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La democrazia pletorica

Quattro liste democristiane, tre social-democratiche, un partito dei dipendenti comunali... Sano pluralismo o lotta fra clan all’interno di una maggioranza/ammucchiata?

Il 9 aprile si vota per il Consiglio comunale. O forse no, visto che un altro ricorso alla Corte Costituzionale è più che probabile. Gli elettori, questa volta, si troveranno davanti un inedito numero di liste. Almeno 12, forse piú, non si sa ancora. Andiamo con ordine. Ci saranno 4 liste della Volkspartei, cioè democristiane: la lista del sindaco Van Staa, Für Innsbruck (Per Innsbruck), una lista che si autodefinisce "civica", sebbene 9 su 10 candidati siano del partito popolare. E lo sanno perfino i sassi che il magnifico sindaco fa parte della direzione provinciale e nazionale della Volkspartei, ne è responsabile per il settore "grandi cittá", e copre alcune cariche internazionali (ad esempio, presidente della Camera degli enti locali nel Consiglio europeo) per il Partito Popolare Europeo.

Poi c’è la lista dei pensionati popolari, abbinata alla lista del sindaco, il cui capolista ha fatto parte, per 6 anni, del gruppo consiliare del sindaco, e ancora la lista del Partito Popolare "storico" (di cui faceva parte anche Van Staa prima di andarsene per defenestrare l’allora sindaco popolare), e infine una lista di piccoli imprenditori, guidata da una consigliera popolare uscente che sembra non sia riuscita ad essere ricandidata.

Ci sarano poi 3 liste socialdemocratiche. Quella ufficiale, cioè la lista della "sinistra" che ha in mano la burocrazia locale del partito, che conta su 5 degli 11 consiglieri socialdemocratici eletti nel 1994, ed è guidata dalla giovane e simpatica signora Pokorny-Reitter, che dovrebbe "coprire" i vecchi ras del partito i quali, per anni ed anni, avevano fatto i chierichetti per gli eterni sindaci democristiani, prima di accorgersi che in tal modo, rischiavano di far sparire il partito. Poi, c’è la lista del vicesindaco socialdemocratico prof. Wimmer, che si è messo in proprio dopo aver subito una batosta nelle elezioni primarie in seno al partito; conta su 6 degli 11 consiglieri uscenti, prende i finanziamenti Dio solo sa dove, e per chiarire a cosa serva, ha dichiarato di non avere niente, in linea di principio, contro il sindaco Van Staa: le differenze sarebbero solo "questioni di stile". Infine, la lista dei pensionati socialdemocratici.

I Freiheitlichen, come si sa, non hanno bisogno di capilista. Basta che presentino un sosia qualsiasi che agisca da portaborse del Sommo Capo Joerg Haider. Cosí, hanno presentato un mediocre funzionario comunale (questo, dopo anni di sarcasmi sui "funzionari pigri e sovrabbondanti della burocrazia statale"!), che ha il merito di presiedere un’associazione nostalgica di ammiratori di Cecco Beppe. L’assessore al turismo, Federspiel, che è assessore grazie ai 5 consiglieri dei Freiheitlichen, si presenta ora con una propria lista "libera e civica", sputando sul suo ex-partito e pronto ad appoggiare il magnifico sindaco; in cambio di un nuovo posto di assessore, naturalmente).

I verdi si presentano con un mix di consiglieri uscenti ed attivisti nuovi (7 donne e 2 uomini in testa alla lista), forti del 15% ottenuto alle politiche dell’anno scorso; e sono i soli che non litighino.

I liberali, orfani di Heide Schmidt, presentano 5 uomini (avvocati, imprenditori...), hanno ovviamente deciso di abbandonare il tradizionale elettorato "contestatario" e di fare concorrenza ai conservatori.

I comunisti, da tempo sotto la soglia dell’1% , presenteranno anche loro le loro ragioni, e questa volta, con la degenerazione dei socialdemocratici e con la prevedibile rabbia contro il nascente governo nazionale di centro-destra, potrebbero anche riuscire ad ottenere un seggio.

Infine, ci sarà la lista del sindacato dei dipendenti comunali; i quali, soffocati da un sindaco che non sopporta un sindacato che faccia il suo mestiere di difendere i diritti dei lavoratori, sono vicini alla più nera disperazione. Una lista "sindacale" è certo un fatto strano, in odore di corporativismo, ma bisognava arrivare fino a questo per capire com’è degenerata la situazione politica dopo 6 anni del magnifico sindaco.

Questa pletora di liste è tutt’altro che espressione di sano pluralismo politico. Anzi, è sintomo di una lotta per il potere fra clan in seno alla maggioranza-ammucchiata.

Ecome se tutto ciò non bastasse, ora si litiga su chi deve avere quale posto sulla scheda elettorale. Secondo la legge, dovrebbero prima comparire le liste già esistenti in Consiglio, con precedenza ai partiti maggiormente rappresentati in Consiglio, e poi le nuove liste, secondo l’ordine di presentazione. Ora, i 6 ex-consiglieri socialdemocratici pretendono di essere loro (il "riformato partito socialdemocratico") ad aver diritto al primo posto sulla scheda, mentre il partito "storico", quello che esiste da oltrecent’anni in tutto il paese, dovrebbe presentarsi come l’ultimo dei nuovi arrivati.

Roba da matti, ma tanto basta per provocare ricorsi e contro-ricorsi alla Corte Costituzionale.

Forse voteremo il 9 aprile, per poi sentirci intimare il dietrofront, e tutti di nuovo alle urne. Fino al punto che, sì, avremo delle elezioni - ma senza elettori.

Il che, senz’altro, piacerebbe a chi si sente di stare in carica, come nuovo Capitano del Popolo, per altri vent’anni...

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