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QT n. 4, 23 febbraio 2008 Servizi

Auto sotto terra e bambini in giardino?

Borgo Valsugana: un progetto da ridiscutere.

Sono tempi difficili, questi, per i cittadini trentini. I municipi si dimostrano sempre più delle fortezze dirette e gestite dai soli sindaci, forse da qualche assessore. Il portone d’ingresso viene aperto solo a chi è portatore di importanti interessi economici. I cittadini, i reali protagonisti del vivere di una borgata, rimangono fuori dalla cinta muraria e devono apprendere le informazioni sui loro destini, quando va bene, dai quotidiani, o peggio seguendo parziali e distorte informazioni raccolte su un marciapiede, o dentro un bar.

L’area interessata dal progetto com’è ora

E’ quanto accade anche a Borgo Valsugana. Anche qui il muro del silenzio è stato rotto da un articolo su un quotidiano e fortunatamente ripreso dalla lettura attenta di un gruppo di cittadini.

Nella cittadina della Valsugana la fondazione Romani (nata da un lascito della famiglia Romani, la famiglia della moglie di Alcide Degasperi) intende costruire su un terreno prossimo al centro storico un grande parcheggio sotterraneo, un parcheggio in due piani in grado di ospitare ben 317 posti auto.

L’area interessata dal progetto come diventerebbe.

L’amministrazione comunale, guidata dalla sindaca Laura Froner, deputata dell’Unione, ha già appoggiato l’iniziativa, tanto da stanziare per lo scopo, nel bilancio preventivo del 2008, l’importante cifra di 4.100.000 euro.

Ma più che la cifra risulta stupefacente la disattenzione dei consiglieri comunali: non una voce dell’assemblea che abbia avanzato una perplessità, che abbia chiesto chiarimenti su un tale investimento.

Fortunatamente il Trentino dimostra un po’ ovunque che accanto alle fortezze municipali vivono le intelligenze e le sensibilità delle persone. Anche a Borgo Valsugana è così nato un apposito comitato che ha come fine quello di impedire la realizzazione del progetto e di avviare con l’amministrazione pubblica un canale di dialogo che risolva, in una lettura d’insieme, i problemi cronici di Borgo Valusgana: carenza di parcheggi, vivibilità del centro storico, servizi per il commercio, qualità del verde pubblico da destinare all’infanzia e a tutta la cittadinanza.

Con la cifra stanziata dal Comune all’ente pubblico verrebbero assegnati non più di 120-140 posti-auto, mentre gli altri rimarrebbero disponibili per le esigenze della Fondazione (circa 40 posti macchina) e della società privata appositamente costituitasi per la realizzazione della struttura.

Laura Froner, sindaco di Borgo Valsugana (nonchè deputata).

Quali sarebbero i vantaggi che ricadrebbero sulla cittadinanza? Ben pochi: solo i commercianti avrebbero un immediato vantaggio dalla realizzazione dei parcheggi: da quell’area (zona che ospita le scuole materne) con pochi passi si è in pieno centro. Ma le controindicazioni sono invece pesanti:

Si andrebbe ad invadere, con la presenza di oltre trecento auto al giorno, un’area destinata a verde pubblico per i bambini e l’intera zona delle scuole materne. Per oltre due anni l’area sarebbe sconvolta dai lavori e Borgo verrebbe privata di un polmone verde insostituibile. Inoltre, un parcheggio posto a ridosso del centro storico è sempre un errore: si costruisce una calamita capace solo di attirare nell’area traffico, sia quello locale che quello dei pendolari. Altro che chiudere il centro storico al traffico!

Si deve avere presente come Borgo Valsugana sia già un abitato gravemente penalizzato dal traffico: durante il mese di gennaio i valori di particelle sottili sono arrivate alla strabiliante cifra di 232 parti per milione (Milano va dai 120 ai 180...). Ogni auto in più attirata verso il centro, è quindi ecologicamente insostenibile ed acuisce un problema sanitario già grave per tutta la Valsugana, quello delle patologie respiratorie.

I problemi creati da questa iniziativa in Valusgana li ritroviamo purtroppo diffusi in Trentino. Amministrazioni o privati che concordano parcheggi nel cuore dei centri storici, scarsa attenzione verso la salute dei cittadini e specialmente una grave carenza di democrazia partecipata. I sindaci e gli assessori escono dalle fortezze solo quando vengono costretti dalla nascita di comitati: solo a quel punto aprono, sempre con fatica e insofferenza, il confronto.

A Borgo le possibilità di rivedere le decisioni della fondazione e dell’amministrazione pubblica sono cospicue: siamo in presenza di passaggi urbanistici non codificati nel dal locale Piano Regolatore, l’opera non è finanziata dal Patto territoriale, un bilancio di previsione del cVomune è facilmente modificabile. Proprio a Borgo si apre un’occasione di confronto democratico che può diventare esemplare per tutto il nostro territorio.

Sull’argomento, l’amministrazione comunale, la fondazione, il comitato e i cittadini interessati possono aprire una "Agenda 21" reale, all’interno della quale discutere l’insieme del piano mobilità e parcheggi del comune, della cittadina.

Al di là delle Alpi questo metodo di confronto è consuetudine di governo. Perché non portarlo anche da noi, facendo percepire ai cittadini le mura dei municipi meno minacciose, instaurando uno spazio di collaborazione, rinnovando fiducia ed interesse?