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QT n. 10, ottobre 2020 Trentagiorni

San Michele: spostare la statale del Brennero?

Un progetto che aprirebbe la strada al ripristino di San Michele quale località accogliente piena di cultura e di vita

Il comitato “Per San Michele”, si è rifatto vivo con un intervento pubblico a pochi giorni dalle elezioni comunali. Il comitato, attivo dal 2010, ha come obiettivo “una radicale rivisitazione dell’assetto urbanistico del paese” che comprende tre punti principali: una nuova viabilità che liberi l’abitato di Grumo/San Michele dal traffico; la demolizione della diga arginale in sinistra Adige (su cui transita la statale del Brennero) e il ripristino dell’affaccio diretto sul fiume del centro storico di San Michele; la riqualificazione e/o l’abbattimento del ponte di San Michele, da destinarsi al solo traffico locale, ovvero da sostituirsi con una nuova passerella di collegamento.

Questo ambizioso progetto era stato presentato nel corso di un’assemblea pubblica indetta dal Comitato nell’aprile 2010, raccogliendo il sostegno della allora candidata sindaca e il consenso molto ampio della popolazione. Erano seguiti incontri anche in sede provinciale che avevano alimentato speranza tra i componenti del comitato.

Sono però trascorsi oltre dieci anni da allora e nonostante qualche progresso non ha fatto piacere a quelli del comitato il fatto che nel programma elettorale dell’unica candidata sindaco non vi sia alcun cenno al progetto del comitato.

Il problema del traffico (quasi esclusivamente di passaggio) che assilla gli abitati di Grumo e di S.Michele è in prima fila tra le preoccupazioni dell’amministrazione, che ha però concentrato la sua attenzione sul progetto, ritenuto più realistico, di un collegamento col casello autostradale che dovrebbe ridurre il transito di camion sul ponte sull’Adige e nell’abitato di Grumo. Così come sono stati realizzati marciapiedi e attraversamenti stradali protetti.

Nel recente comunicato, il comitato dà spazio all’analisi di Giovanni Kezich, direttore del Museo degli Usi e Costumi, che inquadra il problema nel suo contesto generale. Kezich – che con Fabio Toscana (Pro Loco) e Paolo Endrici, ambientalista e noto imprenditore, è tra i fondatori del Comitato – afferma che “per la posizione che occupa, l’abitato di Grumo/San Michele è un luogo importante della nostra geografia regionale e nazionale: esso infatti non è solo il baricentro della regione, ma è anche per chi venga da nord, la prima porta d’accesso al Trentino. Un luogo importante, che oltre a un centro storico di pregio, ospita due istituzioni di primissimo ordine, il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, il più importante museo etnografico locale italiano, e lo storico Istituto Agrario/Fondazione Mach, riconosciuto tra le prime e più prestigiose scuole enologiche europee. Due realtà che attirano gente, visitatori qualificati, turismo. Possibile che la porta d’accesso al Trentino, al centro dei desideri di milioni di turisti, si presenti sotto le specie di una qualsiasi periferia periurbana degradata, avviluppata in un dedalo di anonime strutture di cemento armato, obsolete e fatiscenti, in uno scenario fatto di traffico, smog, frastuono, che ha dequalificato e quasi svuotato il centro storico del paese? Ed è possibile che un progetto intelligente, ben ponderato e realizzabile, che aprirebbe la strada al ripristino di San Michele quale località accogliente, piena di cultura e di vita, al centro di una campagna vitata di altissimo pregio e ai piedi di belle montagne ancora quasi intonse, non debba essere preso in considerazione dagli amministratori locali, e anzi trattato alla stregua di un sogno utopistico di quattro benpensanti rompiscatole?”.

Il comunicato si conclude con un accorato appello alle istituzioni locali e alla Provincia affinché mandino segnali di attenzione al progetto di riqualificazione del territorio che non può limitarsi alla collocazione di piccoli rattoppi qua e là, ma deve ancorarsi a fondamenta solide su cui erigere un serio programma per il futuro delle nostre tre comunità (Faedo, Grumo e San Michele) unite insieme.

L’idea del comitato di spostare il tracciato della SS 12 dall’attuale sede è però stata accolta e posta tra gli obiettivi strategici del piano delle infrastrutture approvato nell’aprile scorso dalla Comunità di valle Rotaliana-Koenigsberg: una sorta di pianificazione intermedia tra i piani di fabbrica comunali e quello provinciale (PUP) che fa proprie “le istanze rivolte in generale alla soluzione dei problemi posti dalla rete viaria di attraversamento degli abitati di S. Michele all’Adige e di Grumo e in particolare al superamento della separazione del fronte dell’abitato di S. Michele all’Adige affacciato sul fiume Adige dal fiume stesso”.

Tuttavia, viste le criticità emerse nel processo partecipativo verso le ipotesi di soluzione alternativa (una galleria ad est dell’abitato o una tangenziale ad ovest), la Comunità di valle non ha fornito proprie indicazioni ma si è limitata a rilevare l’importanza dell’argomento rinviandone la soluzione alle competenze della Provincia.

Il rendering del progetto presentato dal comitato “Per San Michele”

Nel rendering che il Comitato ha predisposto si può vedere come viene immaginata la sponda dell’Adige liberata dalla barriera stradale. Ma non c’è il pericolo che la rimozione della strada e la rinaturalizzazione della sponda favoriscano il dilagare delle acque in caso di piene straordinarie come quella avvenuta lo scorso 30 agosto?

Fabio Toscana, che oltre a essere fra i fondatori del Comitato, abita in una delle case prospicienti il fiume, nega che la barriera della statale sia strategica al contenimento del fiume, visto che la presenza del sottopasso permette comunque alle acque, in occasioni di piene straordinarie come nel 2000 e nel 2020, di raggiungere i pianterreni delle abitazioni confinanti con la statale. “In ogni caso – aggiunge - è evidente che la riqualificazione da noi proposta dovrà tener conto anche della sicurezza idraulica”. Ma ciò che più preoccupa Toscana è “il fatto che non vedo maturare nelle coscienze dei cittadini e degli amministratori l’idea delle grandi opportunità per il paese che lo spostamento della statale e la riqualificazione della sponda dell’Adige porterebbe al territorio”.