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“Hanno drogato i nostri bambini”

Un episodio di editoria “pirata” che interessò Trento 45 anni fa

L’editoria pirata ha una storia plurisecolare, iniziata subito dopo l’invenzione della stampa: già nel 1499, a Brescia, uscì un’edizione non autorizzata delle opere di Angelo Poliziano, mentre solo tra il 1533 e il 1544 comparvero ben 27 diverse edizioni “clandestine” dell’Orlando Furioso. I moventi che portavano un tipografo a stampare un libro senza i dovuti permessi dell’autore o della censura erano sostanzialmente due: il profitto o la possibilità di mettere in circolazione opere altrimenti proibite.

In tempi recenti, soprattutto negli anni ‘60-’70 del Novecento, altre motivazioni si aggiunsero: la volontà di diffondere testi a prezzi più abbordabili ignorando il copyright, il gusto dello sberleffo e l’azione politica, tre elementi spesso intrecciati fra loro. Il caso più noto fu la pubblicazione, da parte del settimanale satirico Il Male, di finte prime pagine dei giornali più diffusi, contenenti notizie strabilianti. Un divertimento – quello degli autori di tali imprese – che spesso portò a denunce e condanne. Memorabile rimane, nel 1978, la rivelazione dell’arresto di Ugo Tognazzi quale capo delle Brigate Rosse, apparsa su tre (finti) grandi giornali (Paese Sera, Il Giorno e La Stampa), con la foto dell’attore (prestatosi alla farsa) ammanettato fra due carabinieri, in realtà redattori del Male.

Ma già nel dicembre del 1973 c’era stato un caso del genere, più “politico”, ad opera di Stampa Alternativa, piccola, vivacissima casa editrice ed agenzia di stampa fondata nel 1970 a Roma da Marcello Baraghini con alcuni amici. E a Baraghini, in attività più che mai, chiediamo di rievocare quell’episodio, che ebbe come scena Trento.

Al centro alternativo Re Nudo di Milano era stata effettuata una perquisizione che suscitò molto rumore, perché vi fu rinvenuta della droga che eravamo certi fosse stata sistemata in loco dalle stesse forze dell’ordine. E si temeva che lo stesso sarebbe potuto accadere in altri centri simili, a cominciare da quello di Trento. Al che preparammo quel numero dell’Adige in cui, in prima pagina sparavamo sconvolgenti notizie fasulle, mentre nelle altre tre spiegavamo il perché di quell’azione E poi distribuimmo gratuitamente il giornale una domenica mattina, in piazza Duomo a Trento. Fu un’operazione ‘chirurgica’, che servì a scongiurare quello che temevamo. Fu una delle nostre operazioni più felici...”.

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