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QT n. 20, 11 novembre 2000 Servizi

Le botteghe ai piedi del castello

Ancora sulla storia intricata di un progetto molto discutibile.

Sul primo numero di ottobre abbiamo riportato la notizia della possibile costruzione di un edificio commerciale a Faedo, in piena campagna ed ai piedi di Castel Monreale. Si tratta di un progetto gigantesco per il luogo: un capannone alto otto metri con un fronte lungo circa 180 metri ed una superficie coperta (avevamo parlato erroneamente di volume) di quasi 9.000 metri quadrati. L’iniziativa è portata avanti da un’impresa di Trento, guidata dal presidente degli artigiani trentini Tullio Uez, ma con agganci locali, visto che parte dei terreni della Nordedile Commerciale Srl (questo il nome della ditta) sono passati nelle mani di società e imprese che hanno sede nella piana Rotaliana. Interessante anche il fatto che uno dei proprietari dei terreni nonché progettista del capannone sia stato per svariati anni (almeno dal 1990 al 1995) tecnico di fiducia del Comune di Faedo. Il quale Comune si dichiara ora contrario all’iniziativa, mentre nel passato (ma guidato da altri amministratori) se ne era fatto promotore.

L’attuale commissione edilizia comunale ha stroncato il progetto pur ammettendone, a denti stretti, la compatibilità con l’attuale piano di fabbrica: "Il progetto ricade in zona di tutela ambientale e circondata da aree agricole di interesse primario... E’ visibile dai terrazzi panoramici del Monte di Mezzocorona e Fai della Paganella ed in particolare dal complesso monumentale del Castello di Monreale… l’impatto visivo dell’intervento… appare estremamente negativo" - ha sentenziato la commissione.

Ma com’è stato possibile che un terreno agricolo decentrato anche se posto lungo la statale del Brennero, apparentemente contro ogni logica urbanistica, sia divenuto una preziosa area commerciale? Una parte dei terreni era stata inserita con destinazione produttiva del settore secondario (in parole povere, artigianale/industriale) nel piano comprensoriale del 1992. E’ qui che a suo tempo fu commesso il peccato originale. Leggendo gli atti della Commissione Urbanistica Provinciale che nel giugno del 1991 aveva autorizzato il cambio di destinazione urbanistica da area agricola a zona artigianale, si ha infatti l’impressione di una decisione assunta con una certa dose di approssimazione.

Chi conosce bene la Rotaliana non può riconoscersi nelle brevi valutazioni dell’autorevole consesso e si ha la sensazione di uno scambio di aree, di un equivoco insomma (ma sempre di impressione si tratta).Tant’è che un pezzo di campagna appena intaccata da un modesto insediamento (un deposito di GPL) diventa edificabile. Però, a causa della nonostante tutto ancora modesta dimensione dell’area, della sua forma stretta ed allungata, della fastidiosa presenza di un’ampia fascia di rispetto stradale, il business non si presentava all’epoca molto interessante.

Il miracolo avviene più recentemente. Nel corso del 1996 l’amministrazione comunale propone un ampliamento dell’area aggiungendo contemporaneamente la definizione di "commerciale", sulla quale né la commissione urbanistica né la giunta provinciale hanno sollevato obiezioni. La modifica avviene peraltro all’interno di una variante al piano regolatore che ha del fenomenale. Il comune di Faedo propone infatti un dimensionamento delle aree fabbricabili residenziali ipotizzando, "senza alcun fondamento statistico - sono parole della Commissione Urbanistica Provinciale - un’iperbolica crescita della popolazione dagli attuali (correva l’anno 1996, n.d.r.) 540 abitanti ai futuri 3.290…"

Per tornare al capannone, la pratica edilizia è ora nelle mani dell’Ufficio Valutazione Impatto Ambientale della Provincia al quale stanno arrivando i pareri, finora, a quanto pare, quasi tutti positivi, dei vari servizi provinciali. Certo che con quest’andazzo, lo sviluppo della piana Rotaliana diverrà un continuo sfrangiarsi lungo le direttrici principali, in questo caso la statale del Brennero, anziché tendere all’aggregazione ed alla ricucitura dei nuclei già urbanizzati.

Sarà interessante verificare come gli uffici provinciali giustificheranno i pareri positivi anche rispetto ai rischi di esondazione di quell’area, che non deve temere solo le periodiche , e sempre più frequenti bizze dell’Adige , ma anche le conseguenze della nuova regimazione delle acque seguita all’imponente bonifica agraria realizzata sulle colline soprastanti.