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Arancia meccanica ai giardini pubblici

Rovereto come il Bronx? Il caso curioso di un cigno infuriato, due operai ahimè albanesi, una stampa che riesce a gonfiare all'inverosimile qualsiasi evento.

L’episodio, che ha seminato il terrore fra i presenti, si è svolto in pieno giorno ai giardini Italia, nel centro di Rovereto. L’Alto Adige, che il 2 giugno dedica alla storia quasi un’intera pagina (e che poi vi tornerà ripetutamente nei giorni successivi), così racconta: "Preso a bastonate con le pinze per la raccolta dei rifiuti e addirittura investito col motocarro… è stato malmenato pesantemente" dagli aggressori, che "insistevano a colpirlo incuranti delle urla delle donne e del pianto dei bambini più grandi, stravolti da quella scena di cruda violenza".

Anche L’Adige, che pure dedica alla storia molto meno spazio, parla di "occhi atterriti dei bambini" e ribadisce che "chi ha assistito alla scena è rimasto impietrito dalla violenza dei due".

Un regolamento di conti fra spacciatori? Un alterco fra emarginati? No, gli aggressori sono due addetti alle pulizie dei giardini pubblici e la povera vittima non è un cristiano, ma un cigno, uno dei due che risiedono ai giardini Italia, colpevole di aver aggredito gli operai mentre lavoravano.

Dopo tanta violenza cos’è rimasto della povera bestia: una chiazza di sangue e uno sfarfallio di bianche piume? Macché: il cigno "sembrava in discrete condizioni di salute", tanto che mezz’ora più tardi intraprendeva un altro assalto contro un capannello di persone ferme a commentare l’accaduto.

L’indomani l’Alto Adige ci tranquillizza definitivamente: "L’animale sta bene e non dovrebbe aver riportato conseguenze di sorta. A ennesima dimostrazione della straordinaria solidità di questi animali (e anche a dimostrazione del fatto che le botte non erano state così micidiali come ci era stato raccontato, n.d.r.) Peggio è andata al vigile del fuoco che si è incaricato di bloccarlo: un colpo secco di becco ad una mano gli ha lasciato un vistoso ematoma… bloccare il cigno senza fargli male è stata un’avventura. A ulteriore conferma di quanto l’animale sia in salute".

Amara ciliegina sulla torta, i due operai - che a quanto scrivono i giornali verranno denunciati per maltrattamento agli animali - sono albanesi, "cosa che purtroppo non ha influenzato favorevolmente il tenore dei commenti dei testimoni", mentre a nostro avviso la circostanza rende l’episodio ancor meno drammatico: che in Albania non ci sia la stessa sensibilità animalista che in Italia, appare infatti abbastanza ovvio.

Il tutto sembra dunque ridursi ad un deplorevole eccesso di legittima difesa nei confronti di un animale, come il cigno, " territoriale e aggressivo. Quello dei giardini Italia lo è forse più della media, come ha imparato chiunque frequenti quel luogo. In questo periodo poi la coppia di cigni sta crescendo cinque piccoli… e questo accentua ulteriormente l’aggressività dell’animale".

E’ curioso, infine, che il meno indignato per quanto successo sia Claudio D’Ingiullo, ambientalista e guardia zoofila, che "non se la sente di gettare la croce addosso ai due operai": il cigno - dice - "è una bestia aggressiva e di grossa taglia, che può anche fare paura. E spingere per questo a reazioni sproporzionate… Sono sempre stato in disaccordo con la presenza di animali potenzialmente pericolosi liberi all’interno di spazi come i giardini pubblici…Penso che (il cigno) sia anche in grado di fare del male, soprattutto a dei bambini… E’ più che probabile che sia stato il cigno ad aggredirli, specie se lavorando alle aiuole si trovavano carponi : è una posizione dell’uomo che ricorda quella di un predatore in agguato e quindi ne stimola l’aggressività".

Ma sul luogo del misfatto rimane un clima di intimidazione e di paura: "Tutti raccontano volentieri cosa è accaduto, ma nessuno vuole apparire con nome e cognome". "Con gente così - spiega qualche mamma - c’è da avere paura… Non siamo tranquille. Se è un bambino ad infastidire gli operai, cosa che può anche capitare, lo prendono a calci".

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