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Cime Tempestose, dicembre 2019

L’aria che tira /1

“Sedili foderati in velluto nero e due cuscini, sempre rigorosamente neri, con disegni ricamati in oro. Soggetto del ricamo: il profilo di Benito Mussolini e il fascio littorio. Sopra, il simbolo della Decima Mas a decorare l’intera seduta. È l’arredo da apologia di fascismo di una gondola fotografata a Venezia”.

(repubblica.it, 9 dicembre)

L’aria che tira /2

“Lei sostiene che il riscaldamento globale non è colpa dell’uomo?”

“No, è ovviamente colpa dell’uomo se abbiamo calpestato il pianeta, ma nel cuore dell’uomo agiscono forze trascendenti... Nel mio libro cerco di spiegare che Satana, negli ultimi tempi che precedono la parusia, sarà scagliato sulla Terra con grande furore sapendo che gli resta poco tempo, per prendere di mira il creato. Questo è un dato teologico”.

(Cristiano Ceresani, capo di gabinetto del ministero per la famiglia e le disabilità, Uno Mattina, Rai 1, 9 dicembre)

L’aria che tira /3

“Chivasso: ‘Mio figlio meglio sporco di pipì che vestito di rosa’. La mamma si lamenta con le maestre d’asilo. Le insegnanti, per non lasciare il bimbo bagnato, avevano utilizzato l’unico abbigliamento rimasto che gli andava bene”.

(repubblica.it, 15 dicembre)

Ansiolitici

A fine giornata entrare in un bar con la vista di un crocifisso appeso al muro o di un presepe nella vetrina di un negozio o in una piazza aiuta a vedere il mondo con occhi diversi... Lo stesso vale in ufficio dopo lo sfogo del capo che non ha mai compreso le tue qualità, in fabbrica o al supermercato con il preposto che alza la voce, a scuola con la maestra che coltiva le sue simpatie... Ricordo quando decisi di far benedire da un prete l’ufficio dove lavoravo, all’insaputa del capo e dei miei colleghi, perché ormai era tutto fuori controllo e il male nelle sue forme imperava devastando tutto... al punto da spingermi a scappare e dare le dimissioni dopo 15 anni”.

(Lettera all’Adige, 14 dicembre)

Quando il bue dà del cornuto all’asino

“Una zattera con una piccola vela ha preso il posto della tradizionale grotta. Giuseppe rema, mentre il mantello di Maria si confonde con il blu del mare agitato: è chinata su un salvagente arancione, nel quale si trova il bambinello. Il presepe ideato da un gruppo di parrocchiani della chiesa Santissimo sacramento di Corso 3 novembre è comparso ieri mattina sul sagrato, e il chiaro riferimento ai migranti, a chi intraprende traversate disperate sui barconi dall’Africa, ha suscitato reazioni piuttosto eterogenee, tra chi ha appoggiato in pieno l’iniziativa, lodandone l’intento, e chi, come l’assessore leghista Mirko Bisesti, ha accusato gli ideatori di voler strumentalizzare il presepe”.

(L’Adige, 15 dicembre)

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