Stop alla funivia sul ghiacciaio
Nonostante la benevolenza della Giunta provinciale, il Tar ha bloccato l'insensato prolungamento della Funivia dei Ghiacciai in Val Senales. Dietro, c'era il solito Michl Ebner...
I ghiacciai delle Alpi, da anni in costante ritirata, hanno affrontato un’estate drammatica, aggravata dalla scarsa quantità di neve accumulata durante l’inverno 2024–2025. “Con pochissimo manto nevoso a proteggerli, la superficie viva dei ghiacciai viene esposta precocemente ai raggi solari, accelerando un processo di fusione che sembra ormai irreversibile”, ha scritto il fisico e meteorologo Giovanni De Laurentis. Una cosa che ormai tutti coloro che vanno in montagna vedono con i propri occhi.
Temperature diurne e notturne costantemente sopra lo zero anche a quote elevate interrompono ogni possibilità di rigelo notturno, fondamentale per la stabilità dei ghiacciai. Senza neve, il ghiaccio scuro assorbe calore invece di rifletterlo, portando a una fusione accelerata che si estende in profondità e nei bacini inferiori dei ghiacciai.
Per questo forse la sentenza del Tar che ha affossato il progetto di prolungamento della funivia della Val Senales verso il ghiacciaio, ha fatto tirare un respiro di sollievo a coloro - associazioni della montagna e ambientaliste tedesche e italiane che si impegnano insieme per salvaguardare le Alpi - che guardano con preoccupazione al rapido cambiamento climatico in corso.
Le temperature estive sono state altissime, non solo nelle città come Bolzano, in cui anche per la scarsità di parchi dentro il tessuto urbano, chi non è potuto fuggire, ha boccheggiato per due mesi in temperature sopra i 40 gradi. Le temperature sono state elevate anche ad altitudini fino a pochi anni fa inimmaginabili.
Eppure non mancano coloro che contro ogni ragionevolezza continuano la rincorsa verso l’alto con strutture e insediamenti che accelerano questi fenomeni. Nello scorso giugno, mentre avanzava la devastazione con le opere per le olimpiadi invernali, uno stop è stato dato dal TAR.
La nuova funivia della Val Senales, - che sostituisce quella aperta nel 1975 e chiusa nel 2012, - e che a suo tempo ha garantito lo sci estivo e lo sviluppo turistico della zona resa poi famosa dalla mummia Ötzi,- è stata aperta nel dicembre 2023 dopo soli 8 mesi di lavori. Costo 16 milioni, in gran parte denaro della Provincia, ringraziata nel giorno dell’inaugurazione da Michl Ebner, presidente della Società SchnalstalerGletscherbahnen, che fa parte di Casa Athesia. La funivia è fra le più alte del Sudtirolo e porta in 6 minuti da Maso Corto /Kurzras a 2011 m s.l.m. alla stazione a monte sotto la cima Grawand a 3212 m s.l.m. Del gigantesco progetto fanno parte una stazione a valle, un garage interrato ed edifici di servizio. E un villaggio intero.

Non era abbastanza? In Sudtirolo si deve proprio dire che il detto “l’appetito vien mangiando” è diventato una regola diffusa di comportamento. I proprietari hanno presentato nello stesso 2023 un progetto di ampliamento per prolungare la funivia e le piste.
In gran fretta la giunta provinciale ha approvato il tutto, con l’aiuto di una spettacolare giravolta del Comitato provinciale ambientale. Due mesi dopo diverse associazioni, fra cui WWF, Alpenverein, CAI, hanno presentato ricorso. La LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) si è unita ai ricorrenti perché la zona coincide con l’habitat della pernice bianca, una specie tutelata dalla Direttiva del 2009.
Le associazioni, contrarie allo spostamento dei comprensori sciistici verso quote elevate, hanno definito l’operazione “approccio miope che danneggia la natura e minaccia l’economia dei territori a lungo termine”, esponendo numerose ragioni per cui chiedevano l’annullamento della delibera provinciale favorevole ai proponenti del progetto.
Il TAR, nella sentenza del 17 giugno scorso, ha fatto proprie le ragioni delle associazioni, motivando nel merito, per il fatto che la zona interessata si trova a 3.000 metri di altitudine e l’area che si vuole costruire è ad alta sensibilità ambientale, fortemente tutelata come “zona rocciosa-ghiacciaio” e vicina a due siti protetti Natura 2000 (Alpi dello Ötztal a 150 m e Parco Naturale del Gruppo di Tessa /Texelgruppe a 2 km). Ma ha severamente giudicato anche l’irregolare procedere. Il progetto prevedeva infatti lo spostamento a valle e a monte delle stazioni e il prolungamento delle piste di oltre 2 ettari e mezzo. Il Comitato provinciale ambientale, nel settembre 2023, aveva respinto il progetto, ma improvvisamente nel dicembre, pochi mesi dopo, ha rovesciato il proprio parere, senza spiegare il perché. Una giravolta che si sarebbe dovuto motivare seriamente.

Nella sentenza del Tar si legge: “Il parere si limita laconicamente a richiamare le osservazioni svolte dalla società proponente e a rilevare che le stesse potrebbero superare le ampie criticità sollevate nel precedente parere”, senza esporre i presupposti di fatto e le ragioni determinanti la nuova valutazione. “Il Comitato provinciale non ha spiegato per quali motivi le osservazioni presentate dalla società proponente lo hanno indotto a superare le considerazioni negative”.
Nel marzo 2024 la giunta Kompatscher aveva approvato definitivamente lo studio di fattibilità. Come rilevano criticamente i giudici del TAR, non è stata fatta la Valutazione di incidenza ambientale (Vinca), a cui, secondo la Direttiva Habitat, sono sottoposti tutti i progetti che interessano siti Natura 2000. Al suo posto è stata fatta una Valutazione ambientale strategica (Vas), che secondo il Tar “non è conforme alla normativa, perché carente negli obblighi informativi e di monitoraggio del progetto”.

La sentenza del TAR del 17 giugno ha annullato la delibera della giunta provinciale a favore di Athesia. I proponenti sono potenti, economicamente e anche politicamente. L’istanza successiva, se potranno fare ricorso, sarà forse meno severa? Intanto di recente sono stati aumentati i finanziamenti provinciali per Almdorf a Maso Corto: 600 posti letto, 1,7 ettari, 55.000 m3 più 25 sottoterra. Un nuovo enorme insediamento.
La giunta Kompatscher più volte ha fatto eccezioni sui limiti di finanziamento per progetti di Athesia. Sarebbe interessante sapere su quali basi l’attuale presidente della giunta provinciale, in passato fortemente osteggiato e perfino offeso dai mass-media dell’impresa monopolista dell’informazione in Sudtirolo, da un paio d’anni ha fatto la pace con quest’ultima. Fatto sta che vi è stato un riavvicinamento con la formazione, con sorpresa di tutti, della giunta di destra-destra, seguita dal sostegno alla formazione di una giunta di destra nel capoluogo. Poi la cosiddetta riforma dello Statuto, fatta in casa Svp, e il favore in parlamento allo stravolgimento della Costituzione. Si ha l’impressione che la politica si sia definitivamente inchinata ai poteri economici forti e agli interessi privati, con una svolta di orientamento politico sorprendente per un partito che rappresenta una minoranza etnica storicamente certo non benvoluta dall’estrema destra.
Mi sembra d’obbligo aggiungere che l’assalto alla montagna è ancora più indigeribile di fronte alla prospettiva della crisi climatica, che costituisce il problema del futuro - ma già presente - più importante per l’umanità intera. La smisurata crescita auspicata e perseguita da alcuni imprenditori turistici appare assurda non solo per il fenomeno di overtourism, che ormai affligge gli abitanti di molte località, ma perché sono fatti in tempi in cui anche l’Europa pianifica armamenti e guerre. In tempi segnati dall’incapacità della politica di affrontare i problemi dell’umanità, apprestandosi invece a scatenare guerre definitive, lo sconcerto di fronte all’avidità di alcuni è totale.