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Miserabili progetti di “valorizzazione”

Francesco Borzagi

Come una capra legata a un palo, così il dibattito trentino sul futuro del Bondone, quale si sta sviluppando nell'ambito della variante al Piano Regolatore di Trento, non riesce a staccarsi dalkle straordinarie possibilità che il turismo invernale dovrebbe riservare alla “montagna di Trento”. Pare che il bacino artificiale collocato alle Viote, una costosa iniziativa peraltro da finanziarsi al 100% dalle casse pubbliche, debba assicurare al Bondone un futuro luminoso e magari e magari un rilancio internazionale. Con il bacino anche la “grande funivia” viene presentata come il fatto decisivo per un prospettato grande avvenire.

Per quanto possa giudicare, mi sembra che le due opere, appassionatamente promosse dal nostro mondo politico di destra, siano solo funzionali agli intertessi e ai programmi di “Trento Funivie Spa”, il solo vero protagonista della politica bondonera del Comune di Trento. Passettino dopo passettino, con pazienza e tenacia, il cammino per mettere mano sulla piana delle Viote, ambito boccone, viene portato avanti. Oltre al bacino artificiale sta il campo da golf e naturalmente la grande speculazione edilizia già tentata sul luogo delle caserme.

Certamente c'è una logica in tutto questo. Peccato che nell'attesa tutto sia tenuto fermo e che un grande patrimonio edilizio pubblico , dall'hotel Panorama all'ex Colonia Degasperi fino appunto alle casermette, rimanga in abbandono e sia lasciato andare in rovina. Le strutture a pezzi del Centro di ecologia alpina, brutalmente tolto di mezzo, testimoniano la realtà di questo turismo.

Su “Repubblica” è comparsa, su due pagine, una vistosa e costosa pubblicità turistica per il Trentino; “Respira – recita il testo -, la libertà ha un profumo”. Un panorama di verdi brati, boschi e montagne attira il lettore. È un vero peccato che il quadro sia finto.

Certamente il monte Bondone, o meglio, il gruppo Stivo-Monte Bondone di cui la nostra montagna fa parte, conserva molte meraviglie naturali e non, poco conosciute e meritevoli di essere fatte conoscere. Penso alla “Strada dei ghiacciai”, che trova nella Valle dei Laghi le sue testimonianze più evidenti, ma che ha lasciato tracce su tutta la montagna e nelle valli che la contornano, dalle marocche di Dro fino a Loppio e a Nago. Qualcuno, contemplando la valle da S. Anna a malga Brigolina, ha mai notato i solchi che scendono verso Vezzano, la brusca frattura costituita dalla Val d'Adige e più oltre la traccia offerta al di là di questa dalla dalla Val di Cembra? Penso non siano molti gli spettacoli naturali di questa evidenza. Il racconto geologico prosegue per l'intera montagna, fino ad Arco e al lago. Non è questo uno spettacolo degno di essere meglio fatto conoscere?

Anche la ricchezza floro-faunistica del Bondone è straordinaria e trova nel giardino botanico delle Viote il proprio centro di attrazione, ma certo non l'unico motivo d'interesse. Abbiamo una grande varietà di boschi – dal leccio al larice, al mugo-, la riserva naturale delle Tre cime, i castagneti di Dro, i campi della Val di Gresta, i grandi panorami che si aprono dallo Stivo.

Per l'escursionista che da Trento voglia raggiungere a piedi il Lgo di Garda, quale percorso sarebbe più attraente di questo? Occorrerà certo allargare lo sguardo e dimenticare i miserabili progetti di “valorizzazione” della splendida piana delle Viote.

Per una volta la pubblicità ha ragione quando ci dice: respira. Purtroppo a Trento, qualche volta, mi manca l'aria.

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