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QT n. 1, gennaio 2016 Servizi

Banda Larga: il Trentino arranca

I dati del Ministero dello Sviluppo Economico fotografano una situazione drammatica per il Trentino, impietosa nel confronto con le altre Regioni. E la risposta della Giunta ha il sapore di un contentino.

Da quando QT si è occupato di banda larga (Alfiero Santarelli e Aldo Colombo nei numeri di maggio, giugno e luglio 2015), smascherando la ridicola posizione di “vorrei ma non posso” dietro cui si è trincerata la Giunta Provinciale, non possiamo fare a meno di cercare per la rete commenti, notizie o articoli che ci diano un po’ di speranza per il nostro futuro tecnologico. Vorremmo, come imprese ma anche come cittadini, navigare veloci, farci i backup di sicurezza via rete, vedere la TV in streaming, usufruire di servizi avanzati. Tutte belle cose che le attuali reti ADSL non riescono, pur con la buona volontà, a supportare.

Anni fa la Giunta promise di portare a tutti i trentini la banda ultralarga, ma ancora oggi questa non è arrivata, o lo è solo in parte: la Provincia, improvvisamente, ha deciso di non finanziare l’estensione della rete pubblica in fibra, ma di affidarsi agli operatori privati.

Nel frattempo qualcosa si è mosso: qualcuno (nelle città di Trento e Rovereto) avrà notato operai di Telecom o di Fastweb posare cavi di fibra e avrà ricevuto qualche proposta commerciale dai vari operatori telefonici. Ma a che punto siamo?

Tabella 1: Situazione nazionale al 31 marzo 2015 della copertura a banda ultralarga a livello regionale in termini di unità immobiliari
Copertura al 31/03/2015Livello di copertura con architetture FTTH, FTTB, FTTDPLivello di copertura con architetture FTTNPercentuale non servita
Campania6,00%47,90%51,00%
Lazio21,00%45,60%54,00%
Emilia Romagna13,00%37,40%61,00%
Liguria14,00%35,50%65,00%
Lombardia25,00%22,20%65,00%
Toscana5,00%27,50%71,00%
Piemonte13,00%26,40%73,00%
Friuli Venezia Giulia0,00%23,60%76,00%
Sicilia5,00%21,00%79,00%
Veneto4,00%20,10%80,00%
Calabria0,00%19,00%81,00%
Umbria0,00%17,60%82,00%
Marche1,00%16,30%84,00%
Puglia3,00%15,90%84,00%
Trentino Alto Adige3,00%12,30%87,00%
Sardegna0,00%10,40%90,00%
Basilicata0,00%9,00%91,00%
Abruzzo2,00%7,50%92,00%
Molise0,00%5,80%94,00%
Val d'Aosta0,00%1,10%99,00%
Totale10,06%26,40%71,38%

I dati

Da qualche settimana è a disposizione il resoconto di uno studio finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico sulla situazione della Banda Ultra Larga in Italia, molto approfondito e anche ben supportato dal sito internet www.infratelitalia.it, che non lesina certo su informazioni, infografiche e dati, illustrati con molta chiarezza.

Lo studio è presentato da Infratel Italia S.p.A., una società in-house del Ministero dello sviluppo economico e soggetto attuatore dei Piani Banda Larga e Ultra Larga del Governo.

L’obiettivo di Infratel è “ridurre il digital divide nelle aree a fallimento di mercato, attraverso la realizzazione e l’integrazione di infrastrutture capaci di estendere le opportunità di accesso a internet veloce” (Fonte: sito web www.infratel.it).

Possiamo così confrontare le situazioni locali con quella nazionale (tabella 1). Lo studio riporta i dati ordinando le Regioni in ordine alfabetico. Noi preferiamo proporla in base alla percentuale crescente di unità immobiliari non servite dalla banda ultralarga.

La prima colonna indica il livello di copertura con tecnologie di maggior qualità, in pratica quelle con fibra fino all’abitazione o al palazzo, in grado di garantire 100 Mbps. La colonna centrale, invece, mostra la copertura con il servizio FTTCab o FTTN (vedi glossario) che arriva a 30 Mbps. La somma fra le tre colonne non deve essere necessariamente 100, in quanto è possibile che in qualche unità immobiliare convivano entrambe le tecnologie.

Oh! Che succede?

La Regione che sbanca nelle classifiche per qualità della vita, costituita da due Province che sono un modello di amministrazione autonoma perfetta, è in lotta per evitare la retrocessione. Lo scudetto lo vince la Campania, in Champions League vanno Lazio ed Emilia Romagna.

Piuttosto impietoso è anche il confronto con la media nazionale: l’Italia nel suo complesso, che a livello internazionale non brilla certo per avanguardia tecnologica, vanta una percentuale di copertura con entrambe le architetture almeno doppia rispetto al Trentino-Alto Adige, e un 16% in meno di zone non servite.

È evidente che così non può andare: il Trentino ha bisogno di infrastrutture di rete veloce per rilanciare una economia che trova nel digitale una strada indiscutibilmente obbligata; è una necessità nota da sempre, tanto che il progetto iniziale prevedeva FTTH sul 100% del territorio senza tanti compromessi.

Per avere un’idea della situazione attuale, guardate la cartina che abbiamo ricavato dal sito Infratelitalia, e adattata per il solo Trentino: secondo l’obiettivo iniziale con cui si era avviato il progetto Banda Ultra Larga, questa cartina, nelle valli e nelle città, non dovrebbe quasi avere zone colorate di bianco. Potremmo al limite chiudere un occhio sulle zone di montagna pura. Non c’è molto altro da dire.

Tabella 2. Previsione al 2018 della copertura a banda ultralarga a livello regionale in termini di unità immobiliari, con dettaglio sulla percentuale finanziata con piani pubblici attuati o in corso.
FTTH, FTTB, FTTDP (100 Mbps garantiti)FTTN (30 Mbps garantiti)
% copertura al 2018 % copertura finanziata da piani pubblici% copertura al 2018% copertura finanziata da piani pubblici
Calabria8,61%0,30%93,26%77,99%
Puglia16,95%0,00%95,20%72,55%
Basilicata6,32%0,10%72,96%56,27%
Sicilia16,79%0,00%77,42%48,88%
Campania24,64%7,80%73,40%37,96%
Sardegna8,76%0,00%65,79%28,93%
Abruzzo8,00%0,00%41,88%24,66%
Molise3,52%0,00%26,27%13,98%
Lazio37,74%0,00%79,94%11,36%
Marche8,68%0,00%55,67%10,67%
Veneto14,65%0,00%45,42%5,47%
Toscana21,99%0,00%57,65%5,04%
Lombardia33,52%0,00%43,04%0,92%
Emilia Romagna25,41%0,00%54,06%0,00%
Friuli Venezia Giulia17,75%0,00%37,94%0,00%
Liguria24,84%0,00%60,87%0,00%
Piemonte22,84%0,00%46,46%0,00%
Trentino Alto Adige12,52%0,00%30,89%0,00%
Umbria12,21%0,00%46,14%0,00%
Val d'Aosta1,54%0,00%15,26%0,00%
Totale22,07%0,65%61,09%19,93%

E ora?

Quale strategia si prevede di adottare? Lo studio mostra anche le prospettive per il 2018. Nella Tabella 2 è riportata infatti la percentuale di copertura prevista nel 2018 (a 100 e a 30 Mbps) nelle Regioni italiane.

Zero via zero, direbbe un nostro vecchio compagno di giochi. In Trentino-Alto Adige nessun piano pubblico previsto. Quindi nemmeno nella sola Provincia di Trento.

Secondo lo studio Trentino Network, braccio tecnico della Provincia, non ha previsto nemmeno un euro per aggiornare le infrastrutture di rete. Starebbe quindi aspettando che i privati si muovano. Probabilmente lo faranno, ma solo nelle zone profittevoli, ossia Trento, Rovereto, Riva del Garda, Rovereto, Arco, Pergine. Vi confessiamo che abbiamo pessimi presentimenti per le valli di Non e di Sole, così come per Fiemme e Fassa, per fare alcuni esempi.

Eppure le direttive di Roma sono chiare: secondo quanto riferisce Infratel, e noto ormai da tempo, “il 3 marzo 2015, il Consiglio dei Ministri ha approvato la nuova strategia nazionale per la banda ultralarga con l’obiettivo di massimizzare la copertura della popolazione con una connettività ad almeno 100 Mbps, con priorità per le imprese e le sedi della PA, garantendo al contempo almeno 30 Mbps al 100 per cento della popolazione”.

Va detto, per onestà di informazione, che la Provincia forse se ne è accorta. In questi giorni sull’Adige (22 dicembre, p. 18) abbiamo letto che Piazza Dante ha promosso un bando per la copertura delle aree periferiche, ricercando aziende private che possano sobbarcarsi l’operazione. La Provincia finanzierà il 70% della spesa sostenuta con l’obiettivo di raggiungere almeno il 95% delle utenze, garantendo 30 Mbps nelle case e 100 Mbps a scuole e imprese entro il 2018.

E allora di cosa ci lamentiamo?

Per dimostrare che non siamo affetti da brontolite cronica, vi mostriamo come Trentino Network definisce il progetto di banda larga per il Trentino: lo si trova ancora oggi sul suo sito, alla pagina “Chi Siamo”.

Il progetto per la larga banda della Provincia di Trento prevede di realizzare una infrastruttura di rete interamente in fibra ottica di circa 800 Km a copertura dell’intero territorio provinciale. Il che a casa nostra significa che le connessioni non dovrebbero avere più niente a che fare con il rame, ma viaggiare solo su fibra ottica. Dovremmo avere tutti 100 Mbps garantiti, non solo scuole e imprese, e ce ne stanno dando solo 30.

Sulle prime saremo contenti anche così, poi sarà necessario rimettere mano alla infrastruttura (e al portafoglio).

Ecco perché ci lamentiamo.

Glossario

Fiber to the Node (FTTN) o Fiber to the Cabinet (FTTCab): la fibra termina presso un nodo intermedio, tipicamente gli armadi di strada, poi si procede su cavo di rame (che porta meno dati, e finisce con l’essere una strozzatura); la fibra può anche collegarsi ad un apparecchio per inviare il segnale nell’etere. La differenza tra N e C sta nella distanza tra la casa e il nodo, minore di 300 mt nel caso FTTCab. La maggior parte dei servizi fibra oggi in vendita dai maggiori operatori consiste in questa tecnologia. La banda nominale garantita è 30 Mbps in download (quando scarichiamo dalla rete al computer) mentre è 3 Mbps in Upload (quando carichiamo qualcosa sulla rete). La banda minima garantita (da contratto) è comunque al massimo 1 Mbps in entrambe le direzioni d’uso: la suddivisione fra vari clienti può costringere l’operatore a frazionare la quota di banda a disposizione dell’utente.

Fiber to the Distribution Point (FTTDP): la fibra termina presso un punto di terminazione ottico (Distribution Point) posto a distanza minore o uguale a 50 metri dall’Unità Immobiliare. Simile tecnologicamente alla FTTC, ma la vicinanza della fibra all’utente finale fa sì che le dispersioni del rame sono così ridotte da permettere alte velocità.

Fiber to the Building (FTTB): la fibra termina presso un punto di terminazione ottico posto alla base dell’edificio che ospita l’Unità Immobiliare, poi si arriva alla casa con qualche metro di rame.

Fiber to the Home (FTTH): la fibra termina presso un punt

o di terminazione ottico interno all’Unità Immobiliare. La fibra arriva direttamente sul modem/router di casa.

Mediante queste ultime tre tecnologie si può garantire una banda più ampia, vista l’assenza o la trascurabilità delle dispersioni del rame.