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QT n. 3, marzo 2018 Monitor: Mostre

Le mostre di marzo

Vladimiro Sternini

Marzo pazzerello, vedi il sole e prendi l’ombrello. Quale migliore occasione di una giornata di pioggia per visitare i nostri musei, alcuni dei quali, in vista dell’imminente primavera, hanno recentemente rinnovato la loro offerta?

Iniziamo da Trento, dove al MUSE ha da poco aperto “Genoma umano. Quello che ci rende felici”, il principale progetto espositivo del museo per il 2018. Un percorso come di consueto interattivo e immersivo, che si presenta come un viaggio alla scoperta delle nuove frontiere della genomica, tra speranze e timori. L’impatto scenografico e tecnologico dell’allestimento risulta capace di coinvolgere spettatori d’ogni età anche quando si toccano tematiche particolarmente complesse, come quelle legate al DNA; non mancano inoltre numerosi riferimenti alla nostra quotidianità e ai nostri stili di vita. E suggerimenti per migliorarli.

Dalla scienza alla storia: fino al prossimo 2 dicembre alle Gallerie di Piedicastello la Fondazione Museo Storico del Trentino presenta “L’ultimo anno 1917-1918”, percorso che si sviluppa nei 300 metri della Galleria nera incentrandosi sull’ultimo anno della Grande Guerra sul fronte italo-austriaco, attraverso un doppio punto di vista: quello dei soldati, ma anche quello dei civili, trasformati ora in operai specializzati, ora in profughi, comunque sempre in vittime. Anche in questo caso l’allestimento è intenso e coinvolgente, scandito da documenti originali, scenografiche installazioni, filmati e apparati didattici.

Al Museo Diocesano Tidentino, fino al prossimo 30 aprile, è in corso “Re-velation”, personale della fotografa Carla Iacono che affronta il delicato tema del velo femminile. Elemento di sospetto, di strumentalizzazione politica e talvolta di effettiva oppressione, il velo fino a qualche decennio fa non era estraneo al vestiario femminile occidentale, specialmente nel nostro Mezzogiorno. Le opere della fotografa genovese rivelano queste sottili assonanze e contaminazioni attraverso ritratti basati su un attento e studiato uso della luce che in qualche caso rimanda alla ritrattistica del Sei-Settecento.

La Galleria Civica di Trento aprirà a breve (17 marzo) “Nature is the new minimalism”, importante personale di Sam Falls, la prima in un museo italiano di questo giovane artista statunitense. Le opere di Falls, attraverso l’utilizzo di vari media, esplorano le capacità espressive e percettive del colore e delle immagini come dati materiali, sempre in un rapporto diretto con gli spazi in cui è chiamato ad agire: così anche per l’evento trentino, per il quale ha realizzato alcune opere site-specific.

Passando a Rovereto, la Casa d’Arte Futurista Depero ha da poco inaugurato “Animali metallici. Il culto dell’automobile nel XX secolo” (fino al 10 giugno). Si tratta di un percorso che, soprattutto attraverso opere e documenti delle collezioni del MART, indaga l’influsso esercitato dal mito dell’automobile sull’immaginario di molti artisti, a iniziare dai Futuristi. Lo stesso Depero, nel luglio 1935, pubblicò sulle pagine di Natura una prosa titolata “Prospettive fiabesche di macchine rare”, dedicata al culto delle quattro ruote, emblema di bellezza e velocità.

Al MART, prossimo a rinnovare anche alcune sale della collezione permanente, continuano le retrospettive su Francesco Lo Savio (fino al 18 marzo) e Carlo Alfano (fino al 22 aprile), mentre per tutto il mese di marzo si potrà ancora assistere a “Realismo Magico. L’incanto nella pittura italiana degli anni Venti e Trenta”, mostra prodotta dal MART stesso, che nel corso dell’anno approderà anche all’Ateneum Art Museum di Helsinki e al Folkwang Museum di Essen. Se di queste mostre ci siamo già occupati sulle pagine di Questotrentino, una piccola novità è la mostra “Rappresentare l’architettura. Modelli fra storia e valorizzazione”, il nuovo focus curato dall’Archivio del ‘900 che in questo caso presenta la propria raccolta di modellini architettonici, alcuni originali giunti direttamente assieme ai fondi archivistici, altri realizzati negli anni Ottanta e Novanta in occasione di alcune mostre monografiche d’architettura a Palazzo delle Albere. I modelli - da quelli di Ettore Sottsass a quelli di Luigi Figini e Gino Pollini - dialogano nel percorso con vari documenti d’archivio, come fotografie, progetti architettonici e pubblicazioni d’epoca.

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