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QT n. 1, gennaio 2020 Monitor: Libri

“Tempi feroci” di Vincenzo Passerini.

La testimonianza di un impegno. Gabrielli Editori, 2019, pp. 208, euro 16.

Vincenzo Passerini

Vincenzo Passerini l’ho conosciuto in tempi lontani, in occasione di un paio di interviste quando era assessore provinciale all’Istruzione. E poi, fino ad oggi, l’ho riascoltato in numerose occasioni: tutte manifestazioni e iniziative all’insegna della solidarietà e del contrasto alla cattiveria crescente. E fin da quegli incontri risalenti agli anni ‘90 mi fece l’impressione di una persona competente, colta e soprattutto appassionata, qualità che me lo fecero subito accostare a Walter Micheli.

Fra parentesi: pensando a chi oggi ricopre quelli che furono i loro rispettivi ruoli istituzionali, c’è da rimanere storditi...

Ma parliamo del libro. Composto da una lunga serie di brevi interventi, per lo più comparsi su riviste e quotidiani, testimonia la lunga militanza di Passerini, ma soprattutto ci ricorda che nei “tempi feroci”, quelli odierni come quelli del passato, c’è sempre stato qualcuno che si è opposto, anche rischiando di persona, per mantenere in vita la speranza della giustizia. Come del resto recita il sottotitolo del libro: “Vittime, carnefici, samaritani”.

Durante i fatti di Aigues Mortes, in Francia (1893), dove in una tragica guerra fra poveri gli operai francesi aggredirono i colleghi italiani uccidendone dieci, ci furono comunque alcuni cittadini che nascosero e curarono i feriti e vennero per questo attaccati dalla stampa nazionalista.

Dopo l’instaurazione in Italia delle leggi razziali ci furono anche dei fascisti che cercarono di proteggere gli ebrei o quanto meno si dimostrarono solidali, pagandone le conseguenze. Il Corriere della Sera del 6 dicembre 1938 racconta di due fascisti espulsi dal partito perché, “affetti da inguaribile spirito borghese, si abbandonavano a incomposte manifestazioni pietistiche nei confronti di un giudeo”. Pietismo: un antenato del buonismo di oggi.

Un contadino austriaco, Franz Jägerstätter, in obbedienza ai dettami della propria coscienza, nel 1939 rifiutò l’arruolamento nella Wehrmacht, finendo decapitato nel carcere di Berlino.

Passerini tratta però soprattutto i problemi odierni legati alle migrazioni: le ragioni delle partenze, i viaggi e i naufragi, l’accoglienza in Italia, i lager libici, le lotte di migrantii contro la vergogna del caporalato, le misure restrittive di segno leghista, fino alle violenze razziste esplose in Europa aventi come bersaglio personaggi in controtendenza rispetto all’ondata di intolleranza: dal sindaco di Danzica Pawel Adamowicz alla deputata britannica Jo Cox, entrambi uccisi per la loro politica accogliente.

Tanti piccoli esempi - di segno contrastante - vengono naturalmente anche dalla nostra realtà provinciale. Da una parte, ecco un consigliere comunale leghista che, indignato per la presenza di alcuni senzatetto “a pochi passi dal palazzo del vescovo”, li fotografa e invia le foto ai giornali. E Passerini commenta: “Cari consiglieri comunali con la passione della fotografia e della denuncia del degrado, se non siete capaci di dare un tetto ai più poveri avete fallito la vostra missione. Almeno provateci. Almeno scandalizzatevi, non dei poveri che esistono, ma della povertà che la nostra società produce”.

“Tempi feroci” di Vincenzo Passerini. Gabrielli Editori, 2019, pp. 208, euro 16

Dall’altra parte abbiamo la storia di Flavia Frigotto, assessora del piccolo comune di Caderzone, che in una situazione di diffusa ostilità contro l’imminente arrivo di un gruppo di 7 profughi siriani, riesce nel corso di un’assemblea ad avviare un progetto di accoglienza che poi si è sviluppato positivamente, tanto da vincere nel 2018 un premio istituito dalle Acli e dalla Fondazione trentina per il volontariato sociale.

A completare il testo, una serie di informazioni e di cifre che rivelano realtà poco note e soprattutto smentiscono molti aspetti della vulgata ossessivamente diffusa dagli intolleranti.

Un paio di citazioni. Nel 2016, a fronte di 17.5 miliardi di spesa pubblica dedicata agli immigrati, questi ultimi, tra versamenti IRPEF e contributi previdenziali, hanno versato nelle casse dello Stato 19.2 miliardi. E poi la questione demografica, con una popolazione italiana diminuita in 10 anni di 3.2 milioni di unità e compensata - almeno parzialmente - dai migranti.

In conclusione, quello di Passerini è un testo che vedremmo bene come sussidio di educazione civica. Non ci illudiamo: non nella scuola di Mirko Bisesti.