Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Taccuino di appunti

Un video di Vittorio Curzel racconta l’arte di Paolo Tait.

Un viaggio nella forma del- la “visitazione” è tema antico e ricco straricco di immagini sorprendenti, contiene in sé un principio di mistero, di dono al di là delle consuetudini e della familiarità dei gesti. Di solito nella nostra rubrica segnaliamo percorsi espositivi che a noi appaiono particolarmente interessanti e che offrono la possibilità di essere visti dai lettori del nostro giornale; questa volta, invece, vogliamo raccontare di un fuori porta davvero singolare, un viaggio nell’arte nella forma di un video realizzato da Vittorio Curzel, dedicato all’amico Paolo Tait, pittore e scultore.

Da "Bestiario" di Paolo Tait, grafite su carta.

Nelle 12 ore di immagini raccolte c’era spazio per l’improvvisazione: come la matita sul taccuino di appunti, così la telecamera. “Solo in un secondo momento c’è stato il tempo di pensare e progettare, - ci dice il regista - fino ad ottenere i 20 minuti finali di immagini”. Il video è diviso in 3 parti (un po’ la condizione ciclica dell’esistenza: nascita, maturità, vecchiaia; partenza, arrivo, ritorno), come tre sono i brani musicali scelti per accompagnare i momenti del viaggio. L’elemento forte è il ritmo del montaggio, azioni veloci che si susseguono per libere associazioni, gli amici, Mezzolombardo, le suggestioni della natura e delle stagioni, l’immediatezza del sentire e la gestualità nel fare artistico di Paolo Tait.

E’ bello vedere un artista che dipinge, vedere la sua febbre creativa che smuove gli strati più profondi della sensibilità dello spettatore. Tutto sembra apparentemente facile, è l’artigiano, nel senso più bello della parola, che si sporca le mani e si muove nella scena. L’identificazione è assicurata.

Come il carro che semina fili di fieno/ semino la mia ombra nel terreno”: prendiamo a prestito le parole di Marco Pola per capire l’operazione in questione.

Sembra che Curzel dica: “E’ come scrivere il catalogo di un artista non con i muscoli (ha fatto questo e quest’altro; alcuni suoi importanti lavori sono presso questa o quell’altra istitutzione, ecc.), ma con i momenti della vita vera”. E’ come scrivere una biografia (di Tait) che diventa anche autobiografia; nel racconto dell’altro scoprire un po’ se stessi, sperimentando le proprie possibilità.

Nella stesura finale il regista ne ripercorre le fasi che diventano i momenti della ricerca di uno stile individuale. Si rimane così lontani dalla retorica della critica d’arte, anzi, questo lavoro assomiglia a quei preziosi documenti radiofonici e televisivi nei quali i grandi poeti leggono direttamente i loro testi, esemplari “fili di fieno” rimasti miracolosamente nel terreno.

Il video era già stato proietttato a Campo Tures nel luglio 2000, in occasione dell’inaugurazione di una personale di Tait, ed a Firenze - con giudizi incoraggianti - davanti ad un pubblico specializzato che non conosceva né l’artista né il regista, fino allla proiezione del 23 marzo 2001 presso la Galleria Civica di Trento.

Parole chiave:

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.