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Toh, un liberale!

La proposta di un Registro delle unioni di fatto scatena la lite nel centro destra. Ma anche nel centro sinistra.

Fra i bigotti inquilini della Casa delle Libertà, ogni tanto si fa vivo qualche strano personaggio che, pur militando in Forza Italia, crede di appartenere a un partito liberale, come da proclamazioni ufficiali. E’ il caso del consigliere comunale di Trento Dario Maestranzi, che il 20 ottobre compare sui giornali come proponente di un ordine del giorno per l’istituzione di un registro delle unioni di fatto, misura già attuata in altre città, da Bolzano a Perugia, da Pisa a Ferrara. Un problema che in Italia interessa oltre un milione di persone, e circa 2000 in Trentino: "Un primo passo per riconoscere giuridicamente le coppie di fatto, sia etero che omosessuali… Un atto simbolico, ma un giorno, se e quando lo Stato cambierà la legge, questo elenco garantirà la base per l’accesso alla richiesta di alloggi popolari".

Il presidente del partito, Ettore Zampiccoli, cerca di fermarlo in modi gentili: "Con tutti i problemi che ha Trento, questo mi pareva il meno urgente. Dopo di che ci sono delle ragioni culturali e politiche che mi spingono a non firmarlo". Più irruento, al solito, Giorgio Manuali: "Noi non siamo Zapatero".

Incoraggiati dalla sortita di Maestranzi, dall’interno del partito qualcun altro sporge il capino: ad esempio, il locale Club di Forza Italia e soprattutto i giovani del partito, che spiegano a Manuali la differenza non da poco fra i Pacs e l’istituzione del matrimonio fra omosessuali.

Ma subito la sacrestia contrattacca: Claudia Povoli, coordinatrice di "Azzurro donna" invoca i "principi fondamentali del mondo cattolico, che riconosce nella famiglia tradizionale il cardine irrinunciabile della nostra società". E i Pacs sono un tentativo di "umiliare la famiglia e la donna". Sulla stessa linea il consigliere circoscrizionale Francesco Solidoro: "Maestranzi manca di rispetto alle idee del nostro movimento, che ha sempre messo in primo piano la difesa della famiglia naturale". A questo punto le soluzioni sono tre: "Il ritiro del documento, le dimissioni di Maestranzi dal partito, oppure – extrema ratio – l’allontanamento dell’indisciplinato consigliere da parte dei vertici di FI". Altrimenti - quarta opzione - sarà lui, Solidoro, ad andarsene.

Ci si attende una parola definitiva da Mario Malossini, coordinatore regionale, che sorprendentemente non sconfessa Maestranzi e si limita a chiedere che si approfondisca la discussione sul tema. Ma cinque giorni più tardi si pente: appare "infastidito" dalla vicenda e si schiera apertamente: "Da cattolico potete immaginare come non sia d’accordo. Io difendo la famiglia".

Se comunque in Forza Italia c’è un po’ di dibattito, fra gli altri del centro-destra nessuno ha dubbi: "Sulla famiglia non possiamo transigere" - dice il leghista Divina. E Coradello (AN), ancor meglio: "Questo è un attacco alla famiglia… Secondo i nostri valori non è lecito estendere gli stessi benefici alle coppie di fatto rispetto a quelle sposate. Per non parlare delle coppie omosessuali, che essendo sterili sono contro natura".

Purtroppo anche a sinistra le posizioni non sono univoche. La consigliera diessina Sara Ferrari ("anch’io sono una coppia di fatto") è perentoria: "Firmerò l’ordine del giorno per convinzione e perché questa è una proposta dei Ds nazionali e della sinistra provinciale", ma il suo capogruppo Michelangelo Marchesi vuol prendere tempo: sì, il registro delle coppie di fatto fa parte del programma, "ma prima di dire la mia vorrei un adeguato processo istruttorio". Peggio ancora l’assessora, anche lei diessina, Violetta Plotegher, che utilizza l’abusato strumento retorico del "prima ci sono cose più urgenti": "I Pacs… possono andare bene, ma la prima preoccupazione dev’essere quella di tutelare la famiglia con i figli… Io proporrei prima di tutto un registro delle coppie con figli". Insomma, "nulla in contrario, ma bisogna chiedersi a cosa servono. Sarebbero la testimonianza formale dell’ente pubblico dell’esistenza di un legame, ma allora dovrebbe bastare l’atto in sé".

Parla molto più chiaramente Margherita Cogo: "Certo che l’ordine del giorno Maestranzi va votato! Vorrei capire come si potrebbe non farlo quando i Pacs sono nel programma dell’Unione… Sono tante le cose da affrontare, ma dire che una cosa non è prioritaria è il sistema migliore per non affrontare le questioni e rimandarle".

E alla Margherita che ne pensano? "Sono i più abbottonati" – commenta il Trentino, riportando le espressioni di latitanza del vicesindaco Andreatta ("E’ una questione complessa, voglio riflettere prima di esprimermi") e della capogruppo Giovanna Fadanelli ("Su un tema come questo va fatto un ragionamento ampio… E’ una riflessione che senza dubbio faremo più avanti"). Ma c’è anche chi non ha bisogno di tempo per decidere, come Maria Chiara Franzoia, che lapidariamente commenta: "Così si scardina la famiglia".

Intanto, il kamikaze Maestranzi non demorde: è disposto a rimandare di qualche settimana la presentazione dell’ordine del giorno, ma non a ritirarlo come il partito gli chiede. E sospira: "Sono entrato in Forza Italia credendo che ci siano spazi anche per un pensiero liberale…". Ingenuità a parte, onore al merito.