congiunta viene fatta come se nulla fosse e, in ossequio al regolamento, la mozione sulla grazia rimane fuori.

Ma i conti non tornano. Perché che senso ha riunirsi in modo solenne e festoso e non riuscire a mantenere un comportamento rispettoso nei confronti di coloro con cui si dice di voler addirittura costruire relazioni a livello istituzionale? La SVP e il suo capo dovrebbero chiedere scusa ai trentini per quelle vergognose parole, per la scenata volgare e per aver cercato di sovvertire le norme che regolano le sedute congiunte.

Il presidente Luis Durnwalder.

Forse la rinuncia alla mozione sulla grazia ai terroristi, deve essere interpretata in questo modo, ma in realtà le relazioni fra soggetti non possono altalenare solo fra insulti e silenzi; riconoscimenti e scuse sono altrettanto importanti. E questo è lo stato di oggi all’interno di quella che una volta veniva presentata come l’assemblea dell’Euregio, che non a caso si voleva chiamare "Tirolo", perché ignorava il Trentino come ignora ancor oggi tutto ciò che esula da una visione etnica.

Eppure è una posizione debole. Perché ha un sapore di insopportabilmente vecchio, ed è irrimediabilmente lontana dalla società che, a dispetto dei suoi politici e delle loro costose beghe, sta avanzando in Sudtirolo grazie all’Università, ai gruppi teatrali, ad una gioventù che almeno in parte si sta rapidamente scrollando di dosso i pregiudizi e i legacci di un mondo chiuso che i suoi governanti vorrebbero mantenere ancorato ad un passato di conflitto e rivendicazioni, stretto nella morsa del monolinguismo in un mondo plurilingue.

Questa nuova realtà saprà darsi nuove istituzioni, e le scenate "leghiste" di Riva del Garda faranno parte di un tempo di cui vergognarsi.