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Una rombante domenica

Motoraduno in Piazza Duomo: quando la cultura ecologica va in vacanza.

Il giorno prima (15 aprile) il cronista del Trentino, facendo il resoconto dell’assemblea della SAT, si era dimostrato sensibile al problema ed aveva deprecato le sempre più numerose "scorribande di centauri sulle montagne: Calisio, Vigolana, Maranza e Passo San Pellegrino, solo per citare i casi più recenti. I risultati sull’ambiente sono disastrosi".

L’indomani però, davanti al coreografico spettacolo di "più di 2.600 moto" (ma secondo L’Adige, a fine cerimonia, saranno 4.000) ammassate in piazza Duomo e dintorni per la tradizionale benedizione organizzata dal Moto Club Trento, ogni acrimonia ecologica scompare; e se leggiamo di "una piovra che ha aperto i suoi tentacoli fino a prendere di mira via Belenzani, via Cavour, via Fermi e piazzetta d’Arogno", deve trattarsi di una piovra simpatica, tanto che poco oltre diventa una "allegra e variopinta carovana, che ha poi lasciato piazza Duomo alla volta del Pala Covelo di Cimone, in vista di un pasto a base di ovi duri, fasoi, luganeghe, formai e vin".

Il Trentino non può esimersi dal riferire "qualche lamentela… da parte dei turisti e dei commercianti", poiché, a parte il rumore, "il fumo dei tubi di scappamento ha riempito i polmoni di chi passava per il centro".

Ed è anche vero che nel bel mezzo di piazza Duomo una moto s’è incendiata e che per fortuna, nell’impreparazione degli organizzatori, è intervenuto un passante usando l’estintore di un ristorante, altrimenti Dio sa cosa poteva accadere. Ma si tratta di inconvenienti inevitabili o fortuiti, che non possono certo mettere in discussione l’iniziativa.

Analoghi i toni impiegati dall’Adige: "Trento è la Mecca dei motociclisti", visto che ormai da nove anni questo appuntamento si ripete, e non una parola sulla necessità, se non di abolirlo, quanto meno di spostarlo in una zona più decentrata della città. Va tutto bene così, a parte qualche ulteriore inconveniente riscontrato, come un signore colpito da malore, "con l’ambulanza del 118 che ha avuto il suo bel daffare per transitare in centro", mentre una donna sentitasi male ha dovuto essere raggiunta a piedi dai soccorritori.

"Per le forze dell’ordine e Vigili del fuoco è stata una giornata campale, impegnati a cercare di garantire un minimo di viabilità" – riconosce il cronista.

E ancora: "’Il prossimo anno la devono organizzare meglio’- ha sbuffato un agente". Un’opinione come un’altra, che il giornalista non si sente in dovere di appoggiare: la valenza socializzante di un incontro (un po’ rumoroso, magari) fra amici e per di più nello splendido scenario primaverile di piazza Duomo non può essere ignorata.

Ma c’è di più: il valore educativo. Nell’imminenza del raduno, il presidente del Moto Club Trento, Bruno Garretti, aveva infatti preannunciato: "Oltre alla benedizione oggi faremo un richiamo all’osservanza delle norme stradali e al buon comportamento. Le moto devono essere usate come moto, e non come sfoggio per esibizionisti"; e la predica in effetti c’è stata.

Come c’è stato, non dimentichiamo, il momento religioso, cioè "la benedizione, celebrata da don Ettore Facchinelli della parrocchia di S. Martino, che ha provocato un’autentica ovazione in piazza".

Poi, come già si è detto, tutti verso un succulento pranzo innaffiato con "tanta, tanta birra", che notoriamente è una mano santa quando guidi una motocicletta.

Un po’ di normale buonsenso lo troviamo solo sul Corriere del Trentino, dove un lettore lamenta le "centinaia di centauri che hanno preso d’assalto con assordante fracasso la città, irrorando a saturazione l’ambiente urbano con i loro gas di scarico".

Enrico Franco, rispondendo, fa la più ovvia delle considerazioni, che però ai colleghi della concorrenza era sfuggita: "Limitiamo il traffico dei cittadini che lavorano e poi portiamo in pieno centro storico migliaia di motociclette, alcune delle quali rombanti oltre il tollerabile e con scarichi impressionanti, al fine di celebrare il mito del motore? Dopo le domeniche senz’auto per educare la popolazione, che senso ha una domenica soffocata dalle due ruote?"

Poi, timoroso forse di aver troppo osato, fa un po’ di retromarcia: in definitiva le moto prendono meno spazio delle auto, inquinano meno e poi il Moto Club ha fatto "una preziosa opera di sensibilizzazione riguardo al rispetto del codice della strada...".

Ma per lo meno conclude: "Forse l’area Zuffo è più indicata di piazza Duomo per accogliere migliaia di motociclisti".

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