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Una religione “alla carta”

Come ogni anno la polemica natalizia sul presepe, e l'invito di Fugatti affinché negli uffici della Provincia venga allestito

Un mese fa, riprendevamo dai quotidiani locali l’appello di un’insegnante: “Tra un mese sarà Natale… Per favore, non ripartiamo con la solita diatriba presepe sì presepe no nelle scuole. Abbiamo altro da fare insieme per far crescere i nostri bambini nella serenità e nella pace”.

La diatriba in effetti non c’è stata, ma come lo scorso anno c’è stato sì, a rimorchio della campagna social di Salvini e Meloni, il martellamento filo-presepe dei vertici della nostra Provincia. Fugatti “ha inviato una missiva al direttore generale della Provincia, a tutti i dirigenti generali, responsabili di unità di missione strategica, dirigenti di servizio e responsabili di unità di missione semplice per chiedere che negli uffici della Provincia venga fatto il presepe”. Bisesti ha rivolto analogo invito ai dirigenti scolastici e “nei prossimi giorni, è probabile che anche all’Azienda sanitaria arrivi l’invito a costruire ed esporre il presepe in ospedali e ambulatori”.

È mancata, stavolta, l’esortazione ad aggiungere al presepe il crocifisso: forse quella missione è stata portata a termine e tutte le pareti pubbliche disponibili sono state ormai attrezzate. E speriamo che mancherà, a feste finite, un bis dell’interrogazione che Claudio Cia presentò nel gennaio 2019 per sapere quante scuole trentine avessero accolto l’esortazione.

Eppure, malgrado tanto impegno, qualcuno non è ancora soddisfatto e si lamenta dalle pagine del Trentino: “Piazza del Duomo della città del Concilio mi sembra incompleta a Natale senza il presepe” Al che il direttore Paolo Mantovan fa notare che purtroppo “il presepe ormai ha assunto un posto centrale nel gioco della cosiddetta ‘difesa delle tradizioni’… un termometro della difesa della nostra cultura, addirittura un misuratore del nostro essere tradizionalisti o no. Praticamente un feticcio. Nulla a che vedere con il presepe di Greccio che inventò San Francesco”.

L’aspetto interessante della faccenda è però che Fugatti e Bisesti, a giustificazione delle loro iniziative, invocano con particolare pathos motivazioni strettamente religiose: “Mi ispiro a Papa Francesco, il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede”.

Tramite l’allestimento del presepe è possibile rafforzare la nostra consapevolezza rispetto ai valori cristiani che sono alla base della nostra cultura e del nostro essere comunità”.

Sono convinto che tale scelta sia un modo semplice per ribadire e rivitalizzare i valori universali di pace e amore”. E il Presidente cita esplicitamente la lettera apostolica del Pontefice Admirabile Signum.

Loro due, insomma, non fanno che “rilanciare l’invito” espresso da Papa Francesco. Seguiti a ruota, in Alto Adige, dall’assessore di lingua italiana alla Scuola Giuliano Vettorato, che sempre a favore del presepe negli istituti scolastici lancia “un accorato appello”.

Intendiamoci: un uso strumentale dei simboli religiosi è sempre deprecabile, ma in tal caso ci si limiti ad un richiamo alle tradizioni, all’identità culturale, alla politica, insomma. Come si può parlare di pace, amore, fratellanza, quando poi sul tema dei migranti ci si comporta come stiamo vedendo? Cosa c’entrano col messaggio cristiano quei leghisti che nel corso di un loro comizio hanno menato un solitario manifestante che con gentile provocazione innalzava un cartello con su scritto “Ama il prossimo tuo come te stesso”?

Cosa c’entra col Papa il consigliere provinciale Devid Moranduzzo, infuriato perché le barriere antiterrosimo del Villaggio del Gusto di Riva sono state rese meno squallide con foto di migranti?

Il solito spot buonista… - ha detto - Si vuole combattere il razzismo in tal modo, ma nei fatti quelle installazioni -sono state posizionate lì proprio per evitare quegli attacchi terroristici che spesso sono opera di islamisti, migranti nei nostri paesi europei”).

Si dirà – ed è vero – che anche la sinistra ha dato prova più volte di questa ipocrisia, vedi gli atteggiamenti nei confronti di Papa Wojtyla, di volta in volta esaltato o deplorato a seconda che parlasse di politica o di sessualità. Ma era una sinistra prevalentemente laica, non fans del rosario e del Cuore Immacolato di Maria!

Comoda questa religione “alla carta”, dove ti presenti come un paladino della fede ma poi, di quella fede, pilucchi solo quello che ti serve!

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