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QT n. 7, 3 aprile 2004 Servizi

Sciare con una marcia in più

La preoccupante diffusione dell’alcool sulle piste da sci (e sulle strade).

Cristina Bonelli

“La montagna come luogo di salute e benessere" era il titolo di un convegno tenutosi recentemente al Mart di Rovereto. Ma purtroppo gli splendidi caroselli sciistici della nostra regione tornano spesso alla cronaca per gli incidenti, molte volte causati dall’atteggiamento spregiudicato e poco intelligente di molti frequentatori. Anche perché lo sci, lo snowboard, il fuori pista soprattutto, probabilmente praticati con poca esperienza, cognizione e poca conoscenza dell’ambiente montano, vengono per di più esercitati con una sorta di marcia in più: l’alcol. Una marcia in più che produce effetti ben diversi dalle aspettative dello sciatore.

Alvaro De Palma, direttore del Centro Addestramento Alpino della Polizia di Stato, si dice preoccupato della situazione: "Non è un problema, è una vera piaga, e non solo per chi ad ogni pista si fa un grappino, ma per tutti. E’ un problema d’incolumità pubblica. In un ambiente montano spesso poco conosciuto dal turista, l’eccedere con bevande alcoliche è veramente pericoloso. Ogni giro è una bevuta e alla fine non si percepisce più il pericolo".

I "carburati", come l’ufficiale di polizia li definisce, sono sempre più numerosi, soprattutto dopo la redditizia invenzione delle "voliere", discoteche e distributori di alcolici a cielo aperto, disseminati ovunque sulle piste, e grazie ai quali aumenta la spregiudicatezza, la scorrettezza e la violazione di norme di prudenza, se non di norme amministrative o addirittura penali.

Conseguenza: dall’inizio della stagione invernale nelle 13 stazioni trentine del soccorso alpino di Polizia, gli interventi di soccorso sono stati ben 2.671, e 311 le sanzioni amministrative comminate per comportamenti scorretti.

De Palma conclude appellandosi al buon senso e ricordando che l’abuso di alcol non crea problemi solo in pista, ma anche dopo, nel ritorno a casa .

La prudenza è tanto più necessaria, in quanto la maggior parte dei frequentatori delle piste non sono provetti sciatori, e un’intera giornata sotto il sole o all’insegna di condizioni meteorologiche non favorevoli, arreca stanchezza fisiologica e mentale, che finisce per sommarsi ad una condizione psicofisica alterata, non più reattiva e lucida.

Scesi poi dalle piste, tolti sci e scarponi, il problema si ripropone, raggiungendo dimensioni preoccupanti soprattutto nei comprensori sciistici di Fiemme e Fassa, tanto da obbligare le Forze dell’ordine ad un impegno capillare sulle strade; e le stesse Amministrazioni comunali si sono mosse per cercare di sensibilizzare la popolazione residente.

Degno di nota, a questo proposito, è il progetto di promozione della salute denominato "Liberi di essere liberi", che si propone la lotta all’alcol e al fumo. Capofila dell’iniziativa è il Comune di Predazzo, il cui vicesindaco, Silvano Longo, ne è il coordinatore, e al quale collaborano il dott. Claudio Zorzi e Guido Dellagiacoma, presidente dell’APCAT (Associazione Provinciale Club Alcolisti in Trattamento).

"L’abuso di superalcolici - afferma Longo - ha messo radici in maniera consistente soprattutto in un pubblico giovanile, anzi direi nei giovanissimi; e l’incidenza degli incidenti automobilistici derivanti dall’uso di alcol è molto alta. Siamo partiti circa 5 anni fa con questo progetto, ma solo ora vediamo i primi risultati, grazie ad un impiego più intenso di strumenti come l’etilometro. Il fenomeno riveste rilevanza sociale e per questo abbiamo investito nella sensibilizzazione, nell’informazione. Vorremmo quindi promuovere forme diverse, più salutari di divertimento, nuovi spazi ludici per i giovani, nuove proposte di stili di vita". L’attività promossa dall’associazione vede impegnati amministrazioni comunali, forze dell’ordine, rappresentanti delle scuole, ma non sempre è facile coinvolgere rappresentanti degli istituti scolastici, professori e genitori.

Nel concreto, l’associazione ha organizzato eventi come le feste analcoliche, che hanno riscosso parecchio successo, incontri informativi, contatti con le forze dell’ordine, le scuole, gli operatori turistici, i maestri di sci e le numerose associazioni sportive presenti nelle due valli.

Degno di nota il progetto "Dorothy", un’iniziativa che prevede, negli ultimi 4 fine settimana della stagione sciistica, l’istituzione di un discobus notturno di collegamento fra i vari locali dei comprensori di Fiemme e Fassa, dove continua l’opera di informazione, tramite la diffusione di dépliants e materiale educativo.

Resta da interrogarsi sul perché di questa frenesia tesa ad un divertimento balordo e ad un abuso di sostanze che ha provocato quest’anno un incremento dei decessi. Le cause sono comunque profonde, e per estirparle non è certo sufficiente comminare multe a destra e a manca o istituire norme sempre più restrittive.