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Per una Sinistra di governo in Trentino

Jacopo Zannini

Sembra che le traversie della coalizione del Centrosinistra Autonomista trentino non finiscano mai: i suoi principali partiti stanno arrivando alle elezioni provinciali in ordine sparso e pare che solo alla fine troveranno un assetto che gli permetterà di tagliare il traguardo in maniera compatta (attraverso delle primarie balneari). Ma anche se ciò avverrà, questo percorso resterà comunque segnato da dinamiche poco costruttive e influenzate da litigi interni. È vero che al Centrosinistra autonomista va riconosciuto di aver fatto anche cose importanti negli ultimi decenni, tuttavia, a mio parere, a partire dallo slogan “Il Trentino, l’Italia come dovrebbe essere”, la classe politica nostrana si è un po’ seduta sugli allori, non ha saputo avere uno sguardo lungo né ha dimostrato la capacità di proporre un modello sostenibile.

Ci sono poi alcune cose che preoccupano: l’atteggiamento del Pd locale che appare chiuso alle spinte di discontinuità che arrivano anche dal suo interno (la negazione delle primarie che avrebbero potuto scombussolare gli equilibri della maggioranza è uno dei tratti salienti) e i giochi incrociati degli alleati che lo stanno mettendo in una posizione difficile. Lo abbiamo visto in maniera chiara a Pergine, dove il Pd con l’appoggio dei Verdi ha tenuto in termini di voti, ma ha perso la sua centralità politica. Finora la coalizione governativa non ha messo in campo idee in grado far immaginare un modello sostenibile e virtuoso che sappia far progredire il welfare e l’innovazione. La Sinistra di governo in Trentino si trova così schiacciata dentro le trame del “dellaismo dopo Dellai”, che la sta indebolendo.

In questo panorama poco rassicurante, si sta muovendo qualcosa d’altro, a partire dall’esperienza di Sinistra Ecologia Libertà, che vuole immaginare un Trentino al passo coi tempi che non abbia paura di definirsi di Sinistra ma lo faccia guardando al futuro, dialogando con quelle fasce di giovani e meno giovani che non si sentono più rappresentati dalla politica del centro (sinistra?) autonomista. Serve una svolta verso un welfare comunitario e solidale; una revisione dei costi della politica con la riduzione delle società partecipate e l’abolizione delle Comunità di valle valorizzando le idee interessanti presenti nella riforma in questione. Va ripensato un Trentino attento ai beni comuni e alla sua composizione sempre più multietnica per promuovere un’Autonomia più partecipata che responsabilizzi i propri cittadini.

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