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QT n. 18, 23 ottobre 1999 Servizi

Giornalisti a Bruxelles

Una serie di incontri per conoscere quel po’ di Europa che già abbiamo costruito.

Valersi Daniele

Ha avuto luogo recentemente un corso introduttivo alle istituzioni europee riservato ai giornalisti, organizzato dal Carrefour delle Alpi Trentino in collaborazione con l’European Journalism Centre di Maastricht. Gli incontri, mirati ad illustrare i molteplici aspetti economici, politici e di informazione si sono svolti a Maastricht, presso l’EJC e a Bruxelles nella sede della Commissione Europea e del Parlamento Europeo, coordinati da Laura Forzinetti e Maria Laura Franciosi, giornaliste ANSA.

E’ apparso evidente come, a prescindere dal grado di preparazione che quanti operano nell’informazione sono tenuti ad avere, l’essere europei sia uno status di cui la grande maggioranza di noi è scarsamente consapevole.

Pochi possono dire di conoscere correttamente le istituzioni della Comunità Europea e le loro prerogative; nel vissuto collettivo esse consistono in un ulteriore apparato burocratico da cui ci si aspetta, implicitamente, il manifestarsi di episodi di malgoverno come quelli che, per troppo tempo, hanno purtroppo caratterizzato la vita politica e l’amministrazione del nostro paese. Al cittadino converrebbe sapere che circa il 60% delle leggi promulgate nel nostro paese interpretano oggi le direttive della Commissione, e che tali direttive possono essere materia di ricorso, anche da parte di cittadini costituitisi in comitato.

Dato il carattere introduttivo del corso, gli incontri si sono susseguiti trattando gli argomenti per grandi linee, entrando nello specifico e fornendo dettagli abbastanza diffusamente su richieste specifiche. Gli incontri si sono susseguiti a ritmo alquanto serrato, tale da mettere alla prova le facoltà e gli strumenti critici dei partecipanti. Se nella prima fase, svoltasi a Maastricht, gli incontri avvenivano in forma di tavola rotonda, incentivando così gli spunti di dibattito, la scaletta delle giornate di Bruxelles era molto più fitta di impegni.

Riflettendo a posteriori, chi scrive si è reso conto che in diverse occasioni è stato dichiarato chiaramente che l’unificazione europea non potrà avvenire senza una politica militare comunitaria (da intendere come forze armate comunitarie e politica degli armamenti), senza che si sia levata una voce, se non per dissentire, almeno per domandare chiarimenti o per tentare di delineare il ruolo e la consistenza che il nostro paese avrebbe in tale ipotetica eventualità. E’ da rimarcare inoltre che non è stato dedicato alcun intervento alla giustizia nella Comunità, uno dei temi più sentiti e dibattuti nel vertice di Tampere, recentemente concluso con un’intesa per creare regole comuni entro il 2005.

L’Italia aveva grosse aspettative per questa occasione, l’elenco degli argomenti discussi nel vertice è stato decisamente impegnativo: cooperazione giudiziaria e di polizia contro la criminalità organizzata e per il controllo dell’immigrazione clandestina, guerra al riciclaggio del denaro, armonizzazione delle politiche di integrazione degli immigrati regolari. Si intuisce che le implicazioni dell’appartenere alla CE sono molto complesse e che, per un’effettiva e più consapevole partecipazione da parte degli addetti all’informazione, sarebbero necessari soprattutto approfondimenti settoriali.

Le reti di informazione della CE fanno riferimento ad organismi ben radicati nelle realtà locali: i Centri di documentazione europea (CDE, 500 in tutto il mondo) si appoggiano alle università; gli Infopoint Europa (in Italia ve ne sono 15) sono gestiti dai Comuni (in alcuni casi dalle Province e Regioni, o dalle prefetture); i Carrefour rurali e quelli urbani promuovono iniziative lavorando in rete, in Italia ve ne sono 20. Vi è poi lo Sportello Unico per le imprese, istituito per incontrare soprattutto le piccole e medie aziende, in Italia reso obbligatorio per tutte le province. Nel Trentino sono operativi il Carrefour delle Alpi, con sede presso l’Istituto agrario di S. Michele, e il Centro di documentazione, ospitato dalla Provincia autonoma invece che dall’Università.

Valutando quest’esperienza appena conclusa, il giudizio è senz’altro positivo: attraverso simili iniziative è possibile acquisire nuovi strumenti e contatti di estrema utilità professionale, nonché confrontarsi con chi lavora per creare un ponte tra realtà locali ed un’ottica internazionalista.

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