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Valdastico: siamo alle comiche

L’opera dicono che serve, ma quando si tratta di farla sbucare in Trentino nessuno la vuole

Luigi Francesco Traverso

Se il fatto non fosse vero sembrerebbe una farsa. Un progetto antico, spacciato per anni come panacea per snellire il traffico su gomma dal Veneto verso l’Austria. Gli ideatori di questo tracciato - Piccoli Rumor e Bisaglia - erano nati quando il traffico maggiore era quello dei carretti trainati dai cavalli. La loro idea trovò apprezzamenti e detrattori, ma non fu realizzata. Poco importa il perché: se fosse stata indispensabile si sarebbe trovata la quadra per realizzarla.

La mia sensazione è che nel corso degli anni, la questione saliva agli onori della cronaca per poi alienarsi in qualche cassetto, Ogni volta che cambia un presidente di Provincia a Trento o quello di Regione nel Veneto la questione torna di attualità.

Adesso però siamo arrivati alle comiche. L’opera dicono che serve, ma quando si tratta di farla sbucare in Trentino nessuno la vuole. Dicono che non procurerà disagi ma solo benessere e sviluppo, ma quando si propone dove farla passare ci si accorge che benessere e sviluppo comportano delle controindicazioni.

Per un periodo sembrava che lo sbocco naturale di questa autostrada, dovesse essere Besenello. Poi il progetto è stato chiuso in un cassetto per riapparire dopo molti anni con uno sbocco a Caldonazzo. Poi, ma non ne sono sicuro, si sono accorti della fragilità della zona di Centa ed è stata riesumata l’uscita in val d’Adige, ma a Rovereto Sud e non più Besenello. Cose da sconforto.

Nel frattempo i soldi pubblici vengono indirizzati al tracciato ferroviario verso l’Austria, per decongestionare dal traffico la val d’Adige, già abbondantemente congestionata dal passaggio di mezzi su gomma pesanti e leggeri.

Per fermare il traffico su gomma dei mezzi pesanti di lunga percorrenza ci vogliono poche risorse. Basta un cartello di divieto. Per imporre l’utilizzo dei treni per il trasporto dei bisonti della strada a lunga percorrenza è sufficiente che questo divieto venga fatto rispettare.

È impensabile veder passare sulle nostre strade camion che vengono dalla Lituania. Ma quanto inquinamento hanno prodotto per portare a spasso che cosa?

Per salvare la Valsugana dal traffico pesante non serve prevedere lo sbocco della Valdastico a Caldonazzo. Quello sbocco sarà difficile che possa decongestionare il traffico, anzi porterà un aumento di traffico. Ne abbiamo bisogno?

Penso che si debbano riordinare le idee per non sprecare i soldi pubblici senza perdere di vista che il progresso non può diventare una controindicazione per il buon vivere.

Dimenticavo: il tracciato ferroviario della Valsugana è rimasto quello degli Asburgo. Neanche un metro di elettrificazione e nemmeno un centimetro di raddoppio dei binari. Pensare che sarebbe il percorso più breve per raggiungere Venezia, le sue bellezze ma anche il suo porto mercantile.

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