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Inceneritore: lettera aperta al sindaco di Trento

E’ principio fondamentale della scienza analizzare tenacemente le varie soluzioni di un problema, recepire tesi e proposte con modestia, valutare con dubbio sistematico. Sembra invece assai meno scientifico il cammino dei rifiuti.

Il destino dell’inceneritore, voluto dalla maggioranza del governo provinciale, sponsorizzato dal Ministero competente, valutato da una commissione di stretta nomina negli ambiti amministrativi e tecnici locali, priva di riconosciuti specialisti nel ciclo dei rifiuti e delle implicazioni sanitarie, procede testardamente su presupposti già superati, con la sfrontata consapevolezza che il progetto verrà comunque autorizzato.

Italia Nostra, nella speranza che almeno in questo caso di così vitale importanza per tutto il Trentino prevalga il buon senso, cercherà di formularLe in modo sintetico alcuni semplici quesiti, di ricordare fatti, di richiedere verifiche, nell’augurio appunto che si cerchi di ragionare e non di imporre.

Perché in politica è così difficile ragionare, dialogare, decidere assieme con obiettività seguendo la logica dell’evidenza?

Ci rivolgiamo a Lei, perché al Comune di Trento è affidata la costruzione e gestione dell’inceneritore e perché dalle Sue dichiarazioni si può sperare nell’ apertura a nuove soluzioni. Non indirizziamo analogo appello al Presidente Provinciale, data la sua granitica decisione a costruire il "mostro" e la sua connaturata simpatia per l’incenerimento.

La raccolta differenziata, nonostante l’impiego di differenti sistemi, ha raggiunto in molti Comuni e Comprensori del Trentino (S.Michele, Aldeno, Lavis alcuni quartieri di Trento, Primiero, Val di Non, Rovereto, ecc.) valori insperati tra il 45 e l’80%. In territori regionali limitrofi (Veneto, Lombardia, Piemonte) analoghi al nostro per assetto sociale ed economico, ha fornito valori ancora più elevati, tra il 70 e l’80%. Il "Piano Provinciale per lo smaltimento dei rifiuti" prevede di raggiungere al dicembre 2007, il 50% del totale e su questo dato dimensiona l’inceneritore.

Non Le sembra, signor Sindaco, che la situazione reale sia in netto contrasto con questa previsione?

Chi per lungimiranza ha superato il fatidico traguardo del 50% deve negare la sua profonda coscienza civica e tornare indietro? Non sarebbe molto più saggio e corretto modificare il Piano Provinciale ormai superato?

Il sito disperato. E’ chiaro che la localizzazione ad Ischia Podetti non è derivata da confronto scientifico su vari siti possibili, ma puramente da consenso politico. Il luogo infatti è decisamente negativo sotto il profilo tecnico ed ambientale: per il rischio idrogeologico, per la situazione orografica, per la presenza di venti dominanti, per l’inversione termica, per l’incidenza sui limitrofi siti di importanza comunitaria.

Ritiene allora Signor Sindaco di non dover esercitare il diritto di salvaguardia del territorio a Lei affidato?

L’incosciente processo di combustione. Secondo i programmi provinciali si brucerebbe il 50% dei rifiuti, anziché il 20% residuo da una raccolta differenziata spinta. L’inceneritore costerebbe moltissimo (150-200 milioni di euro); inoltre esso è una macchina rudimentale, priva di flessibilità.

Perché allora, signor Sindaco, si distruggerebbe una quantità enorme di risorse (non rifiuti) spendendo così tanto denaro?

L’imbroglio energetico. Trasformando l’energia termica in energia elettrica si recupera circa il 20% dell’energia contenuta. Detraendo da questa l’energia consumata nella costruzione, nella gestione e nei trasporti, questo valore si abbassa a circa il 10%. Mancando poi industrie vicine che possano sfruttare tutto l’anno l’acqua calda prodotta dal ciclo termico, non sembra realistica la realizzazione di un sistema di teleriscaldamento (vedi lo Studio di Impatto Ambientale del precedente progetto).

Infine, il ricavo economico dovuto alla produzione di energia elettrica è basato su una norma truffaldina, che equipara l’energia da rifiuti a quella da fonti rinnovabili, mentre è evidente che si bruciano in gran parte derivati dal petrolio, rinnovabili solo in milioni di anni.

Non ritiene allora, signor Sindaco, di contrastare la falsa definizione di termovalorizzatore, chiamandola più correttamente inceneritore o forse più onestamente termodistruttore?

Il destino delle scorie. Non è stato né chiarito, né definito dove andranno le scorie dell’inceneritore, che rappresentano il 30% ca. del peso dei rifiuti. Sembra si voglia distribuirle su tutto il territorio provinciale, cosa piuttosto ardua, contenendo esse elementi inquinanti concentrati.

Non ritiene, signor Sindaco, di dover chiarire la destinazione delle scorie, essendo assai probabile, per ragioni logistiche, che anche queste rimangano nel sito di Ischia Podetti?

Il compostaggio. La frazione organica rappresenta circa il 30% del peso totale dei rifiuti, una parte quindi di tutto rispetto. Non esiste in Trentino un sito capiente di conferimento, talché chi raccoglie l’organico deve trasportarlo in regioni vicine, con notevoli costi di trasporto.

La mancata ridistribuzione sul territorio agricolo, comporta un generale inaridimento del suolo.

Non ritiene, signor Sindaco, che questa sia una grave carenza nel ciclo dei rifiuti?

Il terriccio ricavato sarebbe prezioso per ristabilire l’equilibrio biologico dei suoli agricoli e per opere di ripristino: basti pensare alle enormi cavità causate dall’escavazione del porfido.

La responsabilizzazione delle comunità di valle. La bioessiccazione è scomparsa, così come non si parla più del combustibile da rifiuti, il C.D.R.

In una visione globale devono essere ovviamente messi in campo il costo economico e ambientale dei trasporti, le possibilità di commercializzazione del C.D.R., la responsabilizzazione delle comunità di valle.

C onclusioni. E’ necessaria, a nostro parere e a questo punto, una pausa di riflessione, di analisi di quanto realizzato nella riduzione e differenziazione dei rifiuti, nella possibilità di destinare altrimenti il residuo.

Di ciò ovviamente bisogna essere convinti; la differenziata spinta, con conseguente calo nelle tariffe, deve essere organizzata e coordinata meglio.

Soprattutto va seguita capillarmente con controlli, interventi casa per casa, incentivi e sanzioni, non deve essere abbandonata alla buona volontà del cittadino, spesso carente di conoscenza.

Necessita chiarezza, onestà, modestia nell’apprendere e recepire l’esperienza di altri (ad esempio del Consorzio Priula in provincia di Treviso).

Vi sono fin d’ora elementi reali per un cambiamento radicale d’indirizzo, senza dovere attendere - come lei afferma - l’esito della Valutazione d’Impatto Ambientale o il giudizio dell’Unione Europea in merito agli esposti presentati.

A lungo andare l’ipocrisia e gli alibi non giovano: l’equilibrio su più sedie è sempre precario.

ing. Paolo Mayr, presidente della sezione trentina di Italia Nostra