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Mezza pagina per uno spintone

Finire sul giornale è sempre più facile: basta un litigio fra ragazzi.

"Ha brevettato la palestra per gatti. L’idea di Franco Danieli: ‘Per avere il cibo l’animale deve salire su una struttura che lo costringe a muovere tutti i suoi muscoli’".

Notizie come questa (comparsa sull’Adige dell’8 gennaio) non ci scandalizzano: fanno parte di quelle frivolezze curiose che in un quotidiano hanno un loro spazio legittimo. Non siamo invece d’accordo col proliferare di pseudo-notizie riguardanti soprattutto il mondo della scuola e più in generale i giovani; pseudo-notizie perché riguardano avvenimenti assolutamente quotidiani, ancorché deprecabili, di cui fino a qualche tempo fa nessun cronista si sarebbe occupato, del tipo ragazzi che litigano e si picchiano o birichinate scolastiche più o meno gravi. Episodi - beninteso - che non hanno prodotto conseguenze né di tipo sanitario né legale, ché altrimenti il discorso cambierebbe. Episodi, per di più, solitamente raccontati a distanza di tempo dai fatti, e con un’enfasi e un’ampiezza fuori luogo, tali da creare allarmismo fra chi ha meno strumenti per leggere criticamente un giornale. Vediamo alcuni esempi apparsi da un mese in qua sui nostri quotidiani.

23 gennaio, L’Adige: "Far West in classe a Borgo Valsugana". Con una pistola giocattolo, durante una pausa delle lezioni, un "John Wayne in erba" spara un proiettile di plastica colpendo un compagno ad una lente degli occhiali che si rompe. Nessun danno fisico al ragazzo. L’episodio, che prende mezza pagina, è vecchio di un mese.

2 febbraio, Alto Adige: Alle medie di Alba di Canazei, durante una lezione d’informatica, l’insegnante si assenta un istante per andare a prendere un dischetto; nel frattempo arriva la preside che, al ritorno del docente, lo rimprovera per essersi allontanato, mentre gli studenti lo difendono. Anche qui, una mezza pagina.

2 febbraio, L’Adige: Titolo: "Tredicenne aggredito in piazza Fiera. Uno studente vittima della banda dei bulli". Pistolotto: "La prepotenza e la sfrontatezza di questi giovani, forti della legge del branco, hanno avuto la meglio ancora una volta... [il ragazzo] ha sicuramente subìto una prevaricazione inaccettabile di cui porterà i segni per molto tempo"

Ma che è successo? E’ stato "spintonato e spaventato a morte" e "appena ha potuto è scappato via. Una corsa trafelata fino a casa con negli occhi ancora la paura della preda inseguita e braccata". Fine.La storia, accaduta 15 giorni prima, è giudicata meritevole di un’intera pagina, ivi compreso il parere dello psicologo.

10-11 febbraio, L’Adige e Alto Adige, mezza pagina ciascuno:"Nelle aule scolastiche spunta un’altra arma. (...) Questa volta si tratta di un coltello che un sedicenne ha mostrato in classe facendo intendere che lo avrebbe usato contro una sua compagna". L’alunno, che frequenta la scuola per parrucchieri di Trento, è stato sospeso per tre giorni. C’era bisogno di sbatterlo sul giornale?

21 febbraio, Alto Adige: "Fuori da scuola botte e minacce". Episodio analogo al precedente. In realtà, pare che di botte non ce ne siano state: anche questo tredicenne è stato - due settimane prima - "strattonato e minacciato" ed ora "vive nel terrore".

24 febbraio, Alto Adige, mezza pagina: "Pestaggio alle medie Bronzetti. Botte davanti alla scuola tra ragazzini quattordicenni... Un agguato punitivo in piena regola... Di violenza nelle scuole si parla, purtroppo, ancora... Risultato: un naso sanguinante", ma "non è stato necessario accompagnarlo al pronto soccorso".

Intervistati il preside, che anziché minimizzare il fatto si preoccupa soprattutto del buon nome dell’istituto ("La rissa si è scatenata fuori dal cancello della scuola, non ci sono responsabilità) e uno psicologo, da cui finalmente ascoltiamo una parola di buonsenso: "Non enfatizziamo eccessivamente l’accaduto: da che mondo è mondo i ragazzini litigano tra loro ed alzano le mani"

Come si vede, storie antipatiche, persino dolorose, che però fanno talmente parte della vita, che se i giornali le riferissero tutte diligentemente, non avrebbero spazio per nient’altro. Magari, se si ha la fondata percezione che certi fenomeni siano in aumento, si può farne il tema di un’inchiesta complessiva. Va in questa direzione, finalmente, un articolo di Milka Gozzer, che sull’Adige del 3 febbraio va a sentire i ragazzi di piazza Fiera, piccoli aspiranti trasgressori che proprio dalle cronache sovradimensionate dei quotidiani hanno avuto quel riconoscimento della loro cattiveria a cui forse aspiravano.

La giornalista interpella un vigile, che rilascia dichiarazioni tranquillizzanti. "Ma nel pomeriggio - prosegue l’articolo - il buon senso lascia spazio a fatti che manifestano un’applicazione delle regole un po’ sopra le righe. Mentre conversiamo nella piazza con i ragazzi, uno di loro, un sedicenne, viene caricato su un’auto e portato via a forza dai vigili ‘perché teneva i piedi sulla panchina e si è rifiutato di fornire le proprie generalità’. L’episodio lascia il gruppo senza parole: ‘Cosa gli faranno adesso? Lo picchieranno?’"

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