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Abbonamenti? No, grazie

La provincia di Trento ha una legge per il finanziamento di acquisti di editoria trentina per le biblioteche. Una legge che prevede l’inserimento in un elenco specifico delle pubblicazioni locali - sia monografiche che periodiche - che ne facciano richiesta. Elenco che viene poi mandato alle biblioteche perché queste indichino il materiale che a loro interessa. Il passo successivo è l’acquisto da parte della Provincia delle monografie o degli abbonamenti richiesti ed il loro recapito alle biblioteche interessate. Il meccanismo è stato concepito in modo tale che gli acquisti non siano a pioggia, né che la scelta degli acquisti da effettuare sia compiuta da qualche funzionario, magari su sollecitazioni di tipo politico. La scelta è affidata per questa via, in modo ‘tecnico’, alle istituzioni che più hanno il polso della domanda di lettura sul territorio - le biblioteche - e l’acquisizione di materiale editoriale viene resa così il più asettica possibile. Naturalmente c’è un ‘a monte’: lo stanziamento degli importi necessari sulla voce apposita del bilancio provinciale.

Col tempo le centinaia di biblioteche della provincia di Trento hanno preso l’abitudine di non fare abbonamenti diretti a periodici locali, o di acquistare titoli dell’editoria trentina, contando su questo meccanismo a costo zero per le biblioteche, già sottoposte negli ultimi anni a pesanti tagli sui finanziamenti facenti capo ai bilanci comunali. Quest’anno gli abbonamenti ai periodici locali non sono stati effettuati dalla Provincia per mancanza di risorse stanziate su quella voce di bilancio. Il risultato è dunque che nelle biblioteche trentine quest’anno non si possono più leggere i periodici locali, perché man mano che arrivano a scadenza gli abbonamenti sottoscritti lo scorso anno dalla PAT, le testate sospendono gli invii, non avendo ricevuto conferma né dalla Provincia, né dalle biblioteche, rimaste fino ad ora in fiduciosa attesa del rinnovo provinciale, dopo averlo richiesto come tutti gli altri anni. Viviamo in tempo di tagli alla finanza pubblica, si sa. Ma rimane comunque il problema di dove tagliare. Mentre si fanno saltar fuori i 10 milioni per la La Vis, si privano invece in questo modo gli utenti delle biblioteche della possibilità di accesso all’informazione e all’elaborazione culturale locale.