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QT n. 10, novembre 2009 Trentagiorni

Povero Emilio!

Povero Emilio! Proprio non riesce a convincere qualcuno di essere un razzista fatto e finito, uno di quegli esseri che non riescono a riconoscere negli altri la loro stessa, sofferente, umanità.

Emilio Giuliana

Prima ci ha provato, da consigliere comunale di Trento, rinverdendo la frusta equazione gay=pedofili. Poi, non contento del risultato, qualche tempo fa ci ha riprovato, questa volta prendendosela con i nomadi.

Nel 2007, durante una seduta del Consiglio comunale, aveva sostenuto che gli “zingari” sono pigri, delinquenti, spesso assassini, “canaglie a cui le istituzioni dovrebbero togliere i bambini”.

Ma neppure stavolta il povero Emilio è riuscito a farsi dare del razzista. Il giudice Forlenza, che lo ha assolto in tribunale qualche settimana fa, ha sostenuto che il suo intervento, in fondo, non faceva che esprimere una reale preoccupazione per la sorte dei bambini dei nomadi e si è limitato a censurarne i toni, sostenendo che “nel complesso non si può ragionevolmente ritenere che il contenuto abbia trasmodato nell’aperta o nella implicita esaltazione di idee fondate sulla superiorità razziale o nella istigazione a commettere atti di discriminazione”.

E poco importa che nel suo pacato discorso Giuliana abbia accostato caratteristiche negative ad un intero popolo, per il giudice questo non è razzismo, al contrario di quanto sostengono da decenni tutti gli studiosi in materia. Proviamo a fare una sostituzione, scambiamo il termine “zingari” con “ebrei”: forse così è più chiaro?

Povero Emilio, ormai non può neanche più contare sulla magistratura asservita ai comunisti per ottenere quello che gli spetta. Eppure c’è chi con molto meno ottiene molto di più: Giancarlo Gentilini, prosindaco di Treviso, è riuscito a farsi condannare dal Tribunale di Venezia per istigazione all’odio razziale con una frase da chierichetto: “Voglio eliminare i campi nomadi, voglio eliminare dalle strade quei bambini che vanno a rubare in casa degli anziani”.

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