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La faticosa difesa dell’ambiente

Francesco Borzaga

Un pessimista ha paragonato gli ambientalisti a quanti, pietosamente, siedono al capezzale di un morente. Contro la difesa del territorio si trovano sempre ragioni valide: in tempi prosperi appare criminale frenare la crescita e, con la crisi, chi mai vorrà compromettere dei posti di lavoro? Si aggiunga poi la fitta rete degli interessi privati.

Un esempio di questa logica lo offre la val Rendena, dove la Comunità di valle e i principali comuni sembrano intenzionati a proseguire sulla strada dell’ipertrofia funiviaria. Con grande e palese sostegno è partito il progetto Serodoli, destinato a stravolgere una delle parti più delicate del parco naturale. In parallelo arrivano ora ben 5 progetti per lo sfruttamento idroelettrico degli ultimi corsi d’acqua fin qui risparmiati, con l’appoggio dei Comuni di Pinzolo e Carisolo. Le centrali gioveranno certo alle future e molto energivore funivie di Serodoli.

A sua lode, contro questo progetto si è mosso con coraggio il presidente del Parco Naturale Antonio Caola. Mi chiedo però se tale difesa, pur sostenuta dalle norme vigenti, risulterà sufficiente qualora il Parco operi in solitudine. È noto quanti amici dello sviluppo risiedano in val Rendena, ma anche a Trento. Recentemente, un esponente politico, noto per essersi arricchito con i villaggi turistici nel Terzo Mondo, ha spezzato una lancia a favore del progetto Serodoli.

A proposito di centrali, ricorderò come l’istituzione del Parco sia stata il frutto della campagna nazionale volta a impedire la desertificazione idroelettrica della val di Genova e delle sue cascate.

La vicenda è esemplare nel mostrare quanto fragili siano i risultati degli sforzi di protezione ambientale. A molti fa comodo che i parchi, svuotati di ogni contenuto, si riducano a etichetta di illusorio richiamo turistico.

Sul principio di sussidiarietà, vantato come rimedio universale, nutro diversi dubbi. La tutela ambientale, fatta sì di parchi e biotopi, ma anche di molto altro, dev’essere espressione di una visione organica, capace di guardare lontano e non limitata a misure estemporanee. È significativo il fatto che i più decisi stimoli e i più consistenti sostegni finanziari per un’azione ambientale ci vengano dall’Europa, mentre sul piano locale si manifestano resistenze. È emblematica in proposito la posizione del piccolo comune di Carisolo, che con le centrali vuole risolvere le proprie difficoltà finanziarie.

In questo quadro è fondamentale il ruolo della Provincia. È un tema cruciale, che interessa non solo il turismo, ma anche la politica del territorio, l’agricoltura, l’economia. Sarà questa, della tutela ambientale, una prova di responsabilità di tutto il mondo politico. A suo tempo i parchi e i biotopi sono stati frutto dello sforzo solitario di Walter Micheli, non a caso allontanato dal potere appena possibile. Spetta ora a tutti noi proseguire sulla strada iniziata.

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