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Aspettando la liberazione

Il clima plumbeo della politica nazionale, e la speranza di una svolta con le prossime elezioni.

A guardare le cose con olimpico distacco viene da constatare che nella destra nostrana vi sono anche contraddizioni divertenti, tanto da farci prevedere che dopo il loro pur augurabile declino lo scenario sarà un po’ meno comico.

Roberto Calderoli

Pensate che la Maiolo, già fanatica di sinistra ed ora con una qualche responsabilità amministrativa nella giunta di destra lombarda, ha proposto di elargire gratuitamente il Viagra ai vecchietti per stimolarne l’appetito sessuale, ed al contrario il suo collega di coalizione Ministro Calderoli ha invece proposto di castrare coloro che per eccesso di tale appetito ne abbiamo abusato. Sarà bene che qualcuno, magari Marcello Pera, autorevole portavoce di ambienti qualificati nella materia, organizzi un convegno della destra per approfondire l’argomento e possibilmente trovare una linea comune circa il destino che la destra intende riservare a quell’organo così importante per la procreazione non assistita.

Ma vi sono purtroppo anche questioni più serie che urgono alla nostra riflessione e che riguardano il destino dell’intera comunità nazionale. Sulle quali però temo che non giunga ai nostri concittadini una sollecitazione adeguata.

Tiziana Maiolo

Non so cosa possa importare al mio carrozziere che, secondo la recente riforma della nostra Costituzione, sia attribuito al capo del Governo e non più al Presidente della Repubblica il potere di sciogliere il Parlamento. O se l’edicolante ove prendo il giornale tutte le mattine si renda conto di ciò che significhi il fatto che sette giudici costituzionali su quindici saranno, secondo la stessa riforma, di nomina politica. Né credo che il commerciante ove mi reco a prendere gli agrumi si dia pena al pensiero che la devolution in realtà non devolve nulla, perché il Governo centrale può bloccare ogni legge regionale in nome di un indefinito interesse nazionale e che comunque può solo dar luogo ad una disparità di trattamento fra cittadini italiani in materia di vitale importanza come la salute solo perché vivono in regioni diverse. Né credo si angusti molto la maestra della mia nipotina per le conseguenze di questa nuova legge elettorale che, frammentando le forze politiche, degraderà l’efficienza di governo, propinandoci ad ogni notiziario televisivo una rassegna anche più nutrita di quella odierna di banali dichiarazioni dei portavoce dei vari gruppetti. E chi mai, se non gli addetti ai lavori, si sentirà minacciato dal nuovo ordinamento giudiziario infiltrato per vari canali dallo zampino del potere politico, così calpestando l’autonomia dell’ordine giudiziario, che costituisce una conquista irrinunciabile di civiltà? Ed in che modo può turbare il pensiero del mio amico e compagno metalmeccanico la recente legge ex Cirielli, che aumenta la pena per i balordi della microcriminalità e regala ai colletti bianchi il beneficio di termini abbreviati per la prescrizione dei loro delitti che li rende non punibili?

In realtà tutte queste persone sono prese da altre cure. Dei problemi della loro esistenza quotidiana non si parla. Solo Tremonti, di quando in quando, viene a ripeterci la frase triviale, degna di un malcelato borsaiolo, che non ci metterà le mani in tasca. Ma di fatto ciascuno sperimenta che se le tasse non aumentano è solo perché sono i redditi a diminuire. E vediamo che gli stanziamenti per la cultura sono drasticamente ridotti ed i trasferimenti agli enti locali, gestori dei servizi sociali, sono tagliati. Ciò che anziché frenare non potrà che accelerare il deperimento della qualità della vita e della giustizia sociale che già ci angustia.

In compenso si accendono polemiche assurde, che non hanno alcun riferimento con la vita reale dei nostri concittadini. Già il Papa si ostina a condannare ogni giorno il "relativismo", che sarebbe un oggetto misterioso per i più, se non fosse evidente che la sua alternativa preferita è il "dogmatismo". Ed è in perfetta coerenza con questa ispirazione l’istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare sull’attuazione della legge sull’aborto, autorizzata da P. F. Casini a poche settimane dallo scioglimento delle Camere. E pensate che Casini sarebbe ciò che la destra ci offre di meglio di Berlusconi!

Le riforme compiute in questi cinque anni ed i foschi temi enfaticamente esibiti in questo inizio di campagna elettorale formano una cappa plumbea che fa svanire il modico buon umore che ci aveva suscitato l’epico duello fra la Maiolo e Calderoli.

E’ di questa cappa che dobbiamo liberarci. Il successo delle primarie - prima Ventola, poi, clamoroso, Prodi, ora la Borsellino - ci rassicurano che il popolo di sinistra sta crescendo. I partiti stanno interpretandolo affinando i programmi. Sarà dura, non esaltante. Ancora una volta forse aprile sarà il mese della liberazione!