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QT n. 3, marzo 2017 Servizi

In volo col drone

Si fa un gran parlare dei droni e di loro possibili applicazioni. Cosa si fa e cosa si può fare, anche in Trentino, con questi piccoli oggetti volanti?

Se siete amanti della tecnologia, o anche semplicemente non cambiate canale quando alla TV propongono qualche servizio dedicato a nuove tecnologie, avrete certamente sentito parlare dei droni. Si tratta di piccoli velivoli radiocomandati, dotati di telecamera, in grado di elevarsi e muoversi nello spazio aereo.

Con questi oggettini volanti si possono fare tante cose, davvero utili ed innovative, sia in ambito tecnico che in campo sociale.

Ma per poter usare i droni è necessario fare attenzione alle normative: l’ENAC (Ente Nazionale dell’Aviazione Civile, che ha la competenza sulla normativa per i droni) ha equiparato tali velivoli a veri e propri aeromobili, quindi il loro uso professionale è rigidamente normato. Insomma: il fatto che possiate comprare un drone al negozio sotto casa non vi esenta dal rispetto di tali norme.

La normativa

Rispondiamo subito alla domanda che più frequentemente viene fatta nei forum di settore o nei convegni: posso usare il drone a scopi ricreativi? Sì, purché stiate lontani da centri abitati e ad almeno 8 chilometri dall’aeroporto o eliporto più vicino; meglio ancora se state in un campo di volo per aeromodellisti. Altre zone off limits sono biotopi e parchi naturali, salvo particolari autorizzazioni.

Quanto appena detto vale per i droni dal peso al decollo superiore ai 300 grammi e fino ad un massimo di 25 chili.

Per divertirsi e provare l’ebbrezza del volo, è comunque possibile ricorrere ai droni da supermercato, quelli di peso inferiore ai 300 grammi: si tratta di droni utilizzabili da tutti e ovunque, e sono un ottimo strumento di allenamento.

Possono essere usati anche in città, purché si usino i paraeliche e non si voli sopra assembramenti di gente, come manifestazioni, concerti, matrimoni. Sì, avete letto bene, matrimoni: l’ENAC vieta rigidamente di volare sopra assembramenti di persone, matrimoni compresi. Il drone che vola sulle teste degli ospiti in attesa dell’uscita degli sposi dalla chiesa non sta rispettando la legge, sia che il pilota abbia il permesso o non ce l’abbia. L’operatore SAPR (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto secondo la denominazione data ai droni in normativa) che abbia effettuato tutti gli adempimenti della normativa e che si tenga a debita distanza dalle persone, invece, può riprendere tranquillamente la cerimonia.

In Italia la quota massima cui può volare un drone è di 70 metri dal livello del terreno e ad una distanza di 200 metri dal radiocomando: ogni altro velivolo ha la precedenza, quindi, appena passa un aereo o un elicottero, è necessario portare il mezzo a terra, o quanto meno ad altezza d’uomo.

Altro dettaglio fondamentale: non potete farvi pagare per quello che fate. Quindi, passi le foto o il video per sé o per amici, ma se si comincia a entrare nella zona grigia del lavoro professionale mascherato da uso personale, allora la questione cambia.

Se intendete lavorare con i droni, preparatevi a fare un corso per piloti SAPR e ad entrare in un bel turbine di burocrazia.

La formazione

Esempio di aerofotogrammetria fatta con drone

Se si vuole diventare piloti professionali di droni, bisogna fare almeno un corso, recandosi in una scuola certificata ENAC per la formazione di SAPR. In Provincia di Trento ce n’è una nei pressi dell’aeroporto Caproni, la Italfly Srl.

Ma attenzione: il primissimo livello di corso abilita i piloti alle cosiddette operazioni non critiche, ossia fuori dai centri abitati e dalle zone aeroportuali, e per mezzi dal peso inferiore ai 4 kg.

Per le operazioni critiche, ossia quelle in centri abitati o nelle vicinanze delle zone aeroportuali, ci vuole un altro corso abilitante, che viene fatto successivamente al primo, sempre per peso inferiore ai 4 kg.

Per salire di peso, poi, bisognerà sostenere ulteriori corsi abilitanti. Un percorso di formazione abbastanza lungo e costoso, che però può dare grandi soddisfazioni a livello professionale.

Cosa si può fare

I droni sono stati immediatamente appannaggio di videomaker, fotografi e artisti dell’immagine, che non hanno perso l’occasione di sperimentare lo scatto o la ripresa dall’alto, senza dover ricorrere al costoso noleggio di aerei o elicotteri: il web è quindi un fiorire di splendide immagini o video fatti con drone, con soggetti e ambientazioni prima impensabili.

Poi i droni si sono largamente diffusi in topografia e nella gestione del territorio. Diversi oggi sono in tutto il mondo, ed anche in Trentino, i topografi e gli studi di ingegneria che fanno largo uso di SAPR per acquisire immagini dall’alto da poter utilizzare per la progettazione: basta un drone ed una macchina fotografica di buona qualità per avere ottimi risultati. La fotografia del territorio (aerofotogrammetria) permette ai topografi di mappare il territorio, di acquisire quote e curve di livello con risultati molto precisi, a fronte di un minor impiego di lavoro manuale.

Immagine termografica: i colori indicano la temperatura di ogni singolo punto

Un’applicazione molto interessante è la valutazione dei volumi di massa rocciosa pericolante, o di una cava. Facendo volare il drone nella zona coinvolta, è possibile acquisire informazioni sullo stato della massa rocciosa (anche attraverso l’uso di termocamere), ricostruire un modello tridimensionale molto preciso e grazie a potenti software specifici venire a conoscenza della quantità di materiale pericolante e di eventuali punti di frattura della roccia.

Se poi, al posto di una telecamera o macchina fotografica, montiamo una termocamera, si ottengono immagini della radiazione infrarossa degli oggetti inquadrati. In questo modo è possibile ispezionare l’efficienza di impianti fotovoltaici, elettrici e industriali, ma anche cercare ponti termici negli edifici, causa di muffe e inefficienza energetica delle nostre case.

Ma la termografia può essere molto utile, e già si sta sperimentando in questo senso, per la ricerca delle persone disperse, anche sotto le slavine: le termocamere montate su droni, sorvolando la zona della slavina, sono in grado di individuare l’eventuale presenza di persone sotto il manto nevoso, suggerendo ai soccorritori dove scavare. Un valido aiuto per la sicurezza di sportivi e turisti in montagna.

Innumerevoli sono infine le applicazioni in agricoltura: dalla mera mappatura del campo, ad una ispezione delle piante, dello stato di salute del campo e della lettura dell’indice di vegetazione, anche grazie all’uso di sensori speciali. Con questi sistemi sarà possibile distribuire trattamenti solo alle zone di campo che realmente ne hanno bisogno, razionalizzando i costi e migliorando la qualità della produzione agricola.

La privacy

Una telecamera volante, inevitabilmente, ci pone di fronte al problema della privacy. Parafrasando il regolamento di ENAC, si può dire con certezza che i materiali fotografici o video ripresi con il drone non potranno essere divulgati sui mezzi di comunicazione quando questi rivelassero dati sensibili in assenza si consenso alla diffusione.

Negare il consenso alla diffusione, non è solo rifiutarsi di firmare una carta, ma anche costruire un muro o una siepe per recintare la proprietà privata, nascondendo all’esterno quanto avviene dentro. Di conseguenza il drone che fotografa oltre un muretto di recinzione, sta commettendo un illecito, che la legge punisce anche con la reclusione.

Diverso è il discorso di una ripresa con drone di una città e delle persone che vi passeggiano: in quel caso le persone sono considerate parte del paesaggio, e quindi il fotografo può fotografare tutto quello che vede.

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