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La Verità di Belpietro

Maurizio Belpietro

“Cerchi la verità? La trovi in edicola”: è lo slogan con cui, il 20 settembre scorso, è partito un nuovo giornale fondato e diretto da Maurizio Belpietro. Estromesso nel maggio scorso dalla direzione di Libero, Belpietro continua così il suo vagabondaggio nella pubblicistica di destra, cominciata – dopo una lunga gavetta in giornali di provincia - come vicedirettore dell’Indipendente di Vittorio Feltri e proseguita, con lo stesso incarico, al Giornale. Poi è direttore al Tempo, quindi vice al Quotidiano Nazionale, poi “direttore operativo” ancora al Giornale. Passa in seguito alla direzione di Panorama, finché nel 2009 sostituisce alla direzione di Libero quello stesso Feltri che ora lo ha rimpiazzato. Oltre, naturalmente, ad una frenetica attività televisiva, che attualmente lo vede alla conduzione, su Rete4, di “Dalla vostra parte”, trasmissione dedicata a furibondi contraddittòri in presenza di folle infuriate contro gli immigrati.

L’editore di Libero Antonio Angelucci

Ma perché è stato mandato via da Libero, quali le divergenze con l’editore Antonio Angelucci?

Si è parlato di contrasti fra lui e Feltri e di scontento della proprietà per certe posizioni troppo urlate del direttore dimissionato (ma Feltri è forse più pacato?); il diretto interessato, comunque, non ha dubbi e addossa la colpa di tutto a Renzi, che avrebbe fatto pressioni in quel senso sull’editore: “Può un Presidente del Consiglio – scrive nel suo primo editoriale - incarognirsi a tal punto per le critiche e le notizie pubblicate da pretendere la testa del direttore del giornale che quelle critiche ha stampato?... A far saltare come birilli le capocce dei giornalisti che pongono domande imbarazzanti è colui che si appresta a chiedere agli italiani ancora più potere, con una modifica costituzionale che gli consegnerà iòl pieno controllo del Parlamento e delle istituzioni e dunque dell’Italia... Del resto una classe imprenditoriale debole e in cerca di aiuti di Stato (riferimento all’editore di Libero, n.d.r.) si piega volentieri di fronte a una classe politica arrogante e prepotente”. E non a caso il titolo d’apertura del primo numero è “Le intercettazioni di casa Renzi nell’inchiesta per bancarotta”.

A seguirlo nella nuova avventura troviamo numerosi giornalisti di Libero (non sappiamo quanto c’entri la politica e quanto il caratteraccio di Feltri) e altri del Giornale. Fra le firme più note, Mario Giordano, Gianpaolo Pansa, l’on. Eugenia Roccella (che subito se la prende con “La figlia lesbica di Vecchioni (che) dovrà rieducare i giornalisti”; e Luca Telese – sì, uno dei fondatori del Fatto Quotidiano - che dopo aver fondato nel 2012 un quotidiano durato tre mesi (Pubblico) aveva preso a collaborare con Libero, e che ha esordito nella nuova testata con una intervista di una intera pagina al marito di Giorgia Meloni (“Sono il signor Meloni, mammo felice” – il titolo).

24 pagine, un euro, La Verità esce tutti i giorni escluso il lunedì e si definisce “indipendente”, “un giornale senza padroni né padrini, che s’incaricherà di raccontare ogni notizia di pubblico interesse, senza curarsi che questa dispiaccia a qualcuno di destra o di sinistra o anche di centro”.

A quanto abbiamo fin qui potuto vedere, le differenze di linea politica rispetto a Libero ci sembrano impercettibili, ma vedremo. Sul piano delle vendite, le voci parlano di 40.000 copie del primo numero (poco meno di Libero), ma, come succede per la conta dei partecipanti ad una manifestazione, i diretti interessati sono molto più generosi e sparano 70.000 copie.

Un ultimo accenno alla curiosa reazione dei lettori del Fatto Quotidiano, che si spaccano nettamente fra chi non perdona il (trascorso?) berlusconismo di Belpietro e chi, magnanimamente, lo arruola fra gli anti-renziani.

E così i “Belpietro e la verità sono una contraddizione irrisolvibile”. “Tanti auguri per il nuovo giornale, ma la versione cartacea di Studio Aperto non m’interessa” si alternano ai “Se è antirenziano, ben venga!”. “Contro Renzi va bene tutto, anche Belpietro”.

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