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Senza pudore

Il 19 giugno scorso a Lona-Lases è stata inaugurata la nuova caserma dei Vigili del Fuoco volontari, un’opera costosa (oltre 700 mila euro) il cui mantenimento graverà su casse comunali già in difficoltà, con la presenza dei nuovi padrini politici e di tutti coloro che sono stati protagonisti nelle vicende amministrative del Comune negli ultimi decenni. Tale evento rappresenta probabilmente l’ultima carta giocata dal locale “comitato d’affari” per chiudere l’imbarazzante impasse che ha visto per ben due volte l’annullamento dell’appuntamento elettorale per assenza di candidati.

Pochi giorni prima il commissario Federico Secchi aveva inviato alle famiglie una lettera nella quale manifestava l’intenzione di rimanere fino ad ottobre, tentando così per la terza volta di giungere all’elezione del sindaco ed evitando l’imbarazzante situazione della nomina di una commissione d’accesso deputata a verificare la sussistenza o meno delle condizioni di un commissariamento per infiltrazione mafiosa. Richiesta avanzata in Parlamento dal deputato del M5S Riccardo Fraccaro e in Consiglio provinciale, per ben due volte (la seconda estendendo la richiesta anche al comune di Albiano) da Alex Marini, sulla base di una approfondita disamina dei fatti anche alla luce delle motivazioni di condanna per associazione mafiosa di Saverio Arfuso nell’ambito del processo “Perfido”.

Federico Secchi, Commissario di Lona Lases

Nella sua lettera il commissario ha ammesso che i due mancati appuntamenti elettorali rappresentano “un unicum e non si sia mai verificato nella Provincia Autonoma di Trento”, senza tuttavia evidenziare come abbia rappresentato un “unicum” per la Provincia di Trento anche l’operazione dei CC del ROS, coordinati dalla Procura, che ha individuato a Lona-Lases nientemeno che un “locale di ‘ndrangheta” con riferimenti nelle cosche calabresi Iamonte-Paviglianiti-Serraino. Omettendo ogni riferimento alle prime sentenze di condanna, il commissario Secchi ha cercato ancora una volta di accreditare la versione secondo la quale si è trattato di poche mele marce, riconoscendo però un “contesto pesante derivante dall’avvio del processo a seguito dell’indagine 'Perfido' che ha rivelato una situazione drammatica”.

Con queste premesse è stato allestito il teatrino dell’inaugurazione e ancora una volta, come successe con Roberto Dalmonego nel lontano 1995, a salvare la baracca sarà forse chiamato l’attuale comandante dei Vigili del fuoco Claudio Caresia, del quale il commissario ha tessuto le lodi nella sua lettera. D’altra parte la famiglia Caresia si è spesa in questi decenni per il “bene della comunità” fornendo anche a più riprese amministratori Asuc e dirigenti dell’Associazione Alpini, dando dimostrazione della propria grande versatilità.

Come da copione, all’inaugurazione erano presenti l’assessore provinciale agli Enti Locali Mattia Gottardi (che nelle ultime elezioni provinciali ha condiviso lista e preferenze con l’ex sindaco Marco Casagranda) e il consigliere provinciale della Lega Alessandro Savoi. Quel Savoi che qualche settimana fa affermava che “la mafia al nord l’hanno portata i calabresi e i siciliani”, ha pranzato indisturbato vicino ad alcuni calabresi senza subire alcuna contestazione per le dichiarazioni offensive e quasi razziste fatte. Tanto da doversi chiedere se la remissività di questi ultimi non fosse in realtà dovuta alla consapevolezza della veridicità delle affermazioni di Savoi, che per l’occasione non ha però sfoderato discorsi ufficiali. Cosa che invece ha fatto l’assessore Gottardi in un intervento conclusivo nel quale ha insistito sulla necessità che il comune di Lona-Lases esca dalla crisi amministrativa nella quale è precipitato, non mancando di citare l’omelia di padre Angelo. Prima di lui era stato il commissario Secchi, richiamando anch’egli l’omelia nella quale il parroco del paese ha sottolineato “la necessità di porsi al servizio della propria comunità”, ad insistere sulla questione, sottolineando che i problemi di organico del Comune sono stati risolti, ma guardandosi bene dal fare alcun accenno alla ‘ndrangheta o al processo “Perfido”. E non poteva essere altrimenti, visto che l’ispettore distrettuale dei VVFF aveva ricordato poco prima l’impegno dell’ex comandante Roberto Dalmonego, convitato di pietra, ex ispettore distrettuale, ex presidente Asuc ed ex sindaco accusato di voto di scambio politico mafioso nell’ambito dell’indagine “Perfido”.

Forse qualcuno dei presenti sarebbe arrossito e si sarebbe trovato a disagio se il commissario avesse ricordato che alcuni tra gli imputati nel processo in corso presso la Corte d’Assise di Trento, accusati di associazione mafiosa e riduzione in schiavitù (da considerarsi innocenti fino a condanna definitiva), hanno frequentato per anni le sedi istituzionali in loro compagnia rivestendo cariche pubbliche nell’Asuc e in Comune a varie riprese negli ultimi 25 anni. Seduti a quei tavoli vi erano infatti ben tre ex sindaci, a partire da Vigilio Valentini, che forse avrebbe fatto meglio a non mischiarsi a siffatta compagnia (anche se gli sono debitore di molte informazioni per questo resoconto), passando per Marco Casagranda che con gli imputati di cui sopra nel ruolo di consiglieri della sua maggioranza ed assessori ha amministrato per anni il Comune (non mancando di definirli persone che “fanno il bene della comunità”), per finire con Manuel Ferrari, che all’ombra di Dalmonego ha mosso i suoi primi passi nell’Asuc di Lases. Ovviamente non poteva mancare l’ex segretario comunale di Albiano, ex vice sindaco dal 2005 al 2015 e attualmente presidente dell’Asuc di Lona Ezio Casagranda, così come l’ex vice sindaco (2018-20) Leandro Zola, vari ex consiglieri comunali (da Alessandro Marchi a Fulvio Micheli) e il vice presidente dell’Asuc di Lases Mattia Ferrari. Insomma, una platea folta di possibili candidati alle amministrative del prossimo autunno, affinché nulla cambi tra le montagne del porfido. Non altrettanto massiccia la partecipazione dei cittadini di Lona-Lases, poco più della metà delle 300 persone che hanno prenotato il pranzo, mentre vi era una folta rappresentanza di amministratori dei comuni limitrofi, tra i quali il sindaco di Albiano Martino Lona, e non potevano mancare rappresentanze di Stella Bianca e Carabinieri di Albiano a completare la festa.

Forse padre Angelo, anche in virtù del fatto di essere iscritto a Libera, avrebbe fatto bene a precisare che “porsi al servizio della propria comunità” non significa mettersi a disposizione del “comitato d’affari” che da decenni spadroneggia nei comuni della zona del porfido.

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