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QT n. 7, 9 aprile 2005 Monitor

Biagio Antonacci, malgrado il Papa

Concerto pieno di entusiasmo ed energia al Palaghiaie di Trento (unico in Italia nei giorni del debordante lutto nazionale).

Tutto esaurito come non si registrava da tempo al Palaghiaie. Per Antonacci sono accorse 4500 persone che fanno impallidire le 2000 presenze scarse al concerto di Elisa della settimana precedente, dopo l’annullamento dello spettacolo di Venditti per le fiacche prevendite. La grande pedana di plexiglass che al centro del Palazzetto si dirama in varie direzioni dà l’idea di un concerto di proporzioni notevoli: fa un certo effetto vedere a Trento un pubblico imponente e caloroso già un’ora prima dell’inizio. Entrambe le tribune sono già gremite e i più giovani si sono assiepati attorno alla pedana per vedere da vicino e magari anche toccare il loro beniamino. Alle 21.05 l’osannato Biagio spunta da una tribuna laterale sulle note di "Eternità" e, imbracciato un riflettore, lo punta sul pubblico amplificando l’effetto delle braccia che si alzano per applaudirlo. Antonacci scende poi sul palco con tutta la band e attacca due pezzi piuttosto tirati dall’ultimo album "Convivendo", autentico caso discografico dell’anno, uscito in due capitoli a prezzo ridotto e che veleggia verso il milione di copie vendute. L’entusiasmo del popolo di Biagio, prevalentemente femminile, continua a crescere e il protagonista non si sottrae al bagno di folla: ammicca quando è il momento, batte il cinque con generosità agli aficionados delle prime file e sa caricare il pubblico attraverso movenze e modulazioni della voce. "Grazie per questa accoglienza profumatissimaaa!" esclama stupito da tanto calore (merce rara a Trento...) e non perde occasione per aizzare i fans: "Stasera dovete promettermi di tornare a casa senza voce, tutti sudati e tutti innamorati".

E sono proprio le canzoni d’amore a fare la parte del leone: da "Quanto tempo e ancora", cantata all’unisono col pubblico, ad hit come "Non parli mai", "Se io se lei", "Se è vero che ci sei", accolti da boati di entusiasmo. Dopo un’ora abbondante di concerto Antonacci si fa serio e un po’ tardivamente spiega: "Ci siamo chiesti se fosse il caso di suonare questa sera, in un momento così particolare…e io credo di sì, perché il Papa era una persona piena di energia che amava la musica e per questo non credo che avrebbe mai voluto farla fermare...".

Il pubblico approva, ma sta di fatto che in tutto il resto d’Italia ogni altro concerto è stato annullato e la serata di Trento ha costituito un’eccezione.

Il resto dello spettacolo è all’insegna di una riuscita alternanza tra i brani di punta dell’ultimo album e i successi del passato, proposti in un set acustico che vede l’insolita partecipazione di un terzetto d’archi, fino al gran finale sulle trascinanti note di "Non è mai stato subito" (interrotta all’apice da un simulato black out che lascia il Palasport al buio per cinque minuti) e della conclusiva "Liberatemi".

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