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QT n. 20, 26 novembre 2005 Servizi

Il Pacs, un matrimonio “leggero”

Non è una rivoluzione: è un adeguamento formale al cambiamento della famiglia. Con quali innovazioni?

La discussione sui Pacs ci ha coinvolto un po’ alla volta; abbiamo ascoltato dibattiti e interviste in televisione, la stampa ci ha informato delle diverse posizioni a livello politico nazionale, sappiamo che sono stati approvati in molti stati europei.

Insomma i tempi sembrano ormai maturi perchè nella società ci siano, a fianco delle antiche, anche nuove forme di istituzionalizzazione del rapporto familiare. Perchè è indubbio che la famiglia, come sempre del resto ma in questi ultimi anni tumultuosamente, è via via cambiata. E quindi ci si dovrebbe aspettare che ai cambiamenti nella società, nella vita delle persone, corrispondano nuove formalizzazioni istituzionali, nuove forme di matrimonio.

Solo che le cose non sono così semplici.

Innanzitutto perchè la Chiesa cattolica attribuisce un particolare valore, sacrale, alla famiglia (e il matrimonio difatti è un sacramento) che considera immutabile; e questi sono fatti suoi, o meglio, dei cattolici. Ma inoltre la Chiesa tende, se può a imporre la propria visione etica come norma per tutti, e cogente per legge: e questi allora non sono più solo fatti suoi.

Anche perchè la politica, particolarmente debole in questo periodo, si dimostra prona o tentennante.

In questo articolo vediamo da una parte come il tema possa essere affrontato nel merito, al di la degli schieramenti politici. Dall’altra forniamo al lettore ulteriori elementi di giudizio, vedendo nel concreto come e in che cosa i Pacs differiscano sia dal matrimonio come dalle unioni di fatto.

Nella nostra Trento, in Consiglio Comunale, si è aperto un contenzioso sui Pacs che sta animando la vita politica; Dario Maestranzi (Forza Italia) ha sollevato la questione e la sua proposta di istituire un registro per le unioni di fatto ha dato inizio ad una bagarre. Maestranzi, ancora stupito dalle reazioni, afferma che "

i Pacs sono un passo avanti: riconoscere le convivenze di fatto è mettere fine ad un vuoto legislativo. in Parlamento la proposta di legge Rivolta (anch’egli di Forza Italia, e ci tengo a sottolinearlo) a cui mi sono riferito, parla di un contratto fra persone maggiorenni che intendono pattuire pubblicamente la loro convivenza, senza discriminarne il sesso. Purtroppo è la questione omosessuale che ha fatto scalpore, anche se rispetto a 4, 5 anni fa è cambiata la mentalità: allora nessuno aveva ancora fatto outing.

Certo, accettare questi cambiamenti è una questione di cultura, sicuramente i giovani sono solidali, ma purtroppo si tengono a distanza dalla politica, e quindi contano poco, mentre tra le persone di una certa età c’è più resistenza. Altro scoglio sono le adozioni, che nei Pacs non sono previste, ma sicuramente non si intende allargare alle coppie omosessuali la possibilità di adottare un figlio.

Comunque voglio sottolineare: da parte mia sono orgoglioso che la mia proposta abbia richiamato attenzione sull’insieme del problema".

Alla proposta alcune forze politiche hanno dato il loro mascolino parere di condanna, altre si sono astenute, nello specifico e nel personale sono volati insulti, qualcuno si è beccato dello sporcaccione, qualcun altro vuole mettere in cura gli omosessuali perché malati e paventato la legalizzazione della pedofilia; insomma, un Consiglio comunale vivace e indisciplinato che in alcuni suoi membri fin dall’inizio aveva fatto scalpore per l’attacco contro l’immigrato Mamadou Seck; e che qui non si è smentito.

Con Mauro Bondi, consigliere provinciale (Ds) e avvocato, parliamo degli effetti giuridici dei Pacs, e delle differenze con il matrimonio e le convivenze di fatto.

Bondi ci spiega che "con il Pacs non si scopre nulla di nuovo; nell’antica Roma esisteva la ‘res facta’ con la quale si riconosceva la coppia di fatto, poi vennero i patti coniugali, quelli che oggi chiamiamo appunto Pacs, per poi arrivare ai ’dextrarum iunctio’, la prima forma di matrimonio, con una serie scritta di diritti e doveri, mentre l’istituzione del matrimonio religioso è successiva al 380 d.c. con Teodosio e la religione cattolica divenuta religione di Stato.

L’aspetto più innovativo dei Pacs è che si rivolgono anche a coppie dello stesso sesso. L’art. 2 della proposta di legge Grillini stabilisce che‘patto civile di solidarietà è un accordo tra due persone di sesso diverso o dello stesso sesso stipulato al fine di regolare i propri rapporti personali e patrimoniali relativi alla loro vita in comune. Per unione di fatto si intende la convivenza stabile e continuativa tra due persone, di sesso diverso o dello stesso sesso, che conducono una vita di coppia’.

MATRIMONIO, PACS, UNIONI: CHE DIFFERENZA C'E'?
MatrimonioPacsUnione di fatto
Essere di sesso differenteNoNo
Obbligo di fedeltàSi è tenuti alla correttezzaNo
SeparazioneScioglimento legameNo
Affidamento figli: a chi offre maggiori garanzieUgualeUguale
AdozioneNon previstaNo
Rito in chiesa o in ComuneRegistrazione in ComuneNo
Comunione dei beni
(salvo optare per separazione)
Separazione dei beni
(salvo optare per comunione)
No
Essere maggiorenniUgualeNo
Non avere legami parentelaUgualeNo
Essere liberi o divorziatiUgualeNo
Non essere infermi di menteUgualeNo
Reversibilità della pensioneUgualeNo
Permesso soggiorno per partner extracomunitarioUgualeNo
EreditàUgualeNo
Contratto locazione e diritto permanenza
in abitazione comune
UgualeNo
Permesso assistenza ospedalieraUgualeNo

Possiamo definire i Pacs una forma di matrimonio più leggero, in una scala che va da 1 a 100, se il matrimonio equivale a 100, e l’unione di fatto 1, i Pacs non si situano in mezzo, a 50, ma a 80, 85".

I Pacs sono quindi un adeguamento formale al cambiamento della famiglia; con quali innovazioni?

"Non ci sono enormi differenze; anche nei Pacs sono stabilite le questioni ereditarie, la reversibilità della pensione, l’assistenza sanitaria, i permessi di soggiorno per partner extracomunitari, il diritto di permanenza nell’abitazione comune".

Il problema dell’affidamento dei figli come è affrontato?

"In caso di disaccordo, è il tribunale che stabilisce, rispetto al bene del figlio, le modalità di affidamento: ma questo vale pari pari per i figli di una coppia di fatto e di una coppia sposata".

L’obbligo di fedeltà è previsto anche nei pacs?

"No: i contraenti sono però tenuti a comportarsi secondo ‘buona fede e correttezza’".

Lo scioglimento, il diritto di uscita, com’è regolato?

"Con un atto scritto, notificato all’altra persona, si comunica la propria intenzione di sciogliere il patto; da quel momento decorrono tre mesi. La forma meno impegnativa di Pacs è quella che prevede la separazione dei beni; in ogni caso sono tutelati i figli e conservato il diritto agli alimenti per il contraente debole, fino a due anni dallo scioglimento".

L’adozione è regolata?

"La proposta di legge non ne parla, ma sarà sicuramente la norma sull’adozione che dovrà essere modificata. Tutte le leggi collegate dovranno essere integrate: quella che parla di stranieri, di edilizia agevolata, di pensioni, ecc.".

Che tipo di legame è previsto fra persone unite da un Pacs?

"Sicuramente è riconosciuta una sfera affettiva: le persone legate da un Pacs sono equiparate ai componenti di una famiglia, si prevede che ci sia un’unione stabile e continuativa. Non ha molto senso, insomma, un Pacs tra studenti universitari che coabitano in un appartamento.