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La criminalità sta cambiando?

Il boom dei reati economici

Adamoli Sabrina

Da tempo Transcrime si occupa di analizzare quelle che vengono chiamate le "nuove forme di criminalità economica", tonnine col quale non si indicano nuovi reati, ma la tendenza di un aumento progressivo di reati economici quali riciclaggio, frode, corruzione e usura. Negli ultimi anni questi reati stanno sempre più creando allarme sociale poiché, rispetto a quelli tradizionali, sono per i criminali meno rischiosi e garantiscono enormi guadagni. I rischi sono relativamente bassi, poiché questi reati sono difficilmente individuabili dalle autorità di polizia, che non possiedono le conoscenze tecniche sofisticate necessario per individuare ad esempio casi di riciclaggio e di frode, reati commessi cercando di occultare somme di denaro o di dare ai suoi movimenti un'apparente veste lecita.

Lo stesso vale per la corruzione, a causa della mancanza di prove scritte del pagamento delle tangenti e della collusione tra corrotto e corruttore, che non hanno alcun interesse a rendere pubblica la transazione illecita. Se a ciò si aggiunge il fatto che le pene comminate per questi reati non sono abbastanza severe da dissuadere dal compierli, si comprende come i benefici superino di gran lunga i rischi. Di conseguenza, negli ultimi anni questi reati sono in continuo aumento.

Il caso delle frodi a danno degli interessi finanziari dell'Unione Europea è esemplificativo. Basti pensare che il 2% delle somme frodate alle entrate del budget europeo coinvolgono il 66% del budget stesso, mentre 1'8% delle frodi alle entrate del budget ammontano al 76% del budget stesso. Queste cifre provano che non si tratta di piccoli raggiri, bensì di criminalità finanziaria organizzata di larga scala. I casi più frequenti di frode riguardano il tabacco e le sigarette (ciò avviene in Germania, Belgio, Spagna, Francia, Manda ed Italia). Le frodi ai prodotti agricoli sono perpetrate da quasi tutti i paesi dell'Unione Europea: in special modo da Germania, Italia e Portogallo per quanto riguarda i cereali, da Germania, Spagna, Italia e Regno Unito per il latte, e da Spagna, Italia e Portogallo per l'olio d'oliva.

Anche la corruzione sta sempre più assumendo rilevanza, oltre che come problema nazionale, soprattutto dal punto di vista internazionale. Questa nuova tendenza, però, non è stata ancora seriamente considerata dai legislatori nazionali. Quasi tutti i paesi europei prevedono la corruzione come reato sanzionato dal diritto penale; nessuno invece, ad eccezione degli Usa, prevede come illecito penale la corruzione di un funzionario straniero. A peggiorare ulteriormente la situazione vi è il fatto che alcune legislazioni nazionali permettono che le tangenti pagate ad un pubblico ufficiale straniero siano detratte dalle tasse come "spese di mediazione", contribuendo così a legittimare un comportamento illecito e creando una disparità di trattamento a seconda che l'ufficiale corrotto sia straniero o meno.

Le stesse divergenze legislative si riscontrano tra i paesi nel modo in cui il riciclaggio viene concepito e sanzionato. Tutti i paesi europei contemplano il reato di riciclaggio di proventi illeciti. Non tutti, però, prevedono gli stessi "reati presupposto", cioè i reati che hanno generato i proventi illeciti che necessitano di essere riciclati (ad esempio traffico di droga, estorsione, rapina, frode).

A livello internazionale, questo comporta grossi problemi nella cooperazione giudiziaria e di polizia e spesso l'impossibilità di recuperare proventi illeciti investiti in un paese diverso da quello in cui è stato commesso il reato. Frode, corruzione e riciclaggio sono spesso collegati in uno schema unico. Ognuno di essi può essere lo scopo finale di un processo in cui gli altri due reati sono strumentali, oppure tutti possono essere finalizzati al compimento di un reato ulteriore.

Si prenda ad esempio un reato che ci riguarda da vicino, cioè il traffico dei migranti illegali. Per compiere questo reato, i gruppi criminali hanno bisogno della collaborazione di ufficiali doganali compiacenti, che permettano agli immigrati di passare i confini territoriali dello stato di appartenenza verso quello di arrivo. Molto spesso, quindi, i doganieri vengono corrotti ed entrano a far parte dello schema criminale. Arrivati nel paese di destinazione, agli immigrati vengono fomiti documenti falsi o contraffatti che attestino la legalità della loro presenza sul territorio nazionale. Infine, le somme pagate dagli immigrati per essere trasferiti in un altro paese saranno prontamente riciclate e riutilizzate dai criminali per successive attività illecite. Questo è solo un esempio delle possibili combinazioni tra questi tre reati e molti altri possono essere individuati. La sfida per il futuro, nell'Europa dei Quindici, sarà elaborare una strategia comune per combatterli.

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