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Animalisti e cacciatori

LAC, LAV, LIPU, PAN-EPPAA

Nel rispondere alle osservazioni fatteci da importanti rappresentanti del mondo venatorio, desideriamo precisare che non è in alcun modo nostra volontà alimentare una polemica che da tempo ha ormai superato il livello di guardia, al punto che lo stesso presidente Dellai ha ritenuto utile proporre un tavolo di confronto, invitando le parti a tenere un atteggiamento di maggiore disponibilità al dialogo. Per quanto riguarda il "tavolo" (la serie di incontri - finora solo due - promossa da Dellai su nostra sollecitazione fra cacciatori ed ambientalisti presenti nel Comitato Faunistico per trovare qualche accordo sui temi più controversi) , non commentiamo oltre per rispetto dell’impegno assunto di mantenere riservati gli argomenti lì trattati, al fine di non compromettere da subito gli eventuali risultati. In questo particolare periodo dell’anno, ossia a stagione di caccia appena iniziata, le polemiche tra cacciatori ed ambientalisti/animalisti sono comunque di per sé acerrime e ricorrenti; ecco quindi un altro buon motivo per non inasprirle ulteriormente.

La veglia degli animalisti.

La scelta di una manifestazione pacifica e silenziosa, come la veglia organizzata la sera di sabato 10 settembre in piazza Dante, alla vigilia dell’apertura della caccia in Trentino, era in parte motivata proprio dall’esigenza sopra esposta. In anni remoti l’avvio della stagione venatoria ha visto spesso gli ambientalisti impegnati in attività di disturbo, di solito mediante spedizioni le più rumorose possibile, per far fuggire gli animali potenzialmente prede dei cacciatori. Con quali rischi di incontri non proprio pacifici tra le parti (una delle quali armata) è facile immaginare. Manifestazioni analoghe sarebbero state facilmente organizzabili anche quest’anno, sicuramente con maggiore soddisfazione per gli attivisti delle associazioni coinvolte (il dibattito sulla maggiore utilità di questo tipo di azioni è tutt’altro che sopito) ed altrettanto sicuramente con migliori effetti in termini di visibilità sulla stampa. Proprio per non aumentare ulteriormente il livello dello scontro, abbiamo invece optato per un’iniziativa diversa: una veglia, ed alcuni minuti in silenzioso raccoglimento, per ricordare "tutte" le vittime della caccia e per richiamare l’attenzione sul fatto che essa non è tanto amore per la natura e per gli animali – immagine questa che da sempre i cacciatori cercano di ritagliarsi per rendersi presentabili agli occhi di chi non la pratica - essa è soprattutto sofferenza, violenza e morte, per uno spropositato ed ingiustificato numero di animali senz’altro, per un altrettanto inutile ed elevato numero di umani pure; tutti vittime di un’attività che non è più una necessità, non è più uno sport, ammesso che mai lo sia stato; è solo un divertimento di pochi a scapito di moltissimi.

Riteniamo che chi ama la natura e gli animali lo dimostri percorrendo serenamente i sentieri dei nostri boschi e delle nostre montagne senza il bisogno di portar via i loro tesori, facendo così in modo che degli stessi possa godere chi viene dopo di lui; lasciandovi come traccia non bossoli di carabina, ma al massimo qualche impronta di scarpa; portandosi a casa non carcasse di animali morti, ma al più qualche foto per ricordare.

In chiusura, al direttore, signor Umberto Zamboni, che ci rinfaccia di non essere propositivi ed, a fronte delle proposte fatte dai cacciatori, ci invita a farne pure noi, rispondiamo con un contro-invito: si documenti prima di parlare.

Di proposte ne presentiamo da anni ed in più sedi: commissioni legislative, comitato faunistico, tavolo di confronto da ultimo. Non dovrebbero essere andate tutte perse.

Al signor Osvaldo Dongilli, presidente di Ars Venandi, che ci imputa di essere i primi responsabili dell’incredibile calo dei caprioli per via della riduzione delle giornate di caccia dopo la nota sentenza della Corte Costituzionale, rispondiamo che ad una simile ridicola conclusione non era arrivato nessuno nemmeno tra i nostri più irriducibili avversari. Per un giudizio sereno su una simile tesi ci limitiamo a ricordare che da anni la gestione del capriolo è delegata interamente alla Federazione della caccia e che, nella stragrande maggioranza dei casi, le sezioni raggiungono il numero di abbattimenti previsti nella prima o nelle primissime giornate di caccia, pioggia permettendo. Se non bastasse, aggiungiamo che la sezione di Pergine ha addirittura deciso di chiudere la caccia al capriolo maschio a mezzogiorno del primo giorno di caccia, per evitare di incorrere in sanzioni per eccesso di abbattimenti, come avvenuto l’anno scorso. Altro che giorni insufficienti per la pretesa caccia di selezione!

Tanto per chiarire che il non voler alzare il tono della polemica non significa poi dover subire in silenzio risibili accuse.

LAC, LAV, LIPU, PAN-EPPAA