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QT n. 11, 2 giugno 2001 Scheda

Forno a microonde: comodo. Ma innocuo?

Carmelo Bruno e Maria Broll

Il forno a microonde sta diventando un elettrodomestico molto comune nelle nostre case. Quando si parla dei possibili rischi legati al suo utilizzo, ci si riferisce soprattutto alle onde elettromagnetiche che potrebbero essere emesse; dalle analisi effettuate risulta che la quantità di microonde che filtra all’esterno è notevolmente inferiore rispetto ai limiti fissati a livello internazionale.

Si parla invece troppo poco, e con pareri discordanti, degli effetti delle microonde sul cibo. Alcuni affermano la sostanziale sicurezza di tali dispositivi, in quanto le radiazioni non ionizzanti come le microonde non possono modificare i legami tra le molecole e quindi non possono alterare la struttura di proteine, carboidrati e grassi. Altri studiosi esprimono invece dubbi, basati su ricerche sperimentali (sia pure di tipo preliminare).

Gli studenti hanno tradotto un articolo dal titolo "Giù le mani dal forno a microonde" pubblicato sulla rivista "Der Gesundheitsberater", i cui autori lavorano rispettivamente in una università svizzera e in un istituto biologico ambientale.

Essi si sono proposti di vedere quali sono gli effetti provocati dai cibi, cotti nel forno tradizionale e nel forno a microonde, sui livelli ematici dei pazienti. La ricerca è stata condotta su otto volontari a cui sono stati somministrati tali cibi. Prima e dopo l’assunzione dei cibi è stato fatto un prelievo del sangue e sono stati esaminati una serie di parametri. Dai risultati si deduce che gli alimenti scaldati, scongelati o cotti nel forno a microonde provocano nel sangue dei soggetti una diminuzione dei valori dell’emoglobina e un abbassamento dei linfociti. Inoltre aumentano i valori del colesterolo sia cattivo che buono. Gli autori concludono che dal punto di vista dell’analisi ematologica ci sono i sintomi di una predisposizione anemica nel sangue dei pazienti, per cui si può dire che le microonde agiscono in modo dannoso sull’uomo sia direttamente, ma anche indirettamente, attraverso il cibo trattato con esse.

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