Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Più partecipazione e meno sprechi

Jacopo Zannini

Dentro un panorama nazionale sempre più complesso e percorso da populismi a maggioranza variabile, sono arrivati inaspettati dei forti attacchi anche contro l’Autonomia della nostra Provincia, che in maniera troppo forse troppo sbrigativa, è stata inserita nel novero delle “regioni troppo speciali”. Questi attacchi sono piovuti come macigni: gli articoli di Gian Antonio Stella e quello del Sole 24 Ore sono apparsi chiari segnali degli scricchiolii del “dellaismo” agli occhi dell’opinione pubblica nazionale.

L. Dellai

Il “dellaismo”, inteso come sistema politico-culturale basato su un liberismo temperato, è stato egemone negli ultimi vent’anni all’interno della nostra Provincia, venendo a mio parere fin troppo sopravvalutato anche da sinistra. Durante il ventennio berlusconiano la crisi, prima di tutto culturale e poi aggravata da quella economica, in Trentino è stata fronteggiata a volte anche con scelte condivisibili, ma inevitabilmente i germi sono penetrati anche in quella molte volte descritta come un’anomalia positiva, il Trentino. L’egemonia di Mamma Provincia ha compiuto un percorso da troppi esaltato sempre e comunque negandone i lati oscuri. Sul nostro territorio, durante gli ultimi dieci anni, si è prodotto un notevole calo di senso critico, insomma il “pensiero unico” locale ha fatto scuola. Così siamo arrivati a scelte che adesso stiamo pagando e pagheremo in futuro: una riforma istituzionale incompleta e calata dall’alto quella delle Comunità di Valle; stipendi da capogiro per i funzionari provinciali e gli stessi politici; svariate società mantenute in vita dalla Provincia stessa; un territorio troppo spesso drogato dai finanziamenti a pioggia agli amici ecc. Nel complesso un sistema piuttosto clientelare, ma comunque un’anomalia nel disastrato paese Italia.

Questa lenta degenerazione in corso è stata svelata, forse con un po’ di pressappochismo, da occhi esterni, dopo che tanti altri occhi, da molto tempo, facevano finta di non vedere. Adesso ci troviamo di fronte a un bivio: alzare dei grandi scudi “etnici” e magari scaricare le colpe dei i limiti che effettivamente abbiamo coltivato nella maggioranza di centro-sinistra ad altri, reagire con le solite dichiarazioni stizzite del principe degne di un centralismo che in effetti viviamo; oppure analizzare le critiche separandone il grano, dal loglio: da una parte respingendo quel populismo di matrice grillina che circola nel nostro paese e dall’altra cercando gli antidoti a quelle degenerazioni potenzialmente pericolose che possiamo riscontrare dentro la nostra Autonomia. La strategia migliore per difendere l’ Autonomia, a mio parere, è riconoscerla per quello che è, un diritto inalienabile di tutti, valorizzandola attraverso una maggiore partecipazione e responsabilizzazione di chi la vive dal basso.

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.