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Bombe silenziose

Le politiche di depredazione attuate dai grandi organismi internazionali sono annualmente responsabili della morte di 11 milioni di bambini sotto i 5 anni. Da “L’altrapagina”, mensile di Città di Castello.

Rodrigo A. Rivas

Forse perché ho il vizio del topo di biblioteca, trangugio informazione. Ne conosco i rischi; ma a volte serve. Infatti, scartabellando, trovo una nota dell´Afp, datata 25 settembre 2000: "Circa 19.000 bambini muoiono ogni giorno grazie alle politiche monetarie".

La notizia arrivava da Praga, dove era in corso l’assemblea annuale congiunta del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Naturalmente, l’informazione non proveniva da un’autocritica realizzata dai partecipanti all’incontro stesso, ma dalle parole d’ordine delle manifestazioni parallele: "Circa 600 persone appartenenti al movimento Giubileo 2000, quasi tutti religiosi e religiose in abiti talari, hanno preso parte ieri a un corteo funebre in ricordo dei 19.000 bimbi sotto i 5 anni che muoiono ogni giorno nel Terzo Mondo in virtù delle politiche praticate dagli organismi internazionali". 19.000 moltiplicato per 365 giorni e 6 ore fa esattamente 6.939.750 bimbi morti all’anno. Ovvero, ogni anno i bimbi morti superano i 6 milioni di persone eliminate nei campi di concentramento e sterminio come Auschwitz-Birkenau, Mathausen, Dachau, Treblinka, Maidanek, Sobibor, Belzec, Buchenwald, Bergen-Belsen, Chelmno, Ravensbruck, Sachenhausen, Flossenburg, Sutthof, Theresienstadt… nell´insieme sinonimo del punto più alto raggiunto da una perversione inumana inqualificabile.
Allora, ogni anno, va in scena un olocausto di bimbi riveduto e corretto? Forse, i preti e le suore del corteo hanno esagerato.
Scartabello allora tra i dati dell’Unicef. Mi dicono che sono 11 milioni i bimbi - sempre sotto i 5 anni - morti annualmente. Un giornale mi informa che, nella seconda guerra mondiale, sono morti circa 37 milioni di persone. Una piccola enciclopedia aggiunge che, di questi, 24 milioni morirono nel fronte orientale, sulla linea russo-tedesca. Che 20 milioni erano cittadini di ciò che allora si chiamava Unione. Che i soldati statunitensi morti sono stati 457.000, caduti soprattutto sul fronte giapponese…

Tuttavia, poiché non voglio stancarmi troppo di far parte del genere umano, coltivo una speranza: forse era destino che andasse così, almeno a buona parte degli 11 milioni di bimbi?

Mi guardo, quindi, i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Vorrei mi raccontassero che è tutta colpa del destino. Invece, mi dicono che il 15% degli 11 milioni muore per malattie che possono essere prevenute tramite semplici vaccini (1,65 milioni), il 18% per infezioni controllabili delle vie respiratorie (1.980.000), il 17% per diarrea (1.870.000), il 20% per difficoltà perinatali (2.200.000), il 7% per malaria (770.000) e il 23% (2.530.000) per altre cause prevedibili. Non trovo nemmeno una traccia di cause misteriose e inevitabili. Continuiamo a parlare - solo - di bimbi sotto i 5 anni. Questo genocidio inqualificabile non comprende gli altri bimbi, gli adolescenti, le donne, gli anziani… Se li sommiamo, la cifra supera di molto - ogni anno - il numero complessivo dei già citati morti della seconda guerra mondiale. Ma, restiamo al tema. Parliamo, cioè, solo di bimbi.

Se tutte, o quasi, queste morti sono evitabili, la conclusione non può che essere una: il sistema che li ammazza, sistema nel quale Fondo Monetario e Banca Mondiale giocano un ruolo fondamentale (ma non sono da soli), è molto più efficiente ed efficace del nazismo. E’ formalmente più pulito. Opera in base ad una delega, rilasciata ai governi incaricati di collaborare con la strage di massa della loro propria popolazione, e a un voto dei governi che fanno parte del direttorio di questi organismi, tra cui quelli dell’Unione Europea.
Si tratta di matematiche elementari: se solo i preti e le suore avessero il Fondo Monetario, la Banca Mondiale, l’Omc, l’Ocse e la Nato producono, ogni decade, 69,35 milioni di bimbi morti, quasi il doppio di tutti i morti della II Guerra Mondiale. Senza considerare il notevole pregresso accumulato finora.

Qualche altra correlazione semplice? 19.000 bimbi al giorno vuol dire oltre sei volte tutti i morti nell’attentato terroristico al World Trade Center dell’11 settembre 2001. Vuol dire che, ogni 4 giorni, si arriva alla cifra dei morti del 6 agosto 1945, quando a Hiroshima venne scaricata la bomba atomica. Vuol dire che, se alle vittime dei campi di concentramento si aggiungono quelle di altre stragi, le più efferate, come quella di Lidice, di Guernica, di Oradur, di My Lai e Songmy, di Sabra e Chatila, e poi quelle di Cambogia, Palestina, Algeria, eccetera, non si arriva neppure lontanamente al numero di vittime causate dalle politiche praticate dagli organismi internazionali.

A questo punto, all’efficienza, all’efficacia e alla pulizia di queste ecatombi, bisogna aggiungere un’altra caratteristica: il silenzio. Sono bombe silenziose. Leggo dall’agenzia "Redattore sociale" dell’11 maggio 2005: "Ogni africano riceve ogni anno 18 dollari di aiuti dall’estero. Ne paga 18 per ammortamento del debito estero". Ricordo che la cifra investita dall’Italia per la Cooperazione allo sviluppo (0,013 del Pil) è uguale ad un sesto della cifra che il paese spende annualmente per le forze armate. Mi rammento che, per attutire gli effetti del G8 di Genova e dei pestaggi assortiti praticati nell’occasione (2001), il governo di Roma propose di istituire un fondo per la lotta all’Aids in Africa, ma che, nell´aprile 2005, ha destinato questo contributo alle spese militari della missione a Nassyria. Mi viene in mente che la campagna del Giubileo 2000 per cancellare il debito dei paesi poveri, permise di pagare il debito di due piccoli stati africani, dopo che la Chiesa esercitò forti pressioni - minacciando una denuncia pubblica - sul governo italiano dell’epoca, presieduto da un assai realista onorevole di Gallipoli, perché, dopo le chiacchiere, l’Italia desse anche un contributo in solido. Insomma, se escludiamo i diretti responsabili,sul resto dell’umanità il praghese Kafka direbbe: "Per trasmettergli la sua intensa partecipazione, il direttore dell’albergo le strinse talmente forte la mano, che gli fece venire le lacrime agli occhi" ("America").