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QT n. 4, aprile 2020 Monitor: Arte

State in casa ma andate al museo sul vostro computer

Una vasta scelta di proposte per visitare virtualmente decine di mostre

Vladimiro Sternini

L’emergenza sanitaria ha portato inesorabilmente alla chiusura di tutti i luoghi di produzione culturale, e nell’impossibilità di una fruizione diretta anche di quei siti che, come i Fori imperiali, si trovano all’aperto, molti di questi enti si sono rimboccati le maniche per offrire anche nell’emergenza una parte del loro patrimonio e del loro sapere, seppur in un’altra forma. L’impossibilità di uscire di casa sta spingendo infatti la popolazione ad un maggiore utilizzo del web, e soprattutto a un suo utilizzo più consapevole: basti pensare al boom dello smart working o della didattica online. Così anche numerose istituzioni culturali stanno sperimentando nuove forme di accesso e di fruizione, alcune inaspettate, come quelle promosse dal Nest (Napoli est Teatro), dal Teatro Massimo di Palermo e ancora dal Teatro Coccia di Novara, che hanno da poco inaugurato le prime stagioni teatrali virtuali godibili in diretta streaming.

Anche numerosi musei hanno fatto di necessità virtù, rendendo accessibile il proprio patrimonio attraverso molteplici forme racchiuse sotto l’hashtag #museichiusimuseiaperti, a indicare una vitalità delle istituzioni culturali anche quando non sono fisicamente accessibili, portando nelle case quel piacere che solo la cultura può dare.

Gli Uffizi, ad esempio, con “IperVisioni” (www.uffizi.it/mostre-virtuali) propone ben 18 mostre virtuali incentrate sulle proprie collezioni, attraverso immagini ad alta definizione e puntuali apparati didattici. Accanto a percorsi canonici come quello sulle opere a tema pasquale, o focus su singoli artisti come Cimabue o Federico Barocci, troviamo curiosità come "On Being Present.

Recovering Blackness", un percorso guidato ai capolavori museali che presentano, spesso come soggetto secondario, persone di colore, oppure "Firenze scomparsa", un tour attraverso numerose stampe d’epoca che ci svelano vedute e costumi della Firenze del Settecento e dell’Ottocento.

La Pinacoteca di Brera (www.pinacotecabrera.org) propone numerosi video (in costante aumento) racchiusi dal titolo "Appunti per una resistenza culturale", nei quali vengonopresentate alcune opere della collezione con approcci diversi, compreso quello didattico destinato ai bambini, anche in lingua inglese (con sottotitoli). Brera permette inoltre di esplorare una consistente parte della propria collezione: ben 669 opere dal 4.000 a.C. ad oggi, tutte corredate da puntuali schede e apparati esplicativi.

Sempre a Milano, il Museo della Scienza e della Tecnologia (www.museoscienza.org) propone su Facebook e Instagram un palinsesto quotidiano, "Storie a porte chiuse", con approfondimenti e curiosità dal dietro le quinte del museo, come le "Storie dai depositi" (il lunedì) o le "Voci dagli archivi e biblioteche" (venerdì).

Altri appuntamenti quotidiani sono offerti dai Musei Civici Veneziani (www.visitmuve.it), rete di undici istituzioni che comprende anche Ca’ Pesaro e Palazzo Ducale. Oltre alla messa online del proprio patrimonio e all’attivismo dei canali social, una newsletter quotidiana propone una storia, un gioco, un’opera, non per consolazione ma perché l’arte è vita e la vita è, anche, arte.

Quelle menzionate non sono naturalmente che una goccia delle iniziative in corso in tutt’Italia, iniziative che hanno coinvolto anche le principali istituzioni della Provincia.

Il Castello del Buonconsiglio e il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina hanno ad esempio optato per un utilizzo più attivo dei social come strumento per approfondire il proprio patrimonio, mentre il Museo Storico del Trentino ha sviluppato un gruppo WhatsApp dedicato al patrimonio e alle attività dell’istituzione.

La sezione didattica del Mart, nell’impossibilità di proporre laboratori ai bambini, propone su Facebook alcune attività da fare a casa con i più piccoli, mentre sulla piattaforma di Google “Arts & Culture” il museo roveretano propone l’esplorazione virtuale di alcune centinaia di opere del museo roveretano, da scoprire in ogni dettaglio.

Un’analoga risposta è arrivata anche dai principali musei internazionali, soprattutto attraverso la creazione di percorsi tematici e la possibilità di esplorare attraverso delle banche dati i patrimoni museali. È questo il caso dei Musei Vaticani (www.museivaticani.va), del Prado (www.museodelprado.es), del Louvre (www.louvre.fr), del British Museum (www.britishmuseum.org) o della National Gallery di Washington (www.nga.gov).

Certamente l’esplorazione online di un’opera d’arte non potrà mai essere godibile come l’esperienza diretta, tuttavia crediamo che queste ed altre analoghe iniziative siano di fondamentale importanza non solo per un arricchimento culturale collettivo, ma anche per un invito al viaggio, o meglio al museo, una volta che l’emergenza sarà finita.

E se l’arte non bastasse, vi invitiamo ad esplorare altre piattaforme culturali legate alla cultura digitale, come la biblioteca online dell’Unesco (www.wdl.org) o UbuWeb (www.ubu.com), quest’ultima dedicata alle sperimentazioni audio e video. Tra i progetti più complessi segnaliamo "Open Culture" (www.openculture.com), la cui filosofia è ben chiara fin dal nome: è un portale nel quale si possono trovare oltre un migliaio di film liberi da diritti (da Warhol a Tarantino), centinaia di audiolibri e corsi di ogni tipo, da quelli di lingue al marketing.

Fondato nel 1996 con l’intento di consentire un accesso universale alla conoscenza, "Internet Archive" (www.archive.org) è la più vasta e complessa biblioteca digitale al mondo, che permette a chiunque, gratuitamente, di visionare, scaricare e caricare ogni tipo di documento digitale. Solo qualche cifra di quello che potete trovare: oltre 5 milioni di filmati, 9 milioni di tracce audio, 2 milioni di trasmissioni televisive, 3 milioni di immagini, 214mila concerti, 23 milioni di testi e 418 milioni di pagine web.

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