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Narciso e i suoi fratelli

Una specie nuova, i politici-affaristi, sta sostituendo i politici di professione. Analisi delle due specie, e di come la più vecchia sia irrimediabilmente destinata ad essere sostituita dalla più nuova (ma non migliore). Da L’Altrapagina, mensile di Città di Castello.

Vincenzo Fortunati

All’alba dell’ambientalismo, poco oltre la metà del novecento, si raccontava di un incauto floricoltore della Florida, a tal punto innamorato di un fiore d’acqua, il Narciso Africano, da trapiantarlo nel proprio giardino. Incauto, si diceva. Perché quel fiore era particolarmente robusto e produttivo. Narciso Africano trovò in Florida un ambiente ideale. Buona la temperatura, ricca la disponibilità di acqua, sotto controllo gli insetti nocivi, inesistenti le malattie contro cui doveva lottare nelle regioni di origine. E Narciso l’Africano cominciò a proliferare. E a proliferare. E a proliferare. E proliferò a tal punto da occupare tutto lo spazio disponibile, cacciando via le piante acquatiche indigene, di cui alcune specie finirono per estinguersi. Se la cosa fosse finita qui, sarebbe stata una situazione in cui un bel fiore aveva sostituito altri bei fiori. Pazienza. Ma si scoprì presto che le piante che erano state tolte di mezzo da Narciso l’Africano erano il nutrimento fondamentale di alcune specie di pesci. Che il loro nettare era il nutrimento fondamentale di alcune specie di insetti e di molti colibrì. Che le loro foglie erano il nutrimento fondamentale di alcune specie di bruchi. Quegli insetti, quei pesci, quei colibrì e quei bruchi finirono quindi per scomparire da quella zona della Florida. E qui il fatto cominciava a essere un po’ più seccante. Poi ci si rese conto che quei pesci, insetti e bruchi costituivano il cibo preferito di pesci più grossi, uccelli acquatici e rane, che a loro volta scomparvero da quella zona della Florida. A quel punto gli abitanti del posto cominciarono ad allarmarsi, perché non vedevano più colibrì, uccelli, pesci, rane, insetti e bruchi cui erano abituati. Furono chiamati biologi dell’Università di Tampa che, dopo alcuni mesi di ricerche, stilarono il rapporto che avrebbe fatto piena luce sul mistero. Morale. Quando introduci un nuovo organismo in un ambiente in equilibrio, non sai mai quali ne saranno tutte le possibili conseguenze.

A volte, però, capita di introdurre un organismo nuovo in un ambiente che non è in grado di sopportarlo, senza rendersene conto. Andiamo dal nostro negoziante di fiducia, vediamo nelle sue vaschette un bellissimo pesce policromo nuotare accanto agli stessi pescetti che abbiamo già nel nostro acquario, e ce lo portiamo a casa tutti contenti. Il giorno dopo scopriamo che il nuovo arrivato ha fatto fuori tutti gli altri pesci.

Cosa è successo? Che non abbiamo più un acquario: abbiamo solo una vasca con un pesce dentro. Come è successo? Non ci eravamo accorti che, dal negoziante, le due specie erano separate da una sottile parete trasparente. In modo non dissimile, con le elezioni del 2001 gli Italiani si sono portati in casa una specie politica del tutto nuova, e l’hanno immessa nel grande acquario in cui, da cinquant’anni, i Politici-Di-Professione nuotavano beatamente. Un acquario in cui l’apparente turbinio era generato solo dall’impianto di depurazione, e che nella realtà era solo acqua stagnante. La nuova specie immessa è quella degli Imprenditori/Affaristi, una una specie rutilante, piena di promesse e meraviglie. Chi non preferirebbe essere rappresentato da questi ottimisti-sorriso-stampato-in-bocca, piuttosto che dai grigi parolai della politica?

Agli elettori italiani non può essere fatta colpa dell’errore biologico: da che mondo è mondo, affari e politica nuotano nelle stesse vasche, gli uni accanto agli altri. Chi poteva immaginare che la cultura democratica, memore di passate catastrofi ambientali, avesse creato una sottile e pressoché invisibile barriera tra le due specie? Tolta la barriera, gli Imprenditori/Affaristi (che d’ora in poi chiameremo IA) e i Politici-Di-Professione (che d’ora in poi chiameremo PDP) si trovano a nuotare nelle stesse acque.

Qualcuno dirà che questa è la Volontà-Del-Popolo ed è quindi un bene per la democrazia. Sarà. Ma netta è l’impressione che i PDP non siano affatto consci che gli IA sono una specie diversa, di loro più famelica, più robusta, che gioca con regole diverse, e che loro, i PDP, sono quindi destinati all’estinzione, a meno che non trovino strategie nuove di sopravvivenza. Gli Imprenditori-Affaristi dicono: "Noi rappresentiamo il nuovo". Ed hanno ragione. Ma dal momento che le intere conseguenze del loro arrivo sul pianeta Politica non sono ancora del tutto visibili, non è chiaro se questo nuovo assumerà l’aspetto dii angeli benefici o di mostri divoratori. Proviamo a vedere cosa è possibile capire fino a questo momento.

I PDP ci avevano abituato a straordinarie prove acrobatiche. Tu gli chiedevi "che ore sono?" e quelli riuscivano a non risponderti tirando in ballo Newton e Galileo. Ricordo che da giovane restavo incantato davanti al televisore. Ogni volta mi chiedevo eccitato, di fronte a una domanda diretta che più diretta non si può, in che modo il PDP di turno sarebbe riuscito a non rispondere, dando l’impressione di aver risposto. Beh, ci riusciva sempre! Era per me fonte perenne di meraviglia. Sognavo di scuole di oratoria in cui ti insegnano l’arte del parlare senza dir nulla. Di gare di abilità in cui il premio andava a chi riusciva a non rispondere alla domanda più semplice con la risposta più lunga. La legge che dominava era una: non perdere consenso. E poiché prendere una posizione equivale al fare una scelta, e poiché una scelta comporta sempre una rinuncia, allora i PDP non prendevano posizione, così non operavano scelte e quindi non dovevano rinunciare ad alcun consenso. O così credevano.

Poi sono arrivati gli Imprenditori/Affaristi, e hanno cambiato il gioco. La comunicazione è diventata marketing, e il marketing ha le sue regole.

La prima regola è che il prodotto non ha importanza: quello che si ha da vendere, quello si deve cercare di vendere. I progettisti hanno disegnato un’auto che fa schifo, non sta in strada e si incendia per un nonnulla? I finanziari hanno approvato il progetto? Gli analisti hanno detto che ha un potenziale del 5% nella propria fascia di mercato? La Direzione ha approvato? Le catene di montaggio sono state approntate? I capireparto addestrati? Bene. Quella è l’auto che il marketing dovrà vendere, dicendo che è la migliore che sia mai stata prodotta nella sua categoria, e che renderà i suoi acquirenti felici e orgogliosi. Gli IA hanno guardato dentro il magazzino della loro Casa (delle Libertà) e vi hanno trovato la merce più disparata e incoerente. Dentro c’era egoismo regionale, accatastato di fianco a liberismo d’assalto. Centralismo statale (con sospette tracce di nazionalsocialismo) accanto a federalismo spinto, tendente all’indipendenza. Fondamentalismo religioso accanto a globalismo sfrenato. Il tutto imballato in quei trucioli di schiuma color biancofiore, che non sai mai dove mettere, e che più cerchi di controllare e più volano via fuori e dentro la Casa. Questa è la paccottiglia che hanno trovato dentro la Casa, ed essendo gli IA personcine sveglie, hanno capito subito che non era roba da vetrina di classe, ma da imbonitore televisivo, e si sono regolati di conseguenza.

La seconda regola è che non ha importanza quello che si dice, pur di vendere la merce. Di’ alla gente quello che vuol sentire, falla sognare. Non ha nessun legame con la realtà? Non ha importanza, se ci fa vendere il 5% in più. Non ha importanza se ci fa avere il 5% di voti in più. E poi cos’è la verità? Esiste davvero? Se una bella donna spacca con la mazza da golf il parabrezza di una super macchina e mi dice che posso toglierle tutto, ma non il suo orologio, che significa? Ha senso? È vero o falso? Se un politico mi dice che il governo appena "scacciato" ha lasciato un "ammanco" di 30 mila miliardi, che significa? Che qualcuno ha rubato quei soldi? Oppure che quei soldi dovevano entrare e non sono entrati? Oppure che le previsioni di entrata non fanno ritenere che quei soldi entreranno? Non ha importanza. Il messaggio è arrivato. La gente capirà che qualcuno ha rubato 30 mila miliardi. E un 5% di spostamento di voti è assicurato.

Per un cittadino, per una persona e per la sua dignità, cos’è meglio: una non risposta che sembra una risposta, o una risposta al 20% vera e all’80% falsa? Quale scelta desolante! Però, per fortuna, tale alternativa non esiste più. Infatti, i PDP, impressionati dall’efficacia elettorale dei metodi di comunicazione degli IA, hanno messo da parte la tecnica del non dire nulla parlando molto, e sono andati a fare corsi serali di marketing. E i risultati si sono visti: il loro "share" si è ulteriormente abbassato. Sorpresi? E perché? Ma davvero un olimpionico di fioretto può pensare di sfidare Tyson sul ring dopo dieci lezioni di boxe, e di uscirne indenne? Quale sublime stupidità!

Una chiacchierata sugli stili di comunicazione dei vecchi e dei nuovi organismi arrivati sul pianeta della Politica, porta necessariamente a una domanda. Che considerazione hanno, per il cittadino, i PDP e gli IA? La prima risposta sarebbe che se qualcuno mi parla per non dirmi niente, mi prende in giro. E se qualcuno mi mente per avere il mio voto, mi prende per scemo. Per i PDP, i cittadini sono stati sempre e prima di ogni altra cosa un voto, e quindi un patrimonio da cercare di conservare sul lungo periodo. Per questo, hanno sempre cercato, pur nel rispetto della regola della non-scelta, di ritagliarsi il "proprio" elettorato. Affinità spesso regionalistiche, a volte di ceto, altre volte di interesse spicciolo. Una visione statica della società, fatta di "operai", di "casalinghe", di "cattolici", di tessere pietrificate di un mosaico sulle quali ogni PDP cercava di imprimere il proprio marchio (ancora oggi un PDP inossidabile come Mastella ringhia a chiunque osi avvicinarsi al suo cortile di casa, al suo personale serbatoio di voti, che usa come merce di scambio con una disinvoltura che lascia stralunati e ammirati).

Per gli IA, invece, il cittadino è un dato statistico. Loro sanno benissimo che la società, in questo momento storico, è quanto mai mutevole, e che il suo stesso mutamento può essere guidato. Non ha nessuna importanza, quindi, identificarsi con questo o quel settore della società. E’ molto più produttivo, di fronte a ogni questione che si pone, dare una veloce scandagliata agli umori della gente, e farsi paladini di ogni tesi, anche la più inconfessabile, purché maggioritaria (non sono forse i siti erotici, quelli più visitati su Internet? Ragazzi, svegliamoci: le elezioni le vincono i numeri, mica le idee!). Il "politicamente corretto" vieta che si parli male degli immigrati? Il cristiano sentimento di solidarietà suggerisce che gli si dia una mano? Bene. Si dà una veloce scandagliata di mercato. Si accerta che la maggioranza degli italiani, sotto sotto, odia gli immigrati e se ne sbatte della solidarietà sociale. Allora si sciolgono i cani dell’egoismo e del razzismo, e un altro 5% di voti lo si è messo in tasca.

Si avvicina la riapertura delle scuole. Una veloce scandagliata di mercato dice che gli italiani ne hanno le balle piene degli scioperi di inizio anno? Ed ecco la grande invenzione: saniamo la piaga dei precari. Beh, non esageriamo, sanare costa, e i soldi servono per la scuola privata. Limitiamoci a formalizzare l’esistente, cambiando etichetta al nulla con una grande azione promozionale. Gli italiani lo compreranno, eccome se lo compreranno! Poco importa se gli ex-precari scopriranno subito dopo che nel cestino-pranzo c’erano solo panini avariati. Intanto, per la prima volta dopo molti anni, le scuole riaprono più o meno regolarmente, e un altro 5% di voti è assicurato.

Preferiamo essere presi in giro o essere presi per scemi? Preferiamo essere considerati voti o essere considerati numeri? A noi la scelta.

Dove l’abisso tra PDP e IA è incolmabile, è nello stile. Del resto si sa, la classe non è acqua. Viene da buone scuole e buone frequentazioni, e non si acquista certo venendo su in parrocchie di paese o in circoli operai. I PDP, come tutti i politici del mondo, avevano adottato lo "stile assicurativo". Sapevano intuitivamente che la gente non vuole avere problemi, che ama chi i problemi se li prende sulle spalle e dice sorridendo: "Non preoccuparti, tutto si sistema". E si comportavano di conseguenza.

I PDP erano straordinari tagliatori di nastri, e dovunque sorridevano, dispensando tranquillità e serenità. Gli scontri politici erano condotti a colpi di fioretto. La dignità dell’avversario raramente veniva lesa (anche perché nessuno aveva il coraggio di scagliare la prima pietra). Cinema e letteratura si erano dovuti inventare Peppone e Don Camillo per colorire un po’ la battaglia politica. E anche quando la coloritura assunse il rosso sangue del terrorismo, raramente si andò sopra le righe. Troppi dubbi. Troppe incertezze. Troppe coscienze sporche, da un parte e dall’altra.

Poi è arrivata la svolta degli IA, e le pittoresche mazzate tra Peppone e Don Camillo sono diventate scambi di tenerezze. La parola d’ordine è: demolire l’avversario. Non si fanno prigionieri, è tutto permesso. La calunnia, il disprezzo. Il sarcasmo usato come unico mezzo di dibattito. E’ qui che i PDP hanno dimostrato la loro assoluta inadeguatezza al cambiamento, la loro totale incapacità di capire che avevano di fronte degli avversari del tutto nuovi e sconosciuti.

Gente che si è fatta le ossa in mille Consigli d’Amministrazione, dove la legge è "c’è un solo vincitore", e non "cerchiamo un compromesso". Gente con una sconfinata considerazione di sé, per la quale l’avversario non è il portatore di una cultura politica diversa, e quindi da considerare e rispettare, ma solo un ostacolo sul proprio tragitto, da rimuovere in modo definitivo. I PDP pensavano di poter ancora avere aree di trattativa. Pensavano di poter offrire il proprio placet in cambio di qualche ammorbidimento. E si sono visti strappare di mano il mazzo di fiori che stavano porgendo per usarlo come clava contro loro stessi. No. Decisamente i PDP non hanno capito con che razza di organismi hanno a che fare. E la loro sorte appare segnata.

La realtà è molto complessa, e proprio quando sembra aver assunto un andamento incontrollabile verso una certa direzione, improvvisamente, e misteriosamente, rallenta e inverte il senso di marcia. Al momento la coalizione guidata dagli IA appare dominante in modo schiacciante. Ha un margine di maggioranza tale da essere in grado di approvare tutto quello che gli passa per la mente, senza alcuna possibilità di opposizione. Ha un tale controllo sulla quasi totalità dei mezzi di comunicazione, da poter perpetuare in modo indefinito la propria supremazia elettorale.

Però ha una debolezza. Infatti nella coalizione, a fianco del Presidente del Consiglio di Amministrazione e dei Consiglieri da Lui selezionati, siedono ancora dei PDP. Sono PDP rampanti, usciti dal ghetto dell’emarginazione politica, e perciò devoti a colui che da tale ghetto li ha strappati. Ma sono pur sempre dei PDP. E poi ci sono anche PDP della vecchia guardia, per ora ancora ubriachi dei fumi della vittoria, con il carro ancora stracolmo delle spoglie strappate ai vinti, ma pur sempre dei PDP. Ed essere dei PDP significa aver bisogno di consenso. E il consenso, oggi, lo danno e lo tolgono solo i mezzi di comunicazione.

Ed è imbarazzante che l’unico cantiniere ad averne le chiavi, sia il Presidente. Alcuni storici sostengono che l’antica Roma considerasse sufficiente un esercito numericamente debole, e che in genere preferisse che fossero gli alleati a togliere le castagne dal fuoco. Se lo poteva permettere, perché se qualcuno alzava la testa, con una decina di legioni lo puniva con una spietatezza tale, che per una cinquantina d’anni nessuno, nel mondo mediterraneo, osava più alzare lo sguardo. Quando qualche PDP ha dato mostra in passato di un eccessivo protagonismo, è bastato al Presidente chiudergli l’accesso ai canali televisivi e spalancarlo ad un outsider come la Lista Bonino. Erano elezioni europee, una specie di partitella amichevole, quando ci si possono permettere esperimenti che non influenzano la classifica. Il risultato è stato di monito alle future generazioni: i PDP fastidiosi sono scomparsi, e la Lista Bonino ha fatto una scorpacciata di voti.

Qualcuno un giorno si prenderà la briga di spiegarci se le società odierne possono ancora essere democratiche. Se sia possibile formare opinione attorno ai complessi problemi della vita di oggi, senza mettere in campo uno spaventoso apparato mediatico. Se la complessità stessa della vita odierna, non spinga la grande maggioranza (silenziosa?) ad appaltare la propria volontà a chi sa fare promesse in technicolor. Per ora, e in mancanza di una solida base teorica, sembra solo lecito dire che chi controlla i mezzi di comunicazione, controlla la società. E che se una sola persona controlla i mezzi di comunicazione la democrazia è sospesa. E che sembrano con tutta evidenza mancare i mezzi per la ricostituzione di una opinione pubblica libera e autonoma. E che questo equivale a dire: non c’è speranza per il futuro. Ma, come dicevamo prima, la realtà è complessa, e proprio quando sembra aver assunto un andamento incontrollabile verso una certa direzione, improvvisamente, e misteriosamente, rallenta e inverte il senso di marcia. Solo in questo possiamo sperare.

Per ora dovremo accettare la faccia di tolla di chi arraffa tutto e urla che si sta attentando alla proprietà privata. Di chi fa cose che manderebbero chiunque altro in galera, e urla alla parzialità dei giudici. Di chi aumenta le tasse ai poveri e le diminuisce ai ricchi, e parla di giustizia fiscale. Di chi sogna una società in cui i lavoratori siano solo un elemento di calcolo economico per le aziende, e parla di giustizia sociale. Non dobbiamo lamentarci.

In fondo, c’è chi sta peggio: ai palestinesi vengono distrutte le case, e li si accusa in blocco di terrorismo…

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