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Haider a Trieste

Luigi Serravalli

Il 16 settembre Haider si è presentato a Villa Opicina, sopra Trieste, durante una manifestazione. Un giorno o l’altro può capitare anche a Trento. Oggi come oggi l’haiderismo è limitato e contenuto. In Germania e in Austria l’haiderismo è apprezzato soprattutto nei circoli degli Skinhead (teste rasate) e nella sua Carinzia dove, fra l’altro, ha per amico (e non si comprende come) lo stesso vescovo primate della regione.

Un rapporto con il nazionalsocialismo non è facile da stabilire. Il capro espiatorio del sistema, per ora, sono gli emigrati, i lavoratori stranieri, i gastarbeiter, soprattutto di origine balcanica o dai paesi del terzo mondo. In certi casi gli imprenditori si servono di questa manodopera in quanto riescono a combinare patti più favorevoli, non rispettando i contratti sindacali. Cioè è possibile che vi siano lavoratori stranieri e disoccupati tedeschi. In questo senso l’haiderismo troverebbe, una qualche logica.

Haider sostiene che in Danimarca sono molto più xenofobi che in Germania. In realtà, la Danimarca è un paese dedito soprattutto all’agricoltura, all’allevamento del bestiame, alla pesca, alle attività che ne derivano e non ha bisogno di importare lavoratori come avviene in quei paesi, come la Germania, dove c’è una forte industria pesante. Cioè la Danimarca importerebbe solo dei disoccupati o quasi, quindi la sua politica non è xenofoba, ma solo dettata da una situazione oggettiva.

Per ora l’haiderismo in Austria e in Germania è un fatto circoscritto: solo le prossime elezioni politiche potranno fornirci di dati giusti per stabilire la consistenza del fenomeno.

La psicologia collettiva germanica soffre di alcuni complessi atavici. Da una parte il revanscismo. Le due formidabili batoste nella prima e nella seconda guerra mondiale scottano sempre e si vorrebbe, finalmente una rivincita. Collegato a questo proposito, anche il complesso dell’accerchiamento: per tre lati la Germania è circondata da popolazioni non sempre amiche e che in passato le hanno dato del filo da torcere. Da questo la necessità o il desiderio di allargarsi, creare territori "cuscinetto" per sentirsi più sicuri. Sono vecchie tigri che Haider potrebbe cavalcare accanto al demenziale mito del Deutschland über alles, über alles in dem Welt. In questo senso Haider, promuovendo una politica che porterebbe al risparmio forzato, potrebbe trovare l’appoggio dell’industria pesante, solo per convenienza economica, anche se gli imprenditori del settore non condividessero affatto i suoi deliri.

Se poi ad Haider venisse in testa di fare un blitz verso Trento, gli converrebbe ricordarsi che un altro mitomane che venne nella nostra città se ne dovette tornare non solo con le pive nella saccoccia, ma con una lezione che, in un certo senso, a nostro avviso, fu fin troppo dura (cioè fuori da un comportamento democratico). Penso che anche a Trieste, se Haider, invece che a Villa Opicina, si fosse presentato in Piazza Unità, dove sbarcarono i Bersaglieri nel 1918, avrebbe corso un rischio tutt’altro che indifferente.