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Il presidente-Alpitour

Giacomo Bezzi e i suoi viaggi.

Giacomo Bezzi, pattino, presidente del Consiglio provinciale, si era presentato qualche tempo fa come (moderato) moralizzatore per quanto riguarda le spese di viaggio dei consiglieri: aveva sgridato Andreotti per una sua interminabile vacanza in Australia con la scusa degli emigranti, ed aveva bloccato una trasferta di Parolari in Brasile.

Il presidente del Consiglio provinciale, Giacomo Bezzi (Patt).

Niente di rivoluzionario, per carità: certi viaggi, aveva detto, "permettono all’autonomia trentina di confrontarsi con un mondo in continuo cambiamento". Sacrosanto. Era anche andato oltre, preannunciando che, per non far torto a nessuno, in attesa di una regolamentazione della materia, in viaggio - quando necessario - ci sarebbe andato lui a nome di tutti. E ha preso molto sul serio questo impegno, fino a suscitare le ironie dell’Adige, che il 1° maggio, titolando "Bezzi, il presidente viaggiatore", racconta la sua frenetica attività di turista istituzionale: "In 5 mesi di presidenza... è riuscito a ritagliarsi il tempo per un vivace programma di viaggi e trasferte": l’isola di Capri ("a promuovere gli abeti di Malè sponsorizzati dalle Funivie Folgarida-Marilleva"), le montagne austriache di Schwaz (per un gemellaggio), Bolivia e Perù (trasferta abbondantemente recensita su Consiglio Provinciale Cronache, in un reportage curato "dalla sua ex socia in affari Monica Casata, oggi portavoce ufficiale della presidenza" con 23 foto 23 del Nostro, "una vera e propria Bezzeide") , Strasburgo (al Congresso dei poteri locali), Roma ("per lanciare l’iniziativa ‘Una finestra su Roma’"), Napoli (per un’esibizione davanti al sindaco Rosa Russo Jervolino di un coro di bimbi della val di Sole) e adesso la Polonia, in occasione dell’ingresso di quel paese in Europa. In Polonia, fra parentesi, ci sono andati anche un altro pattino, Franco Panizza, "un gruppo di amministratori nonesi" (a che titolo?), nonché, "in rappresentanza del neo-costituito gruppo consiliare degli Amici dell’Europa", Marcello Carli (UDC). Quest’ultimo ci spiega che "si tratta di uno di quei momenti della storia ai quali conviene essere presenti" e rivela che Lech Walesa, "in Polonia, è davvero un mito: quando eravamo a messa, il sacerdote è andato lui a portare la comunione a Walesa e alla moglie, poi è tornato al suo posto per gli altri fedeli".

"Peccato che non abbiano aderito all’Europa anche le Seychelles - conclude l’Adige il suo resoconto sulle trasferte di Bezzi - Poteva essere l’occasione per un bel viaggetto da quelle parti".

Il giornale ci scherza, sia pur pesantemente, ma il margheritino Claudio Molinari, che già aveva usato parole forti sulla questione delle indennità e dei vitalizi dei consiglieri, ci si arrabbia. All’ennesima assenza del presidente dalle sedute consiliari, sbotta pubblicamente: "Vorrei sapere dov’è andato Bezzi... Se è andato per motivi istituzionali, se si è sobbarcato questo viaggio per rappresentare tutti noi, allora non vedo il motivo del silenzio".

E Bezzi come risponde? Interpellato telefonicamente, cerca di dribblare il merito della questione, affermando che l’importante è che il Consiglio abbia seguitato a funzionare anche in sua assenza, e così è stato; di fronte all’insistenza del giornalista, infine, sbotta: "Non devo per forza restare seduto lì sulla poltrona, e non credo di dovermi giustificare tutte le volte che manco". Una volta tornato a Trento, poi, non è molto più loquace: "Non ho niente da dire… sono sempre stato corretto. Prima di partire per la Polonia ho avvisato gli uffici della mia assenza, come prevede il regolamento. Ed il Consiglio non ha avuto alcun problema… i lavori sono proseguiti con regolarità con la presidenza affidata a Giovanazzi".

Tutto in regola dunque; e parimenti privo di rilevanza penale è l’atteggiamento di Bezzi che, del suo viaggio in Polonia, pare abbia fatto avere ampia documentazione a tutti i media, tranne che al dispettoso Adige. E allora perché fare tanto chiasso?

"Francamente non crediamo che i nostri lettori - commenta il giornale - si siano disperati per questa mancanza. Ma il gesto del presidente (del Consiglio provinciale, non del Patt), è grave, perché, utilizzando mezzi pubblici per scopi privati, dimostra scarso rispetto delle istituzioni. E quindi di tutti i cittadini".